"Avevo gli occhi belli"

Anche questa storia sembra scritta per la sceneggiatura di un film. Un documento denuncia. Un atto testamentale. Un manifesto dei desideri o delle ultime volontà. Forse un lascito per il quale ognuno dovrà pagare la sua quota di successione, e mi sembra giusto cosi, per una ragazza di appena 30 anni, come per Anna, cosi come per Marzia.
Il 1° Marzo sono stato alla presentazione di questo libro. L’ho finito di leggere poco fa, tutto d’un fiato.
Un’emozione forte, mista a un sentimento di profonda tristezza e rabbia. Il sindaco Giuseppe Lanzara ha presentato anche il progetto della "casa rifugio" che il Comune di Pontecagnano Faiano (SA) sta realizzando.
Iniziativa molto bella, importante, per una comunità che prova ad assumersi le proprie responsabilità sociali e politiche, legate a due assassini di due giovani ragazze: Marzia e Anna, avvenuti alcuni anni fa nel Comune di Pontecagnano Faiano (SA), dove risiedo.
Vivevano a poca distanza da dove abito anch’io. E, così, sentii anche più vicine tante altre più lontane. E si, ce ne sono tante altre.
Mi chiesi, e mi chiedo, come può succedere ciò, ancora oggi?
Anche questa storia sembra scritta per la sceneggiatura di un film. Un documento denuncia. Un atto testamentale. Un manifesto dei desideri o delle ultime volontà. Forse un lascito per il quale ognuno dovrà pagare la sua quota di successione, e mi sembra giusto cosi, per una ragazza di appena 30 anni, come per Anna, cosi come per Marzia.
Per fortuna che Elisa Ercoli (Presidente Nazionale di Differenza Donna) ha colto nella maniera più intelligente e lucida la questione, riportandoci a riflettere tutti sulle nostre responsabilità.
Perché non pensarci prima?
Per chi come me sperimenta questa età, mi riporta a citare un antico precetto: "prevenire é meglio che curare"?
Così mi sono ricordato di quando negli anni 70 - 80 ci impegnavamo (perché il personale e politico per noi era la stessa cosa) nel Movimento di Liberazione della Donna" (M. L. D. associazione Radicale a Salerno) cosi come per il F.U.O.R.I. (Fronte Unito Omosessuali Rivoluzionari Italiani) e si promuoveva e praticava l’autocoscienza di genere. Oggi è più semplice discriminare.
Bisognerebbe insegnare questa pratica nelle scuole "l’autocoscienza di genere".
Un po’ di educazione civica non guasterebbe: "Non è mai troppo tardi". E si, ci vuole un nuovo progetto di alfabetizzazione.
Comunque, seguirò il consiglio di Erri De Luca perché anche la mia resta "L’età, sperimentale" (altro libro che consiglio di leggere a tutti, al di là dell’età che avete), cosi come "Intelligenza Emotiva" di Goleman.
Perché si tratta sempre di una mancanza dei corpi: individuali, sociali, culturali, politici, comunitari, corpi della memoria. Il patriarcato è solo un alibi, ci vuole una vera rivoluzione, ed ogni rivoluzione è prima personalistica e poi comunitaria.
Inauguriamo l’era della intelligenza artificiale", senza aver sperimentato "l’intelligenza emotiva", agli hardware il nostro futuro.
Aveva ragione Zeus!
Prometeo non doveva dare il fuoco agli umani, ma doveva dargli fuoco!
Fece bene Zeus a incatenarlo e fargli mangiare il fegato dall’aquila. Non si può valorizzare la fragilità e la preziosità degli uomini, prendendosene cura facendogli dei doni utili per il loro miglioramento; resterebbe un miglioramento che, senza un’etica, una coscienza del bene, porterebbe l’uomo a diventare una sfida agli Dei. Per questo, Dio è morto? C’è un umano che si sente un Dio che ha potere di vita e di morte sugli altri sostituendosi a Dio.
Ha fatto bene Zeus!
Certo, acquisire l’intelligenza emotiva implica qualche sforzo in più, perché il marcio è in un modello di società che cura l’immagine, non più i corpi come luoghi emozionali.
Il marcio è nella mancanza di corpi-luoghi del confronto, luoghi, come negli anni 80, che ha vissuto la mia generazione, nei quali ci si confrontava. Adesso quali sono i luoghi di confronto?
Certo non demordo, e per questo proviamo, provo come Clown a "prendersi cura di...."... Se stesso. La vera rivoluzione è restare umani.
Vi consiglio vivamente di leggervi questo libro.
È un libro strano, incute paura, è vissuto da un fantasma, ho sentito gli scricchiolii dei mobile nella stanza a fianco.
E’ un manifesto o forse un monumento alla morte e alla vita. O una "cartolina dai morti", come quelle di Franco Arminio, mio caro amico, poeta e scrittore.
O forse come dicevo prima un lascito un testamento d’amore di una ragazza che si chiamava Anna? E per il quale ognuno di noi dovrà pagare la sua quota-tassa di successione.
Una rosa per Anna e per Marzia.
Le donne che muoiono così non muoiono mai da sole, con loro muore anche una parte di noi ed anche grazie ad un’autrice sensibile e brava come Valentina Iannaco, ne possiamo tutti tutelare la memoria. Chapeau.
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