Del valore del tempo libero

Il tempo libero è fenomeno sociale di cui abbiamo scarsa conoscenza. Poco conosciamo in merito a cosa significhi concretamente, ancor meno cosa possiamo imparare...

di Massimo Stefano Russo - sabato 19 novembre 2022 - 2949 letture

Il tempo libero è fenomeno sociale di cui abbiamo scarsa conoscenza. Poco conosciamo in merito a cosa significhi concretamente, ancor meno cosa possiamo imparare dal/nel tempo libero che orienta costumi e abitudini. Perché del tempo libero sappiamo poco e la parola stessa spesso crea disagio?

Quando parliamo di tempo libero, nell’intenderne gli elementi costitutivi e pervasivi di cosa parliamo? Molti rimangono i punti critici, oscuri e poco noti del tempo libero, spesso considerato superfluo, se non una minaccia, imbarazza e viene deriso.

Gli scienziati sociali, che leggono e interpretano con rigore i fenomeni sociali sorprendentemente hanno trascurato e trascurano il tempo libero, da più parti l’osservano da lontano, ma senza interesse, guardandolo con sospetto. Del tempo libero, che come tempo dell’accoglienza arriva a cambiare la vita, si parla poco e ancor meno in ambito “scientifico”, dove proporsi di fare ricerca sul tempo libero spesso fa alzare, con scetticismo e diffidenza, le sopracciglia. Del tempo libero che evolve, attrae e insegna a vivere, ardua la ricerca sul campo, mancano dati e informazioni significativi e necessari, anche quando si manifesta il malessere, la noia e si infrangono i sogni. Si tramanda un’immagine astratta che pervade l’immaginario collettivo, senza corrispondere alla realtà. Rimane largamente sottovalutato persino dall’opinione pubblica, dove gioca un ruolo chiave, dimentichi che nel suo essere un’antenna puntata sul mondo contemporaneo, capta i cambiamenti i sociali. Il tempo libero, in una società dipendente sempre più dai risultati della ricerca, pone molti interrogativi, ma lo si tratta con superficialità, nonostante la domanda di tempo libero sia sempre più chiara. C’è tutta la necessità che diventi oggetto di ricerca e studio, senza essere schematici e suscitare il sarcasmo, con argomenti retorici e astratti, fuori dal contesto. Ripensare il tempo libero, che trascorso velocemente genera entusiasmo creativo, dinamico e in continua evoluzione, è problematico e difficile da studiare.

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Georges Seurat, I bagnanti ad Asnières (1883-1884), National Gallery, Londra

Il tempo libero, importante e cruciale, radicato nel divertimento e nel valore delle relazioni, non lo si può trascurare con poche informazioni, ed è fondamentale comprenderlo per capirne gli effetti futuri. Dire che il tempo libero ha valore può sembrare una banale ovvietà, così come che il tempo libero, usato male, adoperato in modo infausto, può avere un valore distruttivo. Il tempo libero che attraversa i vecchi e i nuovi media oggi si afferma nelle reti sociali; lo si può abitare, arricchire, coltivare e curare sempre meno nel dialogo con la presenza degli altri, confrontandosi anche con chi la pensa diversamente. Il tempo libero, che caratterizza le relazioni nella sfera pubblica, tanto più è accogliente tanto più è ricco di interazioni e relazioni. Nel leggere il tempo libero del presente e immaginarne il futuro lo rivediamo come un mezzo, uno strumento a disposizione per informarci e perseguire i nostri fini. Il potere negli ultimi decenni, declinando in varie forme il tempo libero, ha iniziato a utilizzare il tempo libero, sempre più privatizzato e disinteressato, con molte contraddizioni, soprattutto per controllarci e influenzarci. Il potere così acquisito dal tempo libero, incarnato nel mondo dove viviamo, supera l’immaginario dove, sino a pochi decenni fa, veniva confinato.

C’è tutta un’industria che propone e suggerisce nuove strade, esplorando nuovi territori e investendo somme colossali nel tempo libero. Da forza produttiva alimenta le attività economiche e le nostre abitudini quotidiane. Dimentichiamo che Il potere economico, grazie al tempo libero e nel tempo libero che, da situazione transitoria si presenta anche come concessione eccezionale, difende i propri interessi? Nel tempo libero, trascorso con ottimismo, ricerchiamo il piacere liberatorio per dimenticare l’ansia e i problemi del quotidiano. Il tempo libero, compreso e stimato promettente, abbraccia con gioia il desiderio, vi si concentrano molte esperienze e incoscienti ci si mette in gioco, ha valore ma è molto trascurato e poco sottolineato. Scanzonato e spiritoso, con la mente galoppante lontano, spesso è inconsistente, anche quando ritorna fluttuante, nell’ambiguità che esalta la nostalgia, consapevoli della propria impotenza, con immagini agitate, sfocate, imprecise.

Dagli effetti che ne caratterizzano la presenza ci si aspetta, di perseguire obiettivi significativi e affermare costumi e stili di vita. La logica del tempo libero, tra incoerenze e contraddizioni, differente per cultura e per censo, dove centrale irrompe lo svago, come linea primaria e prevalente, incide sulle mentalità e fa presa sulla massa. Negli spazi del tempo libero, sempre più ampi al seguito del flusso degli eventi che osservati dall’esterno vedono, oggi più che mai, promuovere il consumo per aumentare la produttività e creare abbondanza economica, con i messaggi persuasivi della pubblicità.

Nel tempo libero si esprime l’indipendenza e la volontà del piacere di conversare e di ascoltare, ma c’è il rischio di ritrovarsi manipolati facilmente, in modo sottile e pervasivo. Nel vivere il tempo libero, cercando di mantenere vivo l’interesse, si offrono e veicolano informazioni, espressione dell’esperienza personale e della cultura dove si è cresciuti. A differenza del lavoro che richiede efficienza, velocità e concentrazione, l’autodeterminazione e la libertà di scelta si manifestano nel tempo libero. Chi è molto stanco nel tempo libero giace col corpo disteso per riposarsi.

Nel tempo libero, con baldanza, tra allegria, soddisfazione e bonarietà si scherza, ci si prende in giro, ci si punzecchia e riemerge la tenerezza, l’amicizia e la nostalgia. Si trovano ed emergono attitudini e si esplicita anche l’apprendimento.

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Hokusai, Bullfinch and Weeping Cherry, 1834

Oggi i contenuti principali del tempo libero, tra chi lo sminuisce e chi lo accentua, in un mondo sempre più industrializzato, si esprimono con parole lente, pigre, spesso immersi nel fluire del tempo, gonfi di infondata soddisfazione. Il potere del tempo libero esercita un ruolo pubblico, ispirato e sostenuto, con lo status che condiziona e si afferma come tempo dell’autosufficienza, liberi dai bisogni materiali da soddisfare autonomi e liberi. Spensierati, nel tempo libero si è convinti di godere di maggiore libertà, nell’offerta di intrattenimenti, distrazioni e occasioni culturali. A proprio agio con le abilità manuali, ci si accorge delle proprie doti e si cerca di promuovere in condizioni ottimali i propri interessi, senza vincoli e lasciando spazio a spontaneità e imprevedibilità. Il campo d’applicazione esteso collega varie cose, concentrati e dispersi, tra ordine e disordine, ci si ritrova nello scambio di beni e servizi, da spettatori e attori, a generare produttività e profitto. Raramente si riflette sul tempo libero e i suoi effetti collaterali di ricaduta, scarsamente si ha consapevolezza di cosa rappresenti e dell’impatto sull’economia che vi trae valore e vantaggi.

Nel tempo libero, nell’intessere relazioni di amore e amicizia, di passione e piacere, si entra più a contatto con la vita e la si sente più ricca e piena, nell’esprimere intensamente stati emotivi ed esperienze sensoriali. Il tempo libero restituisce al gioco la dignità di essere una tra le più nobili attività umane, ma oggi è sempre più sfocato. Il tempo libero incentiva la possibilità di consumare, viaggiare, valicare confini, affrontare l’ignoto. Le domande che istilla e gli aspetti che lo criticano l’ottimizzano per garantire maggior profitto. Il tempo libero dove si è partecipi è fattore di inclusione, vale e cambia la vita. Il tempo libero, liberi tra individui liberi, indica opportunità e possibilità che vi si riconoscono nel manifestare e ritrovare norme, orientamenti e stili di vita quotidiana. L’economia e il potere politico interagiscono col tempo libero, reso cosmopolita dal consumo e dalla produzione, con una politica del tempo libero che discende dall’alto. Liberi in parte dai bisogni materiali questi sono indotti nel tempo libero che costruzione sociale dell’umano, riguarda il tempo, lo spazio e la soggettività. Il capitalismo cognitivo o dei servizi alla persona indirizza il tempo libero verso nuove prospettive.

La politica che modifica i meccanismi della coscienza influenza o controlla attraverso il tempo libero. Nel controllare e captare l’attenzione si ipersollecitano e depotenziano le attività sociali, cognitive e libidinali. Il tempo libero, risorsa che salvaguarda e incrementa l’intelligenza sociale, favorisce la socialità, sviluppa il sapere individuale e collettivo, indirizzato e condiviso. Come restituire valore di qualità al tempo libero? Nei prossimi decenni con lo sviluppo tecnologico le pratiche del tempo libero si diffonderanno sempre più e assumeranno un valore ecologico, associati alla ricerca di un nuovo modello di ordine economico, partecipi per fronteggiare le crisi in atto della trasformazione, grazie alle attività svolte nel tempo libero.

Le piattaforme digitali, relazionali e reticolari rischiano di impoverire le capacità affettive e cognitive, contribuendo a diffondere inquinamento e povertà. Il modello consumista che strumentalizza il desiderio nel lungo termine inevitabilmente lo distrugge. È la logica del consumo a produrre consumatori e speculatori ignoranti, accomunati dal comportamento pulsionale, con sempre meno desiderio e più pulsioni. Il capitalismo iperindustriale che “reincanta” il mondo, raggiunge ogni ambito della vita umana e sociale e continuamente stimola e modula strumenti, prodotti, servizi o programmi forniti dalla sfera industriale.

Emergono forme nuove di potere legate alle tecnologie digitali, con le società di controllo interessate a captare l’attenzione e mobilitare il tempo mentale disponibile, canalizzando le pulsioni in relazione con la singolarità. Il “tempo libero astratto,” inconsistente, concretamente si materializza nel processo temporale con la pretesa di intensificare il desiderio. In rete il tempo libero ha valore economico e finanziario, a tutto profitto delle grandi imprese, che approfittano dell’evoluzione tecnologica per fare della coscienza un semplice organo di riflesso, tale da rendere incosciente il cervello, ridotto a esclusivo valore commerciale, in funzione del “populismo industriale”.

Le tecnologie industriali della comunicazione hanno avviato una nuova storia della coscienza e del suo inconscio nel mettere in discussione il tempo della coscienza come tempo dell’intelligenza, della volontà, dell’azione, della lucidità e della responsabilità. Il capitalismo ruota sempre più attorno al consumatore e le tecnologie della conoscenza reincantano il mondo. Le pratiche simboliche, sempre più sostenute da tecniche o tecnologie simboliche, costituiscono il desiderio nel tempo libero, con le tecnologie d’informazione e comunicazione che consentono di fabbricare industrialmente il desiderio. Sono i valori e i modelli di vita del tempo libero sul piano tradizionale a subire gli effetti dell’industria dei servizi. Viene messo in discussione il modo di vivere, come processo essenziale di adozione che riproduce modelli ereditati dai familiari e da chi ci sta vicino. Nel saper vivere si ha il saper essere al mondo, ma nella perdita del saper fare i consumatori perdono il saper vivere: il sapere liquidato dall’entropia “proletarizza”.

La perdita di sapere dissocia, mentre la destituzione del sociale fa perdere la facoltà di saper inventare la propria vita. Le industrie cognitive mettono il sapere al servizio dell’economia, con l’industria culturale che trasforma l’espressione artistica in divertimento e mistificazione: il tempo libero è lo strumento privilegiato che manipola e mistifica la massa.

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Claude Monet, Tempo di Primavera, 1872. The Walters Art Museum, Baltimora

Negli anni del consumo di massa il consumo si generalizza e si impone nell’economia dei servizi, sempre più basata su strumenti di controllo. Le industrie culturali canalizzano l’attenzione. Il servizio prende in carico il tempo individuale e solleva l’individuo dalla responsabilità verso il proprio tempo. L’industria del tempo libero nel distrarre l’attenzione rende il tempo individuale del consumatore disponibile agli ordini del consumo. I servizi offerti dalle industrie culturali, affermano il capitalismo pulsionale, ed emerge un nuovo tipo di economia, sempre meno libidinale e sempre più pulsionale, con le imprese di servizi alla base dell’industria della conoscenza che struttura il capitalismo cognitivo. Il capitalismo controlla concetti e affetti attraverso le tecnologie culturali e cognitive e arriva a utilizzare i social media per distruggere lo spazio e il tempo pubblici tradizionali. Il desiderio si presenta presociale e spesso antisociale, intimo, non pubblico, mentre Internet e la globalizzazione restringono il mondo. La motivazione fa funzionare il capitalismo, in quanto macchina per produrre motivi, con la libido chiamata a socializzare l’energia della pulsione sessuale.

Gli oggetti del desiderio sono idealità, con le tecnologie di controllo degli affetti rovesciate nell’immotivato. L’industria dei servizi ricostituisce un processo di individuazione. Il tempo libero, a lungo temuto, oggi, pur perplessi e con molti pregiudizi contrastanti, rimane eccessivamente semplificato e limitato. Nel tempo libero popolare della cui utilità, nell’apprezzarlo, ci si compiace appagati, nel desiderio che identifica il procedere della bellezza efficace e vitale. Il tempo libero, nella discussione pubblica, occupa una posizione di interconnessione economica e politica: sempre più centrale, con l’interesse rivolto al consumo e al suo ritorno economico.

Nel fare esperienza del tempo libero, che assume significato, creiamo e vogliamo degli interessi. Un ruolo importante lo svolge il desiderio e la ricerca di esperienze piacevoli. Nel tempo libero, acquisito da protagonisti sulla scena, ci ritroviamo pubblico sempre più dipendente. Il tempo libero, limitato e circoscritto, è un privilegio da vivere con impegno. Senza ignorarlo, a esso, strumento d’interesse significativo, va prestata debita attenzione. Se si ha molto da fare e il tempo libero scarseggia, delusi e stanchi, si tende alla solitudine bisognosi di stare solo con i propri pensieri. Il tempo libero, nell’incontro di spontaneità e soggettività, riconosciuto come tempo del rallegramento, risveglia e afferma l’entusiasmo, esultanti di aspirazioni e desideri. Naturalmente soggettivo e provvisorio mantiene vitali gli individui.

L’esercitare una potenziale egemonia, riconosce l’importanza e il valore di coltivare doti e qualità espressione di speranze di cambiamento. La narrazione del tempo libero, in cui ci si rifugia con interesse, affascinati dai suoi pregi, nutre gli elementi che lo spiegano. Ci si richiama così anche all’ozio piacevole, illusi di distribuire al meglio il tempo esercitando la riflessione che acquieta con piacere, consapevoli della propria forza e delle proprie potenzialità. Il tempo libero, come tempo della conoscenza, si collega al piacere della ricerca, accorti dell’importanza del tempo libero, scoprendone valore e meriti.

Manca un radicamento nella coscienza del tempo libero che vissuto bene, in un equilibrio dinamico e interattivo, porta, nelle molte attività che ritroviamo nel tempo libero, a stare bene socialmente e individualmente. Il tempo libero possiede qualcosa di importante, nel voler essere salutare sul piano fisico, psichico e sociale va praticato custodendolo.

L’ozio, contrapposto al tempo libero, che può solo inaridire, è un’occasione importante e nell’attirare l’attenzione cambia e destabilizza la società. Qualità e quantità del tempo libero aumentano e migliorano il benessere, ma c’è anche un tempo libero che, senza promettere nulla di buono, mette a dura prova la società, provoca disagi e violenze ed estende la conflittualità. È ragionevole pensare un incremento del tempo libero di cui c’è sostanziale bisogno, in quanto risorsa da custodire e valorizzare che a differenza del denaro non si può depositare, né investire o accumulare, ma si tende a sprecarlo. È possibile modificare il rapporto verso il tempo, così da spenderlo bene perché ha gran valore e può far vivere meglio.

Le prospettive temporali che apprendiamo e se poco funzionali, possiamo cambiare, influenzano decisioni e comportamenti, fa la differenza l’elemento soggettivo e il personale atteggiamento verso il tempo. L’atteggiamento verso il tempo influenza la natura umana in tutti suoi aspetti e riflettere sul tempo che contiene la nostra memoria e ci racconta, permette di trarre da esso il massimo. La nostra coscienza scorre nel fiume del tempo e immersi nel flusso temporale incessante, il tempo è solitamente usato quasi automaticamente, colpisce solo dopo un evento particolare. Del tempo, bene prezioso al centro della vita, già Benjamin Franklin sottolineava come sia denaro.

Ne riconosciamo la qualità quando il costo ne indica il valore, ma rara è la riflessione su come ne tracciamo i limiti e ne determiniamo direzione e profondità. Soprattutto pensiamo poco a come spendiamo il tempo e in particolare il tempo libero, senza tenere conto che speso male non viene restituito. Nel tempo libero è possibile fare esperienza di un mondo utopico, trasportati nel futuro e anche per questo sprecare tempo, tra scialbe banalità, è insensato.


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