Chiarezza gestaltica

Tattiche narcisiste per le liste elettorali
Sto uno poco preoccupato perché mi sembra di ricordare che quando avevo 18 anni, ero riuscito a portare una ragazza in “camporella”, come si chiamavano allora i prati nel milanese. A quel tempo avevo una Vespa e legata sul sellino, con delle cinghie, portavo sempre una coperta, o meglio un plaid come si diceva allora. Lo facevano tutti i ragazzi con la speranza, quasi sempre mal riposta, che in caso di “camporella” c’era una coperta pronta per sdraiarci e limonare. Ora il mio dubbio è: cosa ho fatto quel giorno in camporella? La preoccupazione è che la ragazza, oggi probabilmente nonna, se ne venga fuori dicendo che l’ho molestata. Gli ho sfiorato il seno? Toccato una gamba? Boh!
- camporella
Se viene fuori una cosa del genere, può essere che girodivite mi licenzi, che non mi permetta più di scrivere, ben retribuito, sulle sue colonne senza contare che ci metterebbe il becco anche mia moglie Ninetta anche se, all’epoca, manco la conoscevo. Per cercare di non pensare ai guai che mi potrebbero derivare, avevo bisogno di qualcosa di rilassante, qualcosa di limpido, di chiaro. Insomma avevo bisogno di chiarezza. E così mi sono messo a seguire, con più attenzione, le sorti dei partiti che si stanno preparando alle prossime elezioni. Ora, della politica italiana, si può dire di tutto ma non che non sia chiara. Ve lo dimostro cominciando dall’Ala con rosmarino e paprica piccante, il partito birichino del dentifricio Denis.
Ala – Uno degli esponenti di questo partito, tal Ignazio Abrignani, ha dichiarato che dopo il successo siciliano, tutti li cercano. Destra e sinistra. Quindi bisogna fare una lista. E qui Denis non la vorrebbe organizzata da Angelino ma da Pierferdy Casini, oggi molto apprezzato perché dopo aver parlato male della Commissione sulle banche è andato a dirigerla. Una coalizione, insomma? Adagio. Meglio una lista di centro con alcuni suoi uomini a sostegno del Pd. Nella lista ci potrebbe stare, anvedi un po’, anche il nipotino di Ciriaco, Giuseppe De Mita. E il Pd che dice? Il Pd, per bocca di Lorenzo Guerini, dà una risposta illuminata: “Le liste di Casini saranno di Casini”. Chiaro?
Fronte Alta – Dopo l’insuccesso siciliano deve inventarsi qualcosa. Ci sono alcune possibilità interessanti: la prima è quella che potrebbe andare con l’Ala croccante. La seconda è la conferenza programmatica. Sempre che riescano a metterla in piedi perché hanno delegato Maurizio Lupi a organizzarla. Ora, guardando bene la faccia di Lupi viene in mente la teoria di Lombroso ma comunque la conferenza dovrà sciogliere il nodo su cosa fare, domanda di leniniana memoria che va sempre bene. Di sicuro sarà una lista di “centro del centro”. A chi poteva venire in mente una definizione più consona? Perché ci sono, anche qua, varie opzioni: c’è la sinistra del centro, la destra del centro, l’obliquo del centro, l’ipotenusa del centro, il traffico del centro e così via. Chiaro?
Mastella: il ritorno – Si farà anche una Dc di destra? Certo che sì. Non ci facciamo mancare nulla e così Lorenzo Cesa, Gianfranco Rotondi e Clemente Mastella stanno “lavorando” (la definizione è un po’ grossa) per una nuova Dc che potrebbe stare in un’alleanza con Lega, FI e Fratelli d’Italia. Qua dentro potrebbe trovare posto anche Gaetano Quagliarello. E anche Vittorio Sgarbi se promette di asciugarsi la bava quando sproloquia in Tv. Chiaro?
Pd – All’interno di questo partito, la situazione è chiarissima. Pensate che uno come Fassino che non riuscirebbe neppure a mediare fra il caffè e un cappuccino è mediatore per far confluire il nuovo partito di Bersani che per altro continua a dire “mai con il Pd” dopo aver votato tutte le leggi-porcheria del Pd. Intensi, i richiami al minestrone di Campo Progressista di Pisapia, un esempio di chiarezza che tutti invidiano che nel frattempo ha chiarito la propria posizione. Oh, bene! Né con Bersani ma… né con Renzi ma… Nel frattempo il Pd ha aperto ai Radicali. Chiaro?
Sinistra – C’è la solita Speranziella, c’è Civati, c’è Nicola Fratoianni. Partiamo? No, un momento. Manca ancora Pietro Grasso, molto gettonato. Non tutti sono d’accordo. Ecco che Rifondazione comunista non ci sta e neppure Montanari e Falcone. Cosa fare? Vediamo un po’… Una cosa fondamentale è come chiamare il nuovo movimento. Pensiamo a questo, dunque, come lo chiamiamo? Max? No, troppo simile a Baffetto. Arturo? No, si potrebbe confondere con Parisi. Civico? No, perché già c’è quello di Montanari e Falcone. Alla fine, con l’apprezzamento di Grasso, hanno partorito “Libertà e uguaglianza”. Rispetto a che? La libertà, d’accordo, è la base di tutto, tutti i partiti parlano di libertà, anche la Costituzione. Ma uguaglianza? Significa, forse, che io avrò una pensione come quella di Bersani o che lui ne avrà una come la mia? Boh! Chiaro?
La mossa del cavallo – Andrea Camilleri non c’entra ma il Laboratorio Sicilia sì. Qua abbiamo un redivivo Antonio Ingroia assieme al sempreverde Giulietto Chiesa, a un ex generale dei carabinieri e qualche avvocato. E’ così nasce “La mossa del cavallo” che, dicono i promotori, non va a sinistra. Dove andrà il cavallo a briglia sciolta? Non è dato sapere. A Repubblica Ingroia ha dichiarato: “Non voglio essere considerato superbo ma le rispondo con un aneddoto. Abramo Lincoln ci provò venti volte prima di diventare presidente. Io sono appena alla seconda...". Poveri noi. E povero anche il cavallo come scriveva Dario Fo nel “Ho visto un re!”. Chiaro?
Vedi mai che ci siamo chiarite le idee? Eppure mi sembra manchi qualcosa. Qualcosa che renda più chiare le prospettive future. Già le prospettive. In questi casi è necessario rivolgersi ai grandi pensatori, ai filosofi. C’è n’è uno che si vede spesso in Tv, riccioluto, giovane e belloccio che ci spiega, con chiarezza naturalmente, cosa è necessario fare: “Bisogna fondare un movimento né di destra né di sinistra contro l’élite finanziaria mondialista, la sinistra deve fare un riordinamento gestaltico”.
Più chiaro di così.
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