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Il cieco che non voleva vedere Titanic, di Teemu Nikki

Un film con Petri Poikolainen, Marjaana Maijala, Hannamaija Nikander, Matti Onnismaa, Samuli Jaskio. (Commedia, Finlandia, 2021)

di Piero Buscemi - mercoledì 15 settembre 2021 - 3979 letture

Esistono condizioni di vita che non si possono neanche immaginare. Discorsi ascoltati nello sgomento, paure sostenute da remote possibilità di non esserne coinvolti personalmente. Sono quelle situazioni quando la vita costringe a convivere e a contrastare menomazioni che appaiono come condanne senza tempo, dove la solitudine rimane l’unica compagna di una sequenza di ricordi, ingenui ma vitali dove custodire il passato e provare a sognare un futuro.

E’ la condizione che vive il protagonista del film Il cieco che non voleva vedere Titanic del regista finlandese Teemu Nikki, presentato nella appena coclusa edizione 2021 della Mostra del Cinema di Venezia, la cui giuria gli ha riconosciuto il Premio degli spettatori Armani beauty.

Jaakko, interpretato dall’attore Petri Poikolainen, è un ragazzo di trentanni costretto sulla sedia rotella e privo della vista a causa della sclerosi multipla. La tecnologia ha aperto le porte della comunicazione accorciando i tempi e gli spazi tra gli individui. I cellulari, i computer sono diventati oggetti di sfarzo riducendo col tempo il valore e le finalità per le quali erano stati concepiti. Per un disabile è diverso. E’ l’unico modo per rimanere in sintonia con il mondo, sempre più distratto e impegnato in futili incombenze per accorgersi di uno "storpio", come più volte sarà etichettato il personaggio in varie scene del film.

Cosa rimane da fare ad un giovane uomo che si ritrova a vivere il resto dei suoi giorni in una totale dipendenza dagli altri? Come compensare questo distanziamento sociale, non solo fisico, con tutte quelle abitudini e passioni che erano parte della sua vita? Jaakko sceglie l’ironia quale panacea indispensabile per provare a sentirsi "normale". Un sarcasmo e un viaggio ad occhi aperti che condivide con Sirpa, una donna che ha conosciuto su internet e che non ha potuto mai vedere neanche attraverso uno schermo di cellulare, affetta anch’ella di una malattia rara. E’ la sua voce quella sveglia alla vita che lo riporta alla quotidianità del suo stato d’animo, combattuto tra una resa definitiva e la speranza di guardare al domani attraverso la voce di quella che considera già la sua donna.

Il regista sceglie una particolare tecnica di ripresa per raccontarci la storia di Jaakko. Un perenne primo piano sul volto o sulle mani del protagonista con uno sfondo in eterna sfocatura, voluta e risaltante la segregazione sociale in cui il protagonista è stato relegato dal resto del mondo. Un ripetersi sincopato, ossessivo di gesti quotidiani. La telefonata con Sirpa, le risate, i ricordi ancora vivi di passioni che vanno dalla corsa mattutina tra i paesaggi annebbiati finlandesi, l’amore per il cinema ante anni ’90, eccetto quello verso il film Titanic, che il protagonista possiede nella sua cineteca privata incellofanato e quindi mai visto in un dvd da collezione, ispirazione per il titolo del film. E poi la chiamata quotidiana del padre al quale il protagonista restituisce una falsa tranquillità con la semplice e banale frase "Sono ancora vivo".

La monotonia della vita di Jaakko, ravvivata soltanto nelle mattinate dalla visita di un’infermiera che lo aiuta nelle necessità più impellenti, viene stravolta dalla vincita ad una lotteria online di 6.000 euro che il suo cellulare gli comunicherà e dalla contemporanea e successiva telefonata abituale con Sirpa che lo informerà di un aggravamento delle sue condizioni di salute. Sarà la spinta per Jaakko a sfidare la sua menomazione e l’indifferenza della gente, decidendo di raggiungere la sua donna nella città dove vive e poterla finalmente incontrare.

Questo viaggio avventuroso di Jaakko, tra insidie architettoniche e l’incrocio con la perfidia di un tossico, incontrato alla stazione mentre attende il treno e che lo sequestrerà nel tentativo di sottrargli i pochi averi, costringerà lo spettatore in sala a rivedere le priorità della propria vita e a soppesare la propria coscienza di fronte ad una situazione di drammaticità e insicurezza, difficile già da contrastare senza alcuna disabilità. Un’occasione che offrirà alla platea la voglia di mettere a fuoco quello sfondo di distacco che pregiudizi e ignoranza impediscono di vedere, più della cecità del protagonista.

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Jaakko (Petri Poikolainen)


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