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Un passo avanti e due indietro

Teorema dell’equilibrio nel giorno del "granchio". L’elezione del nuovo pontefice, Benedetto XVI. Joseph Ratzinger candidato "di bandiera".

di Francesco Chiantese - mercoledì 20 aprile 2005 - 5927 letture

Grande stupore nei confronti della nomina di Ratzinger al soglio pontificio, per tanti motivi. Quello che immediato mi viene alla mente e che, checché ne dicessero i giornalisti, mi faceva pensare all’ipotesi di questa nomina come assurda è che Ratzinger era, all’interno della Sistina, un candidato "bandiera".

Breve spiegazione, per i non pratici di cose vaticane. Il Candidato bandiera è uno che non viene votato per diventare papa, ma che viene votato solo alle prime due massimo tre votazioni, e che è rappresentativo di una corrente di pensiero della chiesa. In pratica serve a contare i voti ed a capire da che parte tirerà il vento, durante le votazioni successive e far cominciare le trattative.

In pratica è stato eletto il massimo esponente di una corrente. Il che vuol dire una ben precisa collocazione all’interno del difficile panorama ecclesiastico. Ma che corrente rapprensenta Ratzinger?

Nei molti anni in cui mi sono dedicato a seguire i movimenti dei magistero della Chiesa cattolica, ho avuto modo di osservare, attraverso i suoi scritti ed il suo operato ovviamente, una delle figure più particolari dell’ultimo trentennio della gerarchia ecclesiastica. Non riporterò qui la biografia di Ratzinger, in altro articolo ben descritta, e sicuramente intuibile da una rapida lettura del sito www.ratzinger.it.

Partirò da una piccolissima esperienza diretta. Ricordo di una cena, avvenuta circa tre anni fa a Roma, con al tavolo un vescovo, due sacerdoti ed alcuni responsabili di una associazione nazionale cattolica molto diffusa; ovviamente, non avendo modo di chiedere il permesso ai presenti e volendo comunque citare l’evento, tacerò i nomi. Ma non importa. Molte volte, nelle grandi organizzazioni (come la chiesa) le cariche hanno un percorso ed i nomi che vi stanno dietro, ne hanno un altro. Ricordo, dicevo, che quella sera Ratzinger venne chiamato dal vescovo con cui stavamo conversando il "granchio".

E’ facile infatti, scorrendo i documenti da lui scritti a nome della Sacra Congregazione per la Difesa della Dottrina Cattolica (che ha il compito di indirizzare tra le altre cose le scelte morali dei fedeli e della gerarchia, o anche semplicemente mettere all’indice questo o quel libro...), notare il perché di questo, poco grazioso devo ammetterlo, nomignolo.

Ogni qual volta Giovanni Paolo II (che comunque sulla Morale era estremamente fermo, non dimentichiamolo) restituiva col suo papato un segno di apertura, ad esempio verso le altre chiese, Ratzinger correva in senso opposto, trascinando la Chiesa con sé. Com’è possibile? Com’è possibile che la massima autorità di una religione, venga condizionata a tal punto, da un Ufficio religioso (fondamentale) ma anche estremamente sconosciuto alla maggioranza dei fedeli?

Semplice. Ogni volta che il Papa si esprimeva in un senso, arrivava dopo pochi giorni una lettera della Sacra Congregazione... etc etc... che spiegava "cosa realmente intendeva dire il Papa, alla luce di quella che è la "vera" dottrina della fede". In pratica è semplice, basta poco: inquadrare le affermazioni di qualcuno, alla luce di una "tradizione" e di una dogmatica riducendone l’impatto. Ratzinger è stato, negli ultimi anni, l’uomo che aveva il reale compito di dire "cosa fosse da cattolico e cosa no". Vi risparmio le posizioni dell’attuale papato su omosessualità, o vi risparmio l’ipotesi di dove vadano a finire le istanze del ruolo della donna all’interno della chiesa... perché sono temi su cui questa grande organizzazione dibatte internamente da tanto e su cui continuerà a farlo.

Quello che mi preme è la grande chiusura, di cui Ratzinger si è fatto testimone, nei confronti della altre religioni... quando ha insegnato a tutti, con la solita lettera, cosa realmente volesse dire il Papa con "chiese sorelle" o con l’enciclica (in qualche modo rivoluzionaria, per quanto possa esserne un documento papale) "ut unim sunt".

Quello che mi preme ancora di più, perché esce dal quello che può essere il rapporto tra i fedeli e la propria gerarchia, è l’ingerenza che questo nuovo papato continuerà ad avere sulla vita politica.

Tralasciando che, come era prevedibile, Ratzinger è vicino a Comunione e Liberazione ed all’Opus Dei (due organizzazioni di cui, a dispetto di quanti le vivono per profonda fede e dedizione, in più occasioni sono servite a strumento di interazione con l’economia. Basti pensare a quante società e scuole private sono, di fatto, controllate da gruppi di CL in Italia... o al grande patrimonio dell’Opus Dei nel mondo...); vi lascio due sue parole, autografe, sul rapporto tra i cattolici e la politica:

"nessun fedele tuttavia può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica"... che non vuol dire, attenzione, che i Cattolici devono, per essere tali, seguire la dottrina della chiesa cattolica in materia politica (affermazione che potrebbe essere considerata lecita) ma che non dovrebbe essere, appunto, considerato valido il "principio del pluralismo e dell’autonima in politica".

Infatti, aggiunge: "È oggi verificabile un certo relativismo culturale che offre evidenti segni di sé nella teorizzazione e difesa del pluralismo etico che sancisce la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi della legge morale naturale."... (cos’è la legge Morale Naturale? La Morale della Chiesa, secondo il catechismo della Chiesa cattolica, ovvio...)

Ed ancora: "A seguito di questa tendenza non è inusuale, purtroppo, riscontrare in dichiarazioni pubbliche affermazioni in cui si sostiene che tale pluralismo etico è la condizione per la democrazia." Ma dai! E’ inaudito... il pluralismo etico come base della democrazia... mah...

"Avviene così che, da una parte, i cittadini rivendicano per le proprie scelte morali la più completa autonomia mentre, dall’altra, i legislatori ritengono di rispettare tale libertà di scelta formulando leggi che prescindono dai principi dell’etica naturale..." (questa si commenta da sola)

Ovviamente, il testo che cito (per eventuali riscontri) è: "Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica 24 novembre 2002" (rintracciabile nella sezione documenti di Ratzinger.it)

Proverò in più occasioni a raccontare Ratzinger, questo nuovo papato, attraverso i suoi documenti. Importante, per tutti noi infatti, capire chi coordina una delle maggiori forze politica del paese. La Sacra Romana Chiesa.

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Vauro ieri su Il Manifesto
...e se quel cattivo di vauro avesse ragione?


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