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Secondo ‘Mea Culpa’ del Papa ... ma se poi la Chiesa non ‘virasse’ in tempo?

di titty - mercoledì 31 maggio 2006 - 4838 letture

Pochi giorni fa Papa Benedetto ha proclamato un ulteriore ‘mea culpa’ per i misfatti della Chiesa. E’ già la seconda volta, dopo quella ormai storica del suo predecessore, confermando il decisivo segnale avviato da Giovanni Paolo: volontà di cambiamento, ponendo finalmente la Chiesa al servizio della gente.

Ma ... ne esiste poi una reale attuazione pratica? In altre parole, il significativo messaggio del Papa è poi supportato da una corrispondente modifica di atteggiamento anche da parte della gerarchia cardinalizia e vescovile?

...e siamo arrivati al nocciolo della questione! Tutti noi percepiamo (spesso con una sensazione di fastidioso monito moralista) una posizione dei vertici della Chiesa del tipo: “E’ la gente a sbagliare allontanandosi dalla Chiesa e dai suoi sani principi”. Punto!

Invece ci vuol poco per capire che è l’esatto contrario: è spesso la gerarchia vescovile e cardinalizia a non voler scendere per strada, al fianco delle persone e dei loro problemi!

Negli ultimi 30 anni abbiamo vissuto cambiamenti sociali epocali; ma la Chiesa, nonostante l’ottima virata di timone promossa dai ‘modernistici’ risultati del Concilio Vaticano II, ha una mole e un’inerzia immensi e quindi necessita molto tempo prima che la manovra di cambio rotta possa essere ultimata.

Probabilissima conseguenza? Il Titanic, per lo stesso problema, non riuscì ad evitare l’iceberg per tempo!!

In altre parole, mentre la fame ‘spirituale’ sta decimando noi tutti, mentre i ragazzi sono allo sbando (loro malgrado!!!), la solitudine ci corrode, i matrimoni distrutti sono ai massimi storici, il relativismo etico sta infettando ogni angolo della nostra esistenza, in molte Curie Vescovili e Cardinalizie, come nelle torri di avorio, si persevera nel disquisire dei massimi sistemi, arroccandosi in prolisse questioni di moralismo e di affinamento dei ‘purismi liturgici’.

Ve ne racconto una: il nuovo Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (ruolo di altissima levatura, in precedenza ricoperto proprio dal Cardinal Ratzinger) sta ‘impegnando’ moltissimo del suo tempo nel tentativo di uniformare la liturgia della Messa, cercando di eliminare le microscopiche differenze liturgiche adottate dalle varie Congregazioni.

...ma il comune mortale, quello che giornalmente vive problemi macroscopici e che mangia la polvere della durissima ‘sopravvivenza spirituale’, cosa ne penserebbe di ciò? Sono io quello che ogni giorno va a morire nel Colosseo, sbranato dai leoni e tigri del 2000: la solitudine, il consumismo, il degrado dei valori, il disorientamento spirituale ed etico.

E loro? Dove sono invece loro?

Rinchiusi nelle loro torri d’avorio, avulsi dalla nostra realtà, a perder tempo nel decidere se sia meglio anticipare una certa preghiera nel rituale della Messa, o se la traduzione dal latino della formula del matrimonio è filologicamente corretta o necessita di ulteriori sei mesi di durissimo lavoro di traduzione per approdare ad una forma ancora migliore. Poi, ogni tanto, si affacciano dalla loro torre, enunciano freddi e distaccati qualche principio moralistico (che è corretto proclamare, ma a patto che poi sia proprio la Chiesa a rimboccarsi per prima le maniche per aiutare le persone a seguirli) e rimproverano noi perché non li seguiamo. Poi richiudono la finestra e tornano alle loro ‘importantissime questioni’.

Questa è purtroppo l’immagine che la gente ha della Chiesa! Mi sbaglio? ... e in quest’ottica, come può sembrare strano lo svuotamento delle parrochie? ...e la fuga dalla religione da parte dei giovani, bisognosi di risposte che (loro malgrado!!) non trovano nella Chiesa? ...e le vocazioni in crisi profonda?

Che peccato! Perché la religione cristiana avrebbe tante, ma proprio tante bellezze da trasmettere: è nata per aiutare noi comuni mortali, per farci vivere l’infinito amore di Dio, per starci vicino e sostenerci nelle difficoltà ... eppure la Chiesa (che ha il compito primario di attuare gli insegnamenti della religione) ancora non riesce a farci toccare con mano queste bellezze.

Paradossalmente anche ai bassi livelli della struttura gerarchica della Chiesa si soffre lo stesso problema: moltissimi parroci e preti, a contatto diretto con le persone, e quindi sensibilizzati dai loro problemi, vorrebbero scendere dal pulpito e affiancarle, camminare insieme a loro, sostenerle, aiutarle con vero amore. Però molto spesso...non hanno alcun sostegno da parte dei loro vertici!

...se cardinali e vescovi riuscissero a capire quant’è vicino l’iceberg! ... o forse sono gli unici a non aver ancora sentito lo schianto dell’impatto?!


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Secondo ‘Mea Culpa’ del Papa ... ma se poi la Chiesa non ‘virasse’ in tempo?
1 giugno 2006, di : Angela

Complimenti per l’articolo. La mia personale esperienza è quella di una persona che da picola era molto credente e che poi non si è riconosciuta nei valori della chiesa, fino a ritenermi oggi non credente. Il mio habitat naturale di azione politica è oggi quella di associazioni di ispirazione cattolica, quella in cui militano persone come Alex Zanotelli, guide di una chiesa vicino alle persone. Quando lo sento parlare capisco che la differenza fra chi crede in Dio e chi no non è poi così grande, basta agire con onestà e amore, con rispetto e tolleranza, vicino ai poveri e lontano dalle ideologie.
Secondo ‘Mea Culpa’ del Papa ... ma se poi la Chiesa non ‘virasse’ in tempo?
3 giugno 2006

Salve a tutti! L’articolo tocca nel vivo una problematica diffusa nella chiesa. Spesso si sente dire della gerarchia:vivono in una campana dei vetro, senza sporcarsi le mani con la realtà degli uomini. E invece bisogna che chi ne fa parte lo faccia sul davvero. Non bastano le parole, servono i fatti. Fatti ispirati al Vangelo, che dimostrino che il Vangelo di Dio può essere vissuto e soprattutto rende felici come nessun’altra parola ne è capace.
    Secondo ‘Mea Culpa’ del Papa ... ma se poi la Chiesa non ‘virasse’ in tempo?
    6 giugno 2006

    Daccordo, cmq secondo me la chiesa non deve scendere al fianco della gente, deve semplicemente smettere di essere chiesa, quindi smettere di essere una multinazionale potentissima: invito i fedeli cattolici (se proprio ci credono) a riunirsi in casa a pregare senza sacerdoti nè riti magniloquenti e magari a sfogliarlo quel libro tanto sacro, così che si possano accorgere che non c’è posto per i preti nella Chiesa Celeste e che Gesù non ha battezzato nessuno nè ordinato sacerdoti.