Del tempo libero e la Grande Mela
Si ha la sensazione di viaggiare nel tempo, o vivere in epoche sovrapposte, tra realtà accavallate.
New York con la sua metropolitana veloce si presenta libera e misteriosa, nell’andare a zonzo e muoversi nel piacere di camminare per strada, senza aver paura. Una città imponente, inebriante, di ineguagliabile bellezza e struggente empatia, dove “è bello arrivare”, provocatoria e ridondante, capace di filtrare la noia e le indolenze, nel passare la maggior parte del tempo a ricercare il divertimento. Per poi ritrovarsi, nel sentirsi le gambe molli, stravaccati in luoghi opachi, accomunati nel sussurrio di voci, da “un inferno di pensieri rancidi”. Ha una impronta molto personale, nel dare la sensazione di avere a disposizione tutto il tempo possibile e immaginabile, dove ci si può ritrovare nel tempo e nello spazio in compagnia a tenersi per mano e baciarsi, senza che nessuno ci badi.
A New York si ha la consapevolezza di trovarsi in un luogo speciale; una metropoli cosmopolita e famosa in tutto il mondo dove i ricordi fanno balenare nella mente episodi del passato che rapiscono nel pensare al potersi sentire finalmente liberi. La città aperta ed evoluta, con una tradizione di accoglienza senza limiti ha attirato i migliori e più illuminati cervelli del continente dove i diritti e i desideri diventano principi perfettamente compatibili, nell’avere pretese artistiche e vivere la vita che si è scelta. Qui la voglia di affermare un’autorità sulla propria mente e il proprio corpo si esprime come caratteristica essenziale legata al rispetto personale e sociale.
- Feral pigeon -Empire State Building, New York City, USA-31Aug2008 - by Ville Saalo
In una città che ha fascino e dove si accetta di tutto, ci si fa forti delle proprie doti e abilità, per riuscire a superare gli ostacoli interni ed esterni che si prospettano nell’andare incontro alla propria vita e farsi strada. Si può così costruire il successo professionale con tenacia e determinazione per potersi ritrovare economicamente indipendenti. Quanti si trovano a New York, felicissimi di stare lì, nell’“invecchiare del tempo” prendono le cose così come vengono e vivono il presente in modo molto stimolante, con in testa tante idee e la mente che non si ferma mai. Abituati a una nuova libertà dove tutto succede troppo in fetta e viene dato per scontato e può capitare che il passato incontrollabile e indomabile turbi il presente, come l’apparire di un fantasma.
Tra le presenze intermittenti che si incontrano nel configurarsi della memoria intersoggettiva si orchestrano memorie custodite e scambiate. Una memoria che riflette relazioni vive e mutevoli, tra il sé presente e il sé passato, nel reticolo di relazioni che legano gli uni agli altri. Una memoria ampiamente ricettiva nel registrare quello che si vede e sente. Nel vivere fuori del tempo, senza l’esistere inconfondibile del giorno e della notte, o tirarsi indietro, a New York si giunge a elaborare piani complessi e meticolosi, per evitare che tutto si riduca al caso e a un incubo di cifre e probabilità, anche se l’imprevedibile potrà mandare poi tutti i calcoli in fumo. A New York, nello scrutare la vivacità quasi ipnotica che si snoda nel paesaggio metropolitano, in un incrocio entusiasmante da testimoni oculari di etnie e religioni mai direttamente viste prima, si capisce quanto la vita sia ignota.
Ci si può sentire a casa personalmente entusiasti, attirati dagli strati che si accumulano senza una sequenza cronologica e si presentano agli occhi inquisitori sovrapposti l’uno all’altro, in modo confuso e casuale, con i pensieri che turbinano nella testa. In cosa si differenzia New York? Risponde alle esigenze del tempo in una narrazione rielaborata per un nuovo pubblico, determinata dalla convivenza umana. Una città fluida, aperta alla massa, dove tra “ragioni e ragionamenti”, in parecchi modi, si manifesta una dinamica concreta, sempre nettamente percepibile in un’intensa attività che lascia tracce inequivocabili ovunque. Incorpora una forza vitale ineguagliabile che pacifica le differenze.
- Manhattan - Contro la violenza, di Carl Fredrik Reuterswärd
La New York che suscita viva impressione pubblica e intima, dove il privato matura lentamente nella profondità della coscienza, per poi emergere in superficie, si presenta fantastica con una storia ancora tutta da scrivere, nel sommarsi e sovrapporsi delle identità passate e presenti.
A New York, impossibile da ignorare, nel sentire il mondo ricombinarsi intorno a sé, si viene attirati da richiami irresistibili e nello scintillare di luci e suoni ci si sente sempre con una pazza voglia di fare qualcosa di spettacolare. Si ha la sensazione di viaggiare nel tempo, o vivere in epoche sovrapposte, tra realtà accavallate.
L’aria languida, tra il caldo e l’afa, ispirati nottetempo dalle grandi luci, ci si innamora della città e sembra che tutto si possa fare e possa accadere, nel condurre vite completamente nuove e muoversi velocemente. New York ha sempre qualcosa da insegnare, con ancora tanto da imparare.
Per saperne di più
P. Auster, Trilogia di New York, Einaudi, Torino 2013.
Aysha H. Attah, Zainad conquista New York, Marcos y Marcos, Milano 2022.
P. Cognetti, New York è una finestra senza tende, Laterza, Roma-Bari 2015.
G. Rocchi, New York Ieri e oggi Viaggio fra il passato e il presente della Grande Mela, Gianluca Rocchi Edizione digitale 2013.
E. Rutherfurd, New York, Mondadori, Milano 2020.
H. Selby Jr., Ultima uscita per Brooklyn, SUR 2017.
Da ascoltare
E. Fitzgerald, Manhattan (1956).
F. Sinatra, New York, New York (1979).
JAY-Z - Empire State Of Mind ft. Alicia Keys (2009.)
Da vedere
M. Scorsese, Taxi Driver (1976).
W. Allen, Manhattan (1979).
M. Scorsese, Gangs of New York (2001).
Online
Perché New York è chiamata The Big Apple? / by Braosa.com.
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