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Bush-Bin Laden: odio o … amore?

Sono trascorsi 5 anni da quell’11 settembre, e i fatti che ne sono seguiti, se letti sotto un’altra luce, rivelano una verità opposta a quella propagandata dagli USA: un’alleanza segreta fra Bush e Osama Bin Laden! Fanta-politica? Follia pura?

di titty - mercoledì 13 settembre 2006 - 5322 letture

Sono trascorsi 5 anni da quell’11 settembre, e i fatti che ne sono seguiti, se letti sotto un’altra luce, rivelano una verità opposta a quella propagandata dagli USA: un’alleanza segreta fra Bush e Osama Bin Laden!

Fanta-politica? Follia pura?

Tutti i massimi esperti concordano sulle segrete connivenze economiche ante 11.9 fra i Bush e la principali famiglie saudite, fra cui i Bin Laden; e tutti sono altrettanto unanimi sullo scisma fra i Bush e i Bin Laden a causa dell’attacco alle Twin Towers. Ma riordinando le tessere del puzzle in modo diverso, cioè analizzando sotto un’altra ottica tutte le conseguenze politico-economiche dell’11.9, non emergerebbe alcuna scissione, anzi… i fatti degli ultimi 5 anni sarebbero diretta conseguenza del perpetuarsi della segreta alleanza Bush-Bin Laden.

E perché mai un così grande bluff architettato dai due uomini più rilevanti degli ultimi anni? Le ‘connivenze petrolifere’ fra le due famiglie ante 11.9 erano ormai troppo note a tutti e iniziavano ad essere scomode per l’immagine dei Bush. Inoltre l’alleanza fra i Bush, i Bin Laden e le grandi famiglie saudite, aveva fino ad allora prodotto risultati e incassi eccezionali, ma, lasciando le cose come stavano, non sarebbe riuscita ad aggiudicarsi il massimo dei risultati ottenibili sul tavolo del risiko petrolifero del quadrante medio-orientale: il petrolio irakeno (su cui da sempre sono puntate le grinfie dell’Arabia Saudita e dei Bush, soprattutto dopo il flop di ‘babbo Bush’ nella Prima Guerra del Golfo), quello iraniano e la realizzazione di un gigantesco oleodotto in Afghanistan, la miglior zona di transito per recuperare il petrolio dalle migliaia di pozzi dei Bush in Asia centrale e portarlo al sicuro in Turchia. Quindi, come riuscire a fare ‘cappotto’?

Convinciamo il mondo che tu sei il terrorista super-cattivo, spietato nemico del mondo intero, e io sono il buono, paladino della pace inter-planetaria. In questo modo, giocando a’ guardia e ladri’ con te e i tuoi fidi scudieri in giro per il medio-oriente petrolifero (Afghanistan, Kuwait, Iraq e fra poco Iran), io faccio ‘scopa’ di pozzi petroliferi e poi ci dividiamo il ‘malloppo’ con te e con le famiglie saudite che ti spalleggiano. Fanta-politica? Aspettate!

I due si saranno poi posti la domanda cruciale: come possiamo realizzare tutto ciò? Come poter innescare un piano così audace? Come potercelo far ‘benedire’ dal mondo intero? Soluzione: l’attentato dell’11 settembre!!!

Fanta-politica? Ma allora come è possibile che CIA ed FBI, notoriamente al corrente dello spostamento di ogni formica sul pianeta, abbiano candidamente ammesso di esser stati colti di sorpresa l’11.9? E come mai una ventina di rampolli della famiglia bin laden e di altri petrolieri sauditi, di stanza negli USA l’11.9, oltre a non esser stati catturati, sono stati addirittura rimpatriati su due aerei, gli unici autorizzati al decollo dopo il blocco aereo totale dell’11.9? Invece chiunque altro è dovuto restare a terra, compresi Clinton e Greenspan, l’allora presidente della FED! Fanta-politica?

E’ mai caduto un aereo sul Pentagono? Le uniche analisi e libri autorevoli sul tema sono quelli che confutano questa tesi. Ma allora perché questa fantascientifica messinscena? Forse un attacco al cuore economico USA (le Twins) non era considerato sufficiente per scatenare il panico totale. Serviva overdosare di adrenalina il mondo intero mostrando che l’attacco era rivolto anche al gotha militare. Ed ora, sempre cavalcando questa sceneggiatura fanta-politica, passiamo alle conseguenze ‘positive’ dell’attentato.

Il popolo USA (e il resto dell’Occidente a seguire) è sprofondato nel panico totale, stringendosi attorno all’unico punto fermo, Bush, che quindi è riuscito finalmente a conquistare quel consenso e carisma che non aveva affatto dopo le elezioni, quando era considerato ‘fiacco’ addirittura dal suo entourage. Anzi dopo le Twins, forte dell’agognato consenso, è riuscito addirittura a bruciare le tappe: non si è più accontentato di esser finalmente diventato la ‘chioccia’ degli americani; si è anche voluto ergere a salvatore dell’umanità, senza che l’Europa si sforzasse più di tanto per arginare un tale delirio di onnipotenza.

Dei ‘vantaggi’ dell’attentato ne hanno potuto beneficiare anche i falchi neri, gli oscuri consiglieri di Bush, i neo-conservatori capeggiati dalla Rice e da Cheney, i temutissimi ‘neo-con’, quell’estrema destra da sempre occultamente detentrice del vero potere repubblicano, e che finalmente son potuti emergere alla luce con le loro soluzioni estremiste, mirate alla conquista dell’egemonia del globo e all’annientamento spietato di ogni avversario. Grazie al loro controllo totale dei capisaldi dell’amministrazione Bush e dei mass-media, i neo-con sono stati così abili da indottrinare il mondo intero sulla necessità di una ‘guerra preventiva’ in reazione all’11.9, riuscendo addirittura a mascherarla come una guerra di religione, quando invece, ma pochi se ne sono accorti, aveva solo moventi politico-economici (egemonia USA e razzia del petrolio in medio-oriente). Le conseguenze di tale ‘imprinting’ ancora le paghiamo: ormai, al primo sassolino che vola in medio-oriente, lo associamo frettolosamente ad un titanico scontro fra religioni, senza più sforzarci di ricercarne le vere cause. L’ultimo attacco di Israele al Libano ne è la dimostrazione più recente.

Il terzo vantaggio dell’attentato alle Twins è quello riservato ai detentori del potere economico (i Bush, ad esempio!). I ‘media’ hanno dipinto l’11.9 come un devastante attacco al cuore dell’economia mondiale. E se invece fosse l’opposto? E se, grazie all’attentato, i detentori del potere economico avessero vergognosamente moltiplicato i loro capitali in un battito di ciglia? Fanta-economia? I ‘media’, fomentando quindi ulteriore odio contro Osama, hanno parlato dei miliardi di dollari appartenenti a noi poveri risparmiatori, miseramente bruciati con il crollo delle Borse successivo all’11.9. E se invece ci fosse stato qualche grosso capitalista, con giganteschi capitali investiti in azioni, in grado di ‘prevedere miracolosamente’ il crollo delle borse? Gli sarebbe bastato vendere tutte le proprie azioni a ridosso dell’attentato, e quindi a prezzi alti, per poi ricomprarle dopo due settimane dal crollo, quando i prezzi erano ormai stracciati…con guadagni da capogiro.

Ora che l’attentato alle Twins ha aperto i giochi (…e quando il gioco si fa duro, i Bush iniziano a giocare!), la partita di Risiko è matura per lo spostamento sul quadrante medio-orientale. Obiettivi? Iraq (petrolio), Iran (petrolio), Afghanistan. Dove iniziare a scagliare i carrarmatini? Sul target meno sospetto: l’Afghanistan, insospettabile ponte di sbarco sui due veri obiettivi. Oltretutto in Afghanistan Bush aveva in sospeso da ormai troppo tempo quella questioncina dell’oleodotto. Inoltre l’oleodotto russo in quella regione era stato ultimato già dal ’99, mentre quello USA, nel 2001, era ancora in alto mare per problemi di rapporti fra Usa e governo Afgano. La soluzione era semplice: bastava eliminare la radice del problema, cioè il governo Afgano, e sostituirlo con un governo fantoccio connivente. Detto…fatto!

Ora però bisognava anche render conto al mondo intero, a cui la guerra di conquista era stata spacciata per la caccia allo scalpo di Osama Bin Laden. Ma come fare? Non lo si poteva mica catturare o uccidere: è l’alleato segreto di Bush! Oltretutto, ora che i carrarmatini USA avevano conquistato l’Afghanistan, era ora di puntare dritti sugli obiettivi corposi, a partire dall’Iraq. Come fare?

Mumble, mumble, mumble….eureka!! Potremmo sfruttare a nostro vantaggio, hanno pensato i Bush e i neo-con, proprio … la mancata cattura di Osama!! Infatti ciò, in prima battuta, sembrava incrinare l’altissimo consenso popolare conquistato da Bush. Ma si trattava di un rischio controllato, perché la conseguenza più incisiva sugli americani e sul mondo intero si è rivelata un’altra: l’esasperazione della sete di vendetta esplosa dopo l’attentato del 11.9. Questo è stato il carburante necessario per ottenere l’approvazione mondiale alla virata verso l’Iraq!!

E così, senza troppa fatica, Bush è riuscito a spostare in un batter d’occhio i riflettori lontano dall’Afghanistan, chiudendo frettolosamente la ‘stagione di caccia’ a Osama con due frasi ormai mitiche: ‘Osama non è più la nostra massima priorità’ e ‘i nostri servizi di Intelligence hanno fatto l’impossibile per scovarlo, ma invano’ (che strano: la CIA è sempre stata capace di trovare anche nella parte opposta della galassia!) Quindi, complimenti alla strategia Bush: il rischio di un fallimento su un fronte è stato abilmente pilotato e convertito verso la speranza di un successo più grande su un altro fronte. E i risultati si sono visti: anziché esser cacciato via, Bush è stato rieletto, e questa volta a furor di popolo!

Non mi soffermo sulla conquista dell’Iraq, ma vorrei render noti alcuni ‘strani’ elementi, quasi ignoti, emersi a guerra conclusa: la società che gestisce tutti gli appalti per la ricostruzione dell’Iraq (maneggia vari miliardi di dollari) è in mano ai fedelissimi della famiglia Bush, così come le ditte di fornitura delle armi e quella incaricata del vettovagliamento ai soldati americani in Iraq. Come se ciò non bastasse quest’ultima ha avuto pure l’ardire di chiedere al Governo il rimborso di 42.000 pasti giornalieri contro i 14.000 che realmente fornisce (la porcata è stata scoperta, portata all’attenzione del Congresso USA e, ovviamente, insabbiata)

Una volta che l’Iraq, con tutti i suoi pozzi petroliferi, è passato sotto il controllo di Bush, era il momento di distogliere rapidamente l’attenzione mondiale dall’Iraq, perchè restavano troppi problemi irresolubili, e irrilevanti nell’ottica della conquista al petrolio, che rischiavano di ritorcersi contro Bush: la situazione socio-politica in Irak è nel caos e senza uscita, e troppi soldati americani ci stanno rimettendo le penne, accrescendo un pericoloso malumore nel popolo USA.

Quindi i tempi sono maturi per concentrarsi sull’ultimo obiettivo: l’Iran, che però è l’osso più duro!! Come fare? Per convincere il mondo ad attaccarlo non basta fomentare la paura di attacchi nucleari. Serve un secondo elemento…e i terroristi Hezbollah in Libano cascano a fagiolo!

Bush sa da anni che Iran e Siria forniscono armi a quei terroristi, eppure non ha mai mosso un dito (anche l’ONU, presente nel sud del Libano, non è che abbia fatto molto, nonostante il chiaro mandato del 2000). A luglio è quindi arrivato il momento di sfoderare questo asso nella manica Però serviva un ‘casus belli’ per sollevare la questione a livello mondiale. E anche stavolta …detto e fatto! Israele, devoto suddito degli USA, ha fatto astutamente risultare che i terroristi Hezbollah hanno attaccato per primi (quando ciò è falso, come ho dimostrato in un mio precedente articolo), lanciando un’offensiva di proporzioni bibliche contro così tanti innocenti. A questo punto si spiana sempre più la strada per l’Iran, che però non resterà con le mani in mano!!!

Spero che questo film di fanta-politica vi abbia appassionato. E spero soprattutto di essermi completamente sbagliato!! Purtroppo però finora nessuno e nessun fatto è ancora riuscito a dimostrarmi il contrario. Anzi…la successione dei fatti sembra avvalorare sempre più la mia ipotesi. E ciò mi preoccupa seriamente!!


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Bush-Bin Laden: odio o … amore?
21 settembre 2006, di : free_doors

ciao, forse possiamo capire qualcosa in più.Leggi ciò che segue, e guarda il programma in tv.


Gentili telespettatori,

Vi comunichiamo che domenica 24 Settembre alle 21.00 su RAI 3 andra’ in onda una puntata speciale di Report.

Verrà trasmessa l?edizione italiana di ?Confronting the evidence?, il primo filmato americano che mette in luce i punti oscuri dei fatti dell?11 Settembre e tutte le omissioni prodotte dalla Commissione d?indagine. Il filmato è stato prodotto nel 2004 da Jimmy Walter, un miliardario che ha investito 7 milioni di dollari di tasca propria per chiedere la riapertura della Commissione. Il DVD è stato distribuito in centinaia di migliaia di copie gratuitamente in tutto il mondo e l?utilizzo è libero da diritti, però nessuna tv pubblica e nessun network nazionale lo ha mai trasmesso. Eppure le riviste Forbes, Newsweek, USA Today, New York Times hanno accettato i soldi di Walter per pubblicare pagine di pubblicità nelle quali si sollevano dubbi e si chiede al Governo di rispondere. Quello che viene mostrato sono considerazioni, analisi e fatti che oggettivamente meritano di essere presi in considerazione. Certamente ?Confronting the evidence? ha prodotto un primo effetto: dopo la diffusione del video, circa 8.000 cittadini newyorkesi e 2.000 squadre di pronto soccorso e pulizia hanno fatto causa all?Agenzia per la protezione ambientale e al Sindaco di New York in merito alla respirabilità dell?aria. Il documento prova che l?EPA mentì pochi giorni dopo l?attentato dicendo che l?aria era respirabile, ed invitando tutti a tornare a lavorare. Molti di loro si sono ammalati. Secondo un recente sondaggio realizzato dalla ?Scripps Survey Research Center presso l?Universita? dell?Ohio?, piu? di un terzo degli americani sospetta che il governo abbia favorito gli attacchi o che non abbia intrapreso alcuna azione per bloccarli, mentre il 66,6% dei newyorkesi chiede la riapertura della Commissione dell?11 settembre.