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L’operaio sul tetto che scotta

Una volta l’operaio, e cittadini in generale, scendevano in piazza, adesso salgono sui tetti. I tempi cambiano. E’ arrivato il momento di scendere dai tetti e ritornare in strada, se si vuole davvero cambiare qualcosa in questo paese

di Fabrizio Cirnigliaro - mercoledì 23 settembre 2009 - 2601 letture

Bread and Roses è un film del 1999, diretto dal regista inglese Ken Loach. Il film è ambientato a Los Angeles e racconta la storia di Maya, immigrata messicana che arriva nella città americana illegalmente per raggiungere la sorella Rose (Elpidia Carrillo), che riesce a farla assumere per la stessa impresa di pulizie per cui lavora lei, la Angel. Negli uffici dove lavora si imbatte in Sam (Adrien Brody) giovane sindacalista che sta cercando di far aprire gli occhi ai dipendenti dell’impresa, pagate poco e con un contratto di lavoro che non prevede l’assicurazione sanitaria, l’indennità di malattia e le ferie. Nonostante lo scetticismo di molti lavoratori riesce nel suo intento, grazie soprattutto alla collaborazione di Maya. Le campagne anti “Angel” non passeranno inosservate, qualcosa comincia a muoversi, e i responsabili dell’azienda cominceranno a licenziare delle lavoratrici. Nonostante ciò la campagna non si ferma, tutt’altro, un grande corteo manifesterà per le vie della città, entrerà anche all’interno del palazzo, causando quindi l’intervento della polizia.

Ken Loach realizza un film negli States, senza però scendere a compromessi con il suo modo di fare cinema . Le ingiustizie sociali, lo sfruttamento degli immigrati, i sindacalisti sempre più lontani dalla realtà di quei lavoratori che dovrebbero invece rappresentare. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati in questa pellicola dal regista inglese. A differenza di altri, Ken Loach decide di andare in America e non girare un film che celebri il sogno americano ma che rappresenta la delusione di chi in quel sogno ci credeva. Quando è stato girato Bread and Roses in Italia non era stata ancora varata la Legge 30, dopo la quale, anche nella nostra nazione hanno iniziato a verificarsi dei casi simili a quelli dell‘impresa Angel. Basta ricordare la storia dei precari dell’Atesia di Roma, il più grande Call Center italiano, raccontata da Ascanio Celestini nel documentario Parole Sante. I lavoratori in quel caso riuscirono in una grande impresa, gli scioperi che organizzarono avevano un’adesione anche del 90%. Purtroppo i sindacati non contribuirono molto alla lotta, i lavoratori furono abbandonati. Ma dopo la vicenda degli operai della Innse di questo Agosto , una nuova forma di protesta si sta diffondendo nel bel paese. L’occupazione dei tetti delle fabbriche. Dopo la Innse di Milano sono state occupate in questo modo molte altre fabbriche *.

Una volta l’operaio, e cittadini in generale, scendevano in piazza, adesso salgono sui tetti. I tempi cambiano. Poi il nostro è un paese strano, spesso capita che quando una cosa funziona si tenda ad imitarla, copiarla fino a sminuirne il significato originario, la sua originalità. Basta ricordare i lucchetti di Ponte Milvio e di ponti sparsi nelle città del nostro caro vecchio stivale. Adesso anche gli studenti iniziano a salire sui tetti, confermano sempre più questa tendenza che da eccezione si sta trasformando in regola. Lo slogan con cui scendono in piazza i lavoratori nel film di Ken Loach è “Vogliamo il pane, ma anche le rose”. In Italia forse ci stiamo accontentando del pane, si tende a sdrammatizzare, c’è sempre chi sta peggio di noi, noi che almeno arriviamo alla quarta settimana del mese. Un’altra cosa che ci manca sono gli slogan, gli ultimi urlati dalla piazza sono stati pronunciati da 2 personaggi l’uno l’opposto dell’altro. Il primo è il “Vaffa” di Beppe Grillo. Il secondo invece oltre ad essere profetico, denunciava il pericolo di un allontanamento dalla politica da parte della gente, “Con questi dirigenti non vinceremo mai”, urlato da Nanni Moretti a Piazza Navona.

E’ arrivato il momento di scendere dai tetti e ritornare in strada, se si vuole davvero cambiare qualcosa in questo paese, e per farlo bisogna seguire l’esempio illustrato in Bread and Roses da Ken Loach, che si racchiude in un motto pronunciato anche da Celestini in Parole Sante “Sapere, far sapere, saper fare e fare ...”

* Metalli preziosi Paderno Dugnano

Esab Saldatura Mesero (Milano)

Alcatel Lucent Battipaglia

Lasme Melfi

Andrò fino in fondo, perché noi a questi signori prepariamo da mangiare, gli laviamo le mutande, gli facciamo trovare tutto quanto pronto, tiriamo su noi i loro figli, ed è come se non ci fossimo. Maya

Un uomo di fronte alle calcolabili conseguenze di un rubinetto che perde una goccia d’acqua: col tempo, le gocce riempiranno il lavandino, fino a traboccare sul pavimento; poi riempiranno la stanza e alla fine, stanza dopo stanza, l’acqua allagherà e distruggerà il palazzo. Ma l’uomo pensa che una cosa del genere non possa accadere, e anziché chiudere meglio il rubinetto, si gira dall’altra parte e si addormenta. Ascanio Celestini

L’Italia, non lo sai, ha problemi araldici… …ha problemi etici, politici, geografici, geologici, ma i peggio restan quelli genealogici… Visto che la base del sistema è la clientela e siamo separati da 6 gradi sì, ma di parentela, maglie di una ragnatela a forma di stivale, tutti collegati in linea collaterale come un’unica famiglia in un immenso psicodramma: sta bravo che altrimenti piange mamma. Cambio di programma: annulliamo la rivolta. Abbiamo una famiglia e non dev’essere coinvolta… Frankie Hi Nrg


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