Q&P n. 195
Dimmi quando, quando, quando
Dopo 15 giorni dalle elezioni sembra che la conta sia finita ed i seggi assegnati. Sembra, perché oltre ai ritardi si stanno preparando centinaia di ricorsi che comunque non potranno inficiarne l’esito ma metteranno in evidenza la farraginosità di questa legge elettorale. Qualcuno di questi ricorsi, come successo in passato, sarà accolto a fine della prossima legislatura con costi milionari per lo Stato. Ma non è questa l’unica grana di queste elezioni. Molti ricorderanno le dichiarazioni di alcuni leader della destra che affermavano con sicumera che la sera stessa dello spoglio delle schede si sarebbe saputa, grosso modo, la composizione del nuovo governo. Campa cavallo che l’erba cresce...
Salvini in particolare si sentiva già ministro dell’Interno in pectore, ora la tira lunga in quanto sembra che i suoi desideri non piacciano all’Europa, forse vista diciamo così la fama di assenteista che gode la Bruxelles. Altro scoglio potrebbe essere una opposizione di Biden a certi indirizzi pacifisti che sono scritti nella Costituzione italiana e quindi, secondo lui aggirabili. A questa opposizione si aggiunge anche quella di Zelensky, altro influencer della politica italiana. Insomma la formazione del nuovo governo è ancora in alto mare, per giunta molto agitato, certo si dovrebbe far sentire la voce del bi-presidente della Repubblica, ma sapete come sono fatti i presidenti italiani, spesso seguono il premonizione di Eduardo de Filippo: Ha da passà ’a nuttata. Ci sarebbero in Italia anche alcune quisquilie&pinzellacchere (autocitazione della quale non mi scuso), come crisi economica, aumento dei prezzi di carburanti e quindi di tutti generi alimentari e non, disoccupazione, crisi energetica, crisi dell’etica politica e del Covid i cui casi sono in aumento esponenziale, ma in Italia vige il motto che nelle emergenze i cittadini sanno dare il meglio e poi abbiamo sempre un valore aggiunto, quello di Mario Draghi, che tutto aveva previsto, tutto aveva risolto, escluso quello che poi è veramente accaduto.
Si potrebbe far intervenire la politica dei partiti, ma questi sono divenuti quasi tutti, gruppi dominati da padroncini e capibastone che mettono in discussione tutto ma non la loro leadership. La stampa e le tv potrebbero essere una utile fonte di informazione ma andate a leggere chi sono gli editori sia dei quotidiani che di molte tv, vi accorgerete che sono una ristrettissima casta i cui interessi non collidono con gli interessi dell’Italia anche se il nome del nostro Paese compare in molti simboli dei cosiddetti partiti che cambiano nome, ma non uomini e metodi, ad ogni elezione. Ultima notazione si riferisce ad un mio dubbio che fa rima con il famoso "armiamoci e partite", tornato di una certa attualità, è questo: durante l’inno nazionale, del quale non apprezzo né la musica, né il testo ma ne rispetto l’importanza, mi è parso che alla rima "siam pronti alla morte" qualcuno abbia cantato invece "son pronti...", vorrei sbagliarmi , ma forse sono il solito sospettoso. La prossima volta osserverò meglio il labiale.
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