Intervista immaginaria alla Val Badia

di Massimo Stefano Russo and Chatgpt, con una nota di Michil Costa
Una delle valli più suggestive delle Dolomiti: una riflessione che cerca di rappresentare la Val Badia come un’entità che racconta la propria storia, la propria cultura e le proprie speranze per il futuro.
- Michil Costa
Michil Costa imprenditore e uomo di natura, CEO Casa Costa 1956, autore di FuTurismo - Un accorato appello contro la monocultura turistica, da me debitamente e direttamente consultato, a cui devo delle precisazioni che hanno smascherato alcune inesattezze presenti in una prima stesura, nel rivelare l’ignoranza di ChatGpt, nonché mia, annota:
"È triste constatare il fatto che noi umani non riusciamo più a connetterci con la Natura e che abbiamo dimenticato il dialogo con Lei, che ad oggi è diventata un mero mezzo di consumo. La voce di Madre Natura ci giunge allora attraverso questo dialogo immaginario creato grazie ad una "intelligenza" artificiale. Che questo artificio ci porti a riflettere.”
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Val Badia, qual è il tuo paesaggio caratteristico?
Le mie vette, come il Sella e il Gran Cir, dominano il panorama. I verdi pascoli, i villaggi pittoreschi e le tradizionali baite in legno completano il mio quadro idilliaco. In inverno, la neve mi copre come un manto, creando uno scenario da fiaba.
Qual è il tuo evento culturale più famoso?
Michil Costa ha precisato e sottolineato:
"La "festa de Santa Maria dal Ciüf", che in italiano sarebbe Santa Maria del Fiore. È forse la festa religiosa più bella di tutto il periodo estivo, che avviene il 15 agosto. Le contadine e le ragazze ladine si recano alla Santa Messa con un cesto decorato con fiori, erbe curative, sale e farina. Questo viene successivamente benedetto dal sacerdote. Il cesto veniva conservato per proteggere la casa, per poi essere bruciato nel forno con l’arrivo del primo temporale. Questa tradizione ladina viene tuttora praticata in tutte e cinque le vallate come segno di ringraziamento nel mezzo dell’estate. In questa occasione è possibile ammirare le donne dei paesi vestite con i vestiti contadini tradizionali."
Da quanto tempo esisti come destinazione turistica?
Sono stata conosciuta come meta turistica fin dal XIX secolo, ma la mia bellezza naturale e le tradizioni culturali risalgono a tempi molto più antichi. Le montagne che mi circondano sono state testimoni di molte generazioni.
Come descriveresti il tuo clima?
Il mio clima è alpino. Gli inverni sono rigidi e nevosi, mentre le estati sono fresche e piacevoli. La montagna crea un microclima che rende ogni stagione unica, regalando spettacoli naturali mozzafiato.
Qual è la tua tradizione culturale più importante?
Le tradizioni ladine sono il cuore della mia cultura. La lingua ladina, le feste popolari, le danze e la gastronomia tipica sono una parte fondamentale della mia identità. Feste come la Sagra della Madonna e le celebrazioni per San Giovanni sono eventi che tengo vivi da secoli.
Cosa pensi del turismo moderno?
Accolgo i visitatori con calore, ma credo che sia importante mantenere un equilibrio. Il turismo deve rispettare la mia natura e le tradizioni locali, senza alterare il mio ecosistema. La sostenibilità è una chiave fondamentale.
Qual è il tuo angolo più visitato?
Le piste da sci di Corvara sono tra le più frequentate in inverno, mentre la zona di San Cassiano è molto amata dagli escursionisti e dagli amanti del trekking, specialmente d’estate. Ma ogni angolo di me ha il suo fascino, basta guardare il Passo Gardena.
Come descriveresti la tua fauna?
Sono casa per una varietà di animali selvatici, come stambecchi, camosci, marmotte e aquile reali. Ogni specie ha trovato il suo posto tra i miei sentieri, i boschi e le praterie. I cervi e i caprioli popolano anche le zone più tranquille.
Quali sono le attività più praticate nella tua valle?
In inverno, lo sci e lo snowboard dominano, grazie anche alla vicinanza al comprensorio Dolomiti Superski. In estate, trekking, mountain bike e arrampicata sono molto popolari. Non mancano le opportunità per chi ama la fotografia naturalistica e il birdwatching.
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Hai qualche zona protetta?
Sì, parte di me fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, grazie alla straordinarietà delle mie Dolomiti. Le aree protette, come il Parco Naturale Puez-Odle, sono luoghi dove la biodiversità è tutelata e dove le tradizioni locali continuano a essere rispettate.
Come ti vedi in relazione alla sostenibilità?
Penso che la sostenibilità sia la chiave del mio futuro. La crescita del turismo deve avvenire con il massimo rispetto per l’ambiente. Non voglio che il mio paesaggio venga compromesso dall’inquinamento o dallo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali.
Cosa pensi delle nuove generazioni di visitatori?
Sono felice che le nuove generazioni siano interessate a conoscere la mia bellezza. Tuttavia, spero che imparino a rispettarmi, ad ascoltare la natura e a godersi i miei paesaggi senza danneggiarli. La consapevolezza ambientale è fondamentale.
Come ti senti riguardo alle modifiche nella tua infrastruttura turistica?
Accolgo le infrastrutture moderne con cautela. Sì, è necessario adattarsi ai tempi, ma spero che venga sempre rispettata l’autenticità del mio paesaggio. Costruzioni e progetti devono essere ben integrati, senza alterare l’armonia naturale.
Qual è il tuo rapporto con l’agricoltura locale?
L’agricoltura è una parte fondamentale della mia vita quotidiana. I pascoli che circondano i miei villaggi sono coltivati con metodi tradizionali. La produzione di formaggi come il formaggio di malga è una delle mie voci gastronomiche più riconosciute.
Qual è la tua cucina tipica?
La cucina ladina è rustica ma saporita. Piatti come i canederli, la polenta, i crauti e i ravioli ripieni sono alcune delle delizie che i visitatori possono assaporare. Non mancano piatti con carne di selvaggina e, naturalmente, dolci tipici come lo strudel.
Come vedi la tua relazione con i turisti che vengono per le escursioni in montagna?
Li considero come esploratori che cercano di entrare in sintonia con la natura. Sono felice che si avventurino tra i miei sentieri, ma li invito a farlo con rispetto per l’ambiente e con la consapevolezza di non danneggiare la flora e la fauna che mi popolano.
Come ti senti riguardo alla tua bellezza naturale?
Sono orgogliosa della mia bellezza, ma la vedo come un dono che deve essere condiviso con moderazione. La mia grandezza non è solo estetica, ma è un riflesso della biodiversità e della storia che porto con me. Spero che tutti coloro che mi visitano imparino ad apprezzarmi davvero.
Hai qualche progetto per il futuro?
Voglio continuare a essere un punto di riferimento per chi cerca una connessione profonda con la natura. L’educazione ambientale e la protezione del paesaggio sono tra le mie priorità. Spero di rimanere un luogo dove tradizione e innovazione possono convivere in armonia.
Cosa ti rende più felice?
La quiete delle prime ore del mattino, quando il sole inizia a illuminare le vette e il silenzio è rotto solo dal cinguettio degli uccelli. È un momento di pace che spero che tutti possano vivere.
Qual è il messaggio che vuoi dare ai tuoi visitatori?
Rispettate la mia bellezza e la mia fragilità. Prendetevi il tempo per conoscere le tradizioni locali e per apprezzare la mia natura in tutta la sua maestosità. La mia esistenza è un equilibrio delicato, che va preservato per le generazioni future.
Hai un sogno per il futuro?
Il mio sogno è che le future generazioni possano continuare a vivere in armonia con la natura, imparando a proteggere e rispettare la terra come io ho fatto nel corso dei secoli. Spero che la bellezza della mia valle possa rimanere intatta per sempre.
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