2029: fuga dal Capitalismo (...la ‘speranza’ di Cassandra)

La sfiducia nelle istituzioni, nei valori, nelle persone e nella società è così dilagante che quasi tutti sono diventati pessimisti, vedendo il futuro nero come il petrolio ...

di titty - mercoledì 24 maggio 2006 - 2831 letture

...ma noi comuni mortali, così piccoli, cosa possiamo fare per contrastare lo strapotere economico-politico dominante? Questa è la tipica domanda che tristemente imperversa per le strade. ...e la tipica risposta? NULLA! ....Purtroppo noi comuni mortali non possiamo fare nulla!

La sfiducia nelle istituzioni, nei valori, nelle persone e nella società è così dilagante che quasi tutti sono diventati pessimisti, vedendo il futuro nero come il petrolio ... quando riescono a vederlo un futuro!

Però attenzione: il pessimismo ci risucchia nell’immobilismo di fronte ai problemi della società, a tirare i remi in barca...e se non facciamo nulla, nulla potrà mai cambiare in meglio, lasciandoci solo la speranza nei miracoli. Il vero problema è quindi proprio questo immobilismo.

La via di uscita? Smettiamola di lamentarci!

Iniziamo piuttosto a rimboccarci le maniche: serve il prezioso contributo di ognuno di noi, anche se apparentemente piccolo e insignificante, per migliorare il mondo!

È questa la strada giusta per riuscire a contrastare la super-potenza di Golia? Ovviamente è pura utopia pensar di riuscire da soli a cambiare il mondo; una lotta persa in partenza contro i mulini a vento. Però, nel nostro piccolo, possiamo comunque fare MOLTISSIMO, veramente MOLTISSIMO, perché il capitalismo (come anche il potere politico) ha un “tallone d’Achille” : come i rampicanti parassiti che soffocano gli alberi, il cattivo potere politico ed economico può attecchire solo ed esclusivamente se riesce a poggiarsi su un vastissimo consenso della popolazione, attivo o passivo, ‘conscio’ o ‘inconscio’ che sia. Se questo consenso dovesse venire a mancare, se la base di appoggio venisse sfilata via, come potrebbe più sopravvivere la pianta parassita? Mi spiego con alcuni esempi.

Ci lamentiamo dei giocatori di calcio strapagati e dell’incredibile giro di soldi nelle tasche di pochi ’imprenditori del calcio’? Basterebbe rinunciare a 2 sole domeniche allo stadio, o ai giornali sportivi e ai programmi calcistici per 2 sole settimane. Se il pubblico si dileguasse, scapperebbero via anche gli sponsor, e con loro il (capo)giro di soldi nell’ambiente di calcio. Ma la domanda chiave è: quanti di noi sono disposti a rinunciarci?

Troppi soldi nel giro della moda? Basterebbe rinunciare per una stagione all’incessante acquisto dei jeans, sempre e rigorosamente all’ultima moda. Il costo di fabbricazione di quei jeans non supera i 5€ (!!), perché realizzati in Oriente, sfruttando come schiavi anche moltissimi minorenni. Ma la domanda chiave torna ad essere: quanti di noi sono disposti a rinunciarci?

Ci lamentiamo (spero!) del livello culturale della TV, ormai sceso ai minimi storici? Basterebbe rinunciare a 2 sole settimane del Grande Fratello o dell’Isola dei Famosi. Se l’audience si defila, scappano via anche gli sponsor, e quei programmi verranno accantonati. Oltretutto il pubblico, astenendosi dalla visione di tali obrobri, fornirebbe anche un’indicazione netta sul basso gradimento di quel genere di programmi, costringendo le varie Redazioni ad orientarsi verso programmi di diverso genere. Ma la domanda chiave è sempre: quanti di noi sono disposti a rinunciarci?

Troppi guadagni da parte dei grandi azionisti, che non sudano come noi, ma semplicemente investono soldi nelle varie società per poi riscuoterne il profitto? Più soldi investiamo nei Fondi comuni di investimento, più soldi questi Fondi potranno investire in azioni/obbligazioni, il cui valore quindi salirà, portando guadagno gli azionisti. Se per caso rinunciassimo ad investire i nostri soldi nei Fondi, tutto il meccanismo andrebbe in tilt. Ma la domanda chiave è ancora: quanti di noi sono disposti a rinunciarci?

E così via.

La morale? Non è affatto vero che tutto si decide sopra le nostre teste, nella ‘stanza dei bottoni’, lasciando a noi il solo ruolo di spettatori passivi, disgustati, sconfortati e pessimisti! Troppo facile addossare (mi correggo: scaricare!) sistematicamente ogni colpa ai potenti!! Molti degli errati meccanismi della società odierna vengono, consciamente o inconsciamente, oliati proprio da...NOI!!

E se persiste il nostro disinteresse verso i problemi sociali e le istituzioni, se continua il nostro ‘laissez-faire’, ci sarà sempre qualcun altro a decidere tutto per noi ... e a noi non resterà che prenderci ciò che...passa il convento!!

Ovviamente solo nelle fiabe per la costruzione del castello basta un semplice colpo di bacchetta magica: alcuni problemi non sono risolubili immediatamente (ad esempio non è pensabile di interrompere dall’oggi al domani l’acquisto della benzina per boicottare la speculazione sul petrolio). Ma operando pian piano, mattone dopo mattone, riusciremo comunque a costruirlo il nostro castello. Quindi? Innanzitutto non restiamo fermi, operando dapprima dov’è possibile impegnarci senza troppo sacrificio.

Quando riusciremo in questo primo passo, dando un primo importante segnale di un cambio di rotta, potremo poi cimentarci anche nel secondo (e ben più significativo!!): la nostra evoluzione culturale verso un cambio di mentalità, verso i veri valori. Ci sono una miriade di teorie alternative all’attuale meccanismo capitalistico-consumistico e visione distorta del potere. Queste teorie tendono a recuperare i veri valori, quelli che veramente possono farci star bene ...altro che i falsissimi valori attuali (consumismo, culto dell’apparenza, arrivismo, carrierismo, dipendenza totale dai soldi, visti come elemento indispensabile per viver bene, ecc). Alcune di queste teorie sono pura utopia; ma altre sono veramente valide e, se saggiamente adattate alle attuali realtà socio-economiche, costituirebbero un autentico propulsore per un cambiamento in positivo. Ma anche stavolta non dobbiamo aspettarci che siano i potenti ad attuare questo secondo passo perchè andrebbe contro i loro stessi interessi. Tocca sempre a noi (per fortuna!) muoverci per primi. Quindi stop alle inutili lamentosità e iniziamo a sacrificarci un po’, pur di recuperare i veri valori ...e non dimentichiamo che ci sono anche gli altri da aiutare in questo recupero!!.

Come vedete, tutto, problemi e loro soluzione, ruota su un unico vero nocciolo della questione: abbiamo voglia di sacrificarci un po’ per contribuire al miglioramento del mondo e della nostra esistenza? ... o forse è meno faticoso continuare a crogiolarci nel pessimismo e lamentarci passivamente?!


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