Sei all'interno di >> :.: Primo Piano | Comunicazione |

Emergency: "Te ne accorgi subito"

Un’altra esperienza diretta sull’attività di Emergency, anche in territorio nazionale, a sostegno dell’accoglienza agli immigrati.

di Piero Buscemi - venerdì 8 aprile 2016 - 4081 letture

Dalla mattina alla sera, cinque giorni su sette, Bader lavora come mediatore nel nostro ambulatorio al centro di accoglienza Umberto I di Siracusa. “Oggi qui ci sono 132 persone. Sembrano poche se si pensa che solo qualche giorno fa ce ne erano oltre 200”.

sicilia_sbarchi_emergency

Sono solo le nove e trenta del mattino e davanti al nostro ambulatorio ci sono già decine di persone. È una piccola folla che aspetta seduta nel piazzale. I visi contratti durante lo sbarco, oggi sono più distesi.

Bader e Fabrizio, il nostro infermiere, danno inizio al triage, operazione necessaria per poter stabilire una priorità tra i pazienti per la visita medica. Quando finisce il triage, inizia la chiamata individuale. Bader è alla scrivania. Chiama un nome. Dalla piccola folla antistante l’ambulatorio si alza un giovane eritreo. Le tipiche patologie registrate allo sbarco – come dolori, febbre, diarrea, disturbi da stress post-traumatico – cedono il posto a problemi molto più semplici e legati alla ripresa di ritmi di vita più regolari. “Poi ci sono le vittime di tortura – racconta Susanna, il nostro medico – che sono praticamente tutte le persone che passano per la Libia. Te ne accorgi subito che hanno subito violenze. Basta guardarli negli occhi: il loro sguardo, triste e perso nel vuoto, è inconfondibile. Sulla testa e sul corpo hanno segni di percosse, ustioni, ferite da armi da fuoco”.

Qui all’Umberto I si materializza l’ultimo sbarco del 30 marzo al porto di Augusta (Siracusa) e gli arrivi sembrano essersi fermati. “Ma è solo questione di tempo - spiega Bader - e di meteo”.

— Valeria, staff di Emergency


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -