L’UNICEF deve salvare la sua reputazione
L’UNICEF deve salvare la sua reputazione guadagnata sul campo con anni di iniziative umanitarie. Lo deve fare perché le accuse mosse ai fratelli Conticini da magistrati italiani risalgono ad anni fa. Ed è già grave che in questo lungo periodo non cui sia stata alcuna segnalazione degli ammanchi milionari segnalati che inducono a pensare due cose.
La prima che non ci siano controlli sui fondi raccolti e la seconda che ci sia una specie di connivenza con gli ’’stornatori’’, diciamo così, che avrebbero usato i soldi per fini personali usando l’UNICEF come se fosse una Banca Etruria qualsiasi.
E veniamo ai fruitori di tali fondi.
I Conticini (nomen omen) sono tre fratelli di cui uno ha sposato la sorella di Matteo Renzi, che all’epoca dei fatti era sindaco di Firenze ed era stato presidente della Provincia di Firenze negli anni precedenti e di cui la magistratura si era interessata per le spese ritenute eccessive. I Conticini, dicono sempre i giudici, in quegli anni hanno fatto operazioni edilizie in Italia ed anche in Portogallo fra l’altro non tutte andate a buon fine.
Voglio sperare che una organizzazione umanitaria che del prestigio e della trasparenza ha fatto la sua ragione di vita decida di voler chiarire la questione anche a prescindere dal risultato delle indagini e visto che una leggina varata pochi giorni prima delle elezioni dal governo Gentiloni, che è stato il successore di Renzi, si può procedere solo se la parte lesa si costituisce parte civile.
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