OLIVER TWIST: Il più celebre romanzo di Dickens ritorna sul grande schermo
di
calogero
- venerdì 9 dicembre 2005
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“Ho capito subito che se si fossero incontrati Roman Polanski e Charles Dickens si sarebbero trovati magnificamente insieme e avrebbero trascorso delle fantastiche serate condite da grasse risate. Non puoi far dirigere un film tratto da un’opera di Shakespeare da un regista qualunque che non sarebbe in grado di sostenere una conversazione con il drammaturgo neanche per cinque minuti” così ha commentato l’attore Ben Kingsley lo straordinario “incontro” tra il regista Premio Oscar per Il Pianista ed il sommo romanziere inglese. Pretesto dell’ appuntamento, il capolavoro Oliver Twist che vede uno dei registi più visionari della storia del cinema (Rosemary’s Baby, Chinatown) impegnato a farne una nuova e personale versione cinematografica che ci riconcilia con la bellezza ed il piacere di un film “classico” come da tempo non ci capitava di vedere sul grande schermo. Le peripezie di Oliver che nella Londra di recente industrializzazione del XIX secolo cerca di sopravvivere al suo misero destino di orfano finendo tra le grinfie del furfante Fagin - con alle sue dipendenze un gruppo di giovani ladruncoli - davanti alla macchina da presa di Polanski diventano i meravigliosi “quadri” di tappe di crescita e maturazione che ci conquistano per il profondo ed espanso afflato narrativo ed una resa tecnica magistrale ed impeccabile. Quindi, per dovere di cronaca, vanno menzionati il direttore della fotografia Pawel Edelman (Il Pianista), lo scenografo Allan Starski e la costumista Anna Sheppard (Schindler’s List), la musicista Rachel Portman (Emma) e lo sceneggiatore Ronald Harwood (Il Pianista) che ha saputo diligentemente far rivivere lo spirito e l’epica delle 400 pagine del romanzo in 130 minuti di pellicola. A Polanski il merito di una trasposizione lineare e fluida che lungi da qualsiasi azzardo registico ci restituisce in pieno la poesia ed universalità di una storia di sopravvivenza dove a trionfare è la bontà. Il plauso per un’azzeccata scelta di interpreti - pescati nell’inesauribile e meraviglioso calderone degli attori inglesi - con un Barney Clarke/Twist d’ipnotica malinconia ed un Ben Kingsley/Fagin d’impressionate aderenza fisica e notevole talento. Ed una meritata lode per il coraggio di aver riportato al cinema la storia dell’eterna lotta del bene contro il male quanto mai attuale, urgente e necessaria in tempi in cui la pietas umana, il calore del perdono e la forza dei sentimenti sembrano abbiano perso il loro vigore.
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