La coerenza? Ora ve la spiego

Rapida carrellata di alcune persone coerenti

di Adriano Todaro - mercoledì 13 febbraio 2019 - 4397 letture

Secondo il dizionario Garzanti, coerente significa che non presenta contraddizioni. Si dice di chi agisce conformemente al proprio pensiero. Vediamo di fare alcuni esempi:

Coerenza marciante ‒ Il ragazzo dell’oratorio di Bergamo che di nome fa Maurizio vuole che tutti si ricordino delle sue battaglie. E, pensate un po’, ha presentato una mozione di sfiducia individuale nei confronti del leghista con la felpa. Bravo, bene, bis. Un gesto nobile e coraggioso, teso a difendere i migranti e non solo. Un atto coerente anche perché il mese scorso invece di andare all’oratorio, il Martina era fianco a fianco dei leghisti nella manifestazione pro Tav.

Coerenza cucca ‒ Diminuiamo il numero dei parlamentari? Perché no? Anzi, sì. Però… vedremo. Coloro che sono stati i più chiari nel relativo dibattito, sono stati, ancora una volta, quelli di Fi e Pd: Giuseppe Cucca (PD): “Prosegue l’opera sistematica di distruzione del nostro sistema democratico: l’obiettivo è smantellare il Parlamento” (urge Tso!), quindi votiamo no; Massimo Berruti (Fi): “Già nel 2005 Forza Italia era intervenuta approvando anche una riduzione significativa del numero di parlamentari… [una linea] sostenuta instancabilmente da Fi”. Quindi voteranno sì? Manco per niente: voteranno no.

Coerenza privilegiata ‒ Altro che reddito di cittadinanza, altro che gente sul divano ad oziare. Gianni Armani, 51 anni, dirige l’Anas che il governo Renzi, nel 2017, ha inglobato nelle Fs. Invece di oziare, Gianni ha fatto per sé, e per i suoi colleghi dirigenti, un nuovo contratto con un articolo, il 22, che è un monumento di coerenza. Infatti, dovendo, per ordine del governo, lasciare una delle due cariche che ricopre (amministratore e direttore Anas) ha pensato bene di mettersi comodo sul divano e di costruirsi un reddito di cittadinanza esemplare e personalizzato. Prima di dimettersi è passato dalla cassa: gli hanno dato un milione e 10 mila euro oltre al Trf. La stessa cosa anche agli altri dirigenti. E non è finita: il comma 6 stabilisce che l’Anas sborsi “anche una somma a titolo transattivo in relazione a specifiche situazioni”. Scommettiamo che quella di Gianni è una situazione specifica? Una situazione, soprattutto, coerente.

Coerenza istruttoria ‒ Il 20 marzo 1994 la giornalista italiana Ilaria Alpi e il cameraman Miran Hrovatin furono ammazzati. Indagavano su strani commerci di rifiuti fra Italia e Somalia e non solo. Nel giugno scorso il gip aveva chiesto nuovi accertamenti a seguito di una intercettazione tra due cittadini somali che affermavano che Ilaria “è stata uccisa dagli italiani”. Per la Procura non era un dialogo determinante e ha chiesto l’archiviazione. E allora Ilaria e Miran da chi sono stati uccisi? Ma poi, sono stati uccisi? Boh!

Coerenza crispina ‒ La dottoressa Cécile Kyenge era stata eletta deputata del Parlamento italiano e nel 2013 ministro. I leghisti si scatenarono nei suoi confronti con frasi gentili, educate, da veri gentleman, cultori di monsignor Della Casa. Per la famiglia di Cécile Kyenge saranno stati momenti difficili. Marito e due figlie sottoposti al sarcasmo su social e giornali. La ministra rinuncia all’immunità parlamentare e porta in tribunale tutti i leghisti. E vince. Anche contro Salvini. Sposata da 25 anni con un italiano, Domenico Crispino, la Kyenge combatte contro umiliazioni varie. Poi c’è la separazione. E il Crispino che fa? Si candida con la Lega alle comunali di Castelfranco Emilia. Poi va alla “Zanzara” e afferma che nella Lega ci sono tante brave persone. Ma come? Hanno definito sua moglie “orango”! Crispino non ricorda più nulla di quei tempi. Ecco spiegata la sindrome di Crispino, quel sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all’amore e alla totale sottomissione volontaria. E, soprattutto, ecco spiegato cosa significa coerenza.

Coerenza cinquestellesca ‒ Il presidente dell’Antimafia è dei 5 Stelle. Si chiama Nicola Morra ed ha un guaio: è laureato in filosofia. Gliel’ha fatto notare il suo compagno di partito, Mario Giarrusso che è invece avvocato e, quindi, di codici ne capisce molto. Il fatto è che Morra ha risposto ad alcune domande del Fatto Quotidiano e ha sostenuto una cosa che per i 5 Stelle era basilare e cioè: “Chi è nel Palazzo non può godere di un trattamento differente” da tutti gli altri mortali e, quindi, era d’accordo per processare Salvini. Apriti cielo e apriti 5 Stelle. Qualcuno ha chiesto, addirittura, le dimissioni di Morra. Altri, invece, hanno fatto la seguente considerazione: se Morra avesse ritenuto così grave il sequestro della Diciotti, avrebbe dovuto dirlo subito, ad agosto. Gli stessi, poi, hanno chiarito: “Ma non l’ha fatto perché stava facendo la guerra a Giarrusso per la presidenza dell’Antimafia e non si voleva azzoppare”. Sembra di essere nella Prima Repubblica. La Terza, come si vede, non è proprio migliore e comincia a puzzare.

Sempre la Garzanti, alla voce coerenza, recita che in fisica, si dice di due fenomeni periodici, quando la loro differenza di fase è costante nel tempo: sorgenti di luce coerenti. In politica, invece, di coerente non c’è neppure la luce di 5 stelline.


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