Maria sì maria no: il dibattito sulla cannabis e derivati
Il dibattito sulle droghe anche attraverso tre diverse proposte di legge presentate al Parlamento Italiano
Da 4500 anni la storia dell’umanità e quella della Cannabis sono venute ad intrecciarsi tra loro. Nei secoli gli uomini hanno usato la Cannabis, nelle sue due varietà (indica e sativa), per un’infinità di scopi e di pratiche. Conosciuta anche con il nome di Canapa, è stata usata in cerimonie religiose in diverse civiltà, è stata utilizzata per produrre tessuti, tele, corde, vele. E stata usata a scopi medici, alimentari, per fare carta, per produrre olio combustibile e addirittura come materiale da costruzione. E ovviamente è stata sfruttata per le sue qualità psicoattive, ed è stata quindi fumata. Di questi tempi il dibattito sulla Cannabis e sui suoi derivati, primi fra tutti hashish e marijuana, è quanto mai acceso. Nel senso che ognuno dice la sua. E le posizioni in materia vanno dalla demonizzazione alla beatificazione passando fra tutte le tappe intermedie. Così fra chi vuole criminalizzare l’uso, la detenzione, la coltivazione e chi, invece vuole liberalizzare, la lotta sembra non portare a nulla di nuovo.
Mentre di nuovo ci sarebbe tanto. Decine e decine di ricerche scientifiche che vedono la Cannabis, i suoi derivati e alcuni dei suoi principi attivi (tra i più importanti il tetraidrocannabinolo il cannabidiolo e il dexanabinol) al centro dell’attenzione. Perchè questa controversa pianta sembra avere effetti positivi in un ampio raggio di applicazioni cliniche. Citando alcuni esempi: abbassa la pressione intraoculare ed è quindi sperimentata per la cura del glaucoma, riduce il senso di nausea ed inappetenza ed è quindi utile sia per chi è sottoposto a chemioterapia sia per chi è in cura per HIV, riduce la spasticità muscolare e sembra avere effetti positivi per i malati affetti da sclerosi multipla, è analizzata anche per i suoi effetti positivi nel controllo dell’epilessia, è studiata per i suoi effetti analgesici e anti-infiammatori nella terapia contro il dolore, per i suoi effetti antiossidanti e neuroprotettivi nei casi di trauma cranico o ictus e tanti altri ambiti di cui non riusciamo a tenere il conto.
Diversi paesi hanno già recepito le esigenze della scienza e dei malati ed hanno avviato programmi di ricerca (Spagna, Inghilterra, Belgio sono solo alcuni). In altri paesi come Olanda, Canada, Californi e Nevada è già legale l’uso terapeutico dalla Cannabis. In Canada, dal luglio dello scorso anno, è legale anche la coltivazione per uso medico personale. E l’Italia?
In Italia: "Chiunque, senza autorizzazione, produce, fabbrica, estrae, offre, pone in vendita, distribuisce, acquista, cede o riceve a qualsiasi titolo, procura ad altri, trasporta, importa, esporta, passa in transito o illecitamente detiene, fuori delle ipotesi previste dagli articoli 72 e 80, sostanze stupefacenti o psicotrope, di cui alle tabelle I e III, previste dall’art. 12, è punito con la reclusione da quattro a quindici anni e con la multa da lire tre milioni a lire cento milioni." (Legge 22 dicembre 1975, n. 685). La Cannabis è fra queste sostanze, o almeno lo è quella varietà e qualità di Cannabis che contiene più dello 0,5 di THC (tetraidrocannabinolo), e per il momento non c’è nessuna legge che prevede il suo uso terapeutico. La legge, in realtà sembrerebbe lasciare spazio a qualche possibile "autorizzazione". Ma in via di fatto è talmente complicato riuscire ad avere queste autorizzazioni da rendere pressochè impossibile ogni tentativo.
Alla discussione del Parlamento Italiano sono state presentate tre proposte di legge (in allegato) che esemplificano quanto le posizioni sulle cannabis e i suoi derivati siano varie e contrastanti.
Il "consenso" verso un uso clinico della Cannabis sembra però allargarsi sempre di più, anche in Italia. E sarebbe auspicabile che si allargasse ancora, fino a diventare talmente pressante da costringere la nostra classe politica a non potersene sottrarre e ad aprire gli occhi su ciò che, in campo scientifico, sembra qualcosa più che una semplice prospettiva.
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We would appreciate an English transalation. Thank you very much. Gabriel Fernandez MD Retired Neurosurgeon E Mail gfdz1@aol.com
Sono meravigliata dal fatto che tra le varie malattie in cui la Cannabis può essere utilizzata a scopo terapeutico non rientri una delle peggiori e più sentite tra la popolazione giovane: la società. Purtroppo si vive in un mondo che proprio a noi giovani non lascia nulla se non le briciole di una libertà ormai scomparsa. Lo "spinello", compagno dei nostri genitori, è un valido componente della quasi scomparsa socializzazione giovanile, una cura alla tristezza della prigionìa...che si fa, la si considera o no una "medicina sociale"?