OK. Il prezzo di 3 euro ad articolo è giusto

Mondiali di calcio: il Fatto dice no ‒ Nuovo inserto economico per il Quotidiano Nazionale ‒ A Bali più di 2 mila giornalisti ‒ Multato giornalista russo ‒ Ogni utente segue 18 influencer ‒ Giornata mondiale della Tv

di Adriano Todaro - mercoledì 23 novembre 2022 - 3178 letture

MONDIALI DI CALCIO E GIORNALISTI ‒ Domenica 20 novembre sono partiti i Mondiali di calcio in Qatar. Sono stati costruiti otto stadi (alla fine ne resterà solo uno. Gli altri saranno abbattuti) con uno spreco enorme di aria condizionata all’aperto. A destare preoccupazione la condizione dei lavoratori – si parla di oltre 6.500 vittime tra gli immigrati che hanno preso parte alla costruzione degli impianti – è la mancanza di diritti nel Paese. I giornalisti, ad esempio, debbono scrivere solo di calcio, con divieti di filmare alcune aree ed edifici e l’obbligo per giornalisti e operatori di registrarsi su due app (Ehteraz e Hayya), sulle quali in molti hanno già sollevato dubbi per il rispetto della privacy. Inizialmente la vendita di alcolici doveva essere autorizzata attorno agli stadi in appositi stand. Poi è arrivata la retromarcia. L’unica zona franca saranno le aree ‘hospitality’ degli stadi, con accessi a costi esorbitanti. Lì tifosi Vip e milionari potranno sorseggiare liberamente champagne, vino e liquori. Per protesta, il Fatto Quotidiano ha deciso che per tutta la durata dei Mondiali, «non comparirà un solo articolo, una sola riga, una sola parola sulle 64 partite in programma fino al 18 dicembre. Questa competizione sportiva per noi non esiste, non essendoci niente di sportivo…».

QN - ECONOMIA & LAVORO ‒ Il Quotidiano Nazionale (Resto del Carlino, Nazione e Giorno) presto avrà un inserto settimanale con le principali tematiche legate alle eccellenze in tutti i territori italiani. La presentazione del nuovo inserto è avvenuta a Milano, lunedì 21 novembre.

A BALI PIÙ DI 2 MILA GIORNALISTI ‒ Sono stati esattamente 2.346 i giornalisti accreditati a seguire il G20 di Bali. Gli indonesiani erano 527; i rimanenti arrivavano da ogni angolo del pianeta. I giornalisti, ogni giorno, erano sottoposti a tampone anti Covid. Alla fine, come riporta Adnkronos, i giornalisti hanno avuto doni-ricordo fra cui la borraccia rivestita di bambù, un power bank, il cappellino, l’ombrello rosso e l’agenda realizzata con un tradizionale tessuto indonesiano. Tutti meticolosamente marcati G20.

MULTATO GIORNALISTA RUSSO ‒ Timofey Yefremov, vice direttore del sito di notizie Yakutia.info è stato sanzionato con una multa di 30mila rubli (500 euro) dopo essere stato giudicato colpevole di aver screditato le forze militari. Il giornalista aveva rilasciato un suo commento al canale televisivo indipendente Dozhd Tv sulla protesta contro la guerra delle donne in Yakutia lo scorso 25 settembre. Il tribunale ha stabilito che Yefremov ha screditato le forze militari usando la frase «non invierete una donna al fronte». Il “fronte”, recita la sentenza, può esistere solo in una guerra e la Russia è solo impegnata in una «operazione militare speciale», non in una guerra. Avrebbe dovuto usare il termine «linea di contatto».

INFLUENCER A GOGO ‒ Si chiama influencer marketing ed è un comparto che in Italia vale quasi 300 milioni con una crescita, nell’ultimo anno, dell’8%. Uno studio della Doxa riporta che la ricerca ha coinvolto 1.000 utenti e follower di almeno un influencer. Così si viene a sapere che ogni utente segue in media 18 influencer, di cui due terzi sono influencer italiani e un terzo stranieri. Seguire un infuencer significa acquistare prodotti da loro consigliati.

GIORNATA DELLA TV ‒ Oramai ci sono giornate dedicate a tutto, dalla mamma agli zii, dalle donne ai cani. Poteva mancare una giornata dedicata alla Tv? Certo che no. E così in tutto il mondo, lo scorso 21 novembre, si è celebrata la Giornata internazionale della Tv. Poco prima di Natale e delle feste di fine anno, periodo adatto per la pubblicità. Per l’occasione, da lunedì 21 novembre le Tv trasmetteranno uno spot di 30 secondi in tutto il mondo.

IL PREZZO È GIUSTO ‒ Tre euro per articolo? Massì va bene così. Almeno questo è quello che pensa il Tar del Lazio a seguito di un ricorso presentato dall’Associazione Stampa Romana ed Associazione Stampa Siciliana volto ad ovviare alla mancata emanazione di tariffe minime di legge vincolanti per gli editori. Una vicenda che va avanti sin dal 2006 con il decreto dell’allora ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani che aboliva le tariffe minime professionali. Obiettivo: tutelare la concorrenza. Sono passati 16 anni e le cose non si risolvono. Anzi. Sempre più persone hanno retribuzioni da fame mentre si allargano le loro competenze. Dare 3 euro per un articolo di giornale è vergognoso tanto più che questi giornalisti non hanno nessuna copertura né legale e neppure assicurativa. In più tutte le spese vive (benzina, telefono ecc.) sono a loro carico.


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