Cose che ho fatto nei centri sociali

Quello in foto sono io, tanti anni fa, in un centro sociale occupato e autogestito. L’Auro di Catania. Era la festa di finanziamento del giornale Girodivite con cui collaboravo.

Festa di Girodivite all’Auro (Catania)

I centri sociali sono probabilmente uno dei bersagli della nuova legge che sta sfornando il governo Meloni. Dietro i centri sociali c’è tanta mitologia e tanta confusione. Chi non c’è mai stato pensa che siano luoghi di perdizione e criminalità. Per tanta sinistra sono un avamposto rivoluzionario. In realtà, come spesso accade, sono una via di mezzo ed è impossibile generalizzare.

Cose che ho fatto nei centri sociali:

Fatto politica.

Ballato.

Ascoltato concerti che altrimenti non ci avevo i soldi.

Amoreggiato.

Conosciuto tanta gente.

Fumato canne.

Visto mostre.

Partecipato a laboratori.

Osservato bambini fare doposcuola.

Visto palestre popolari (ma io giusto sollevamento forchetta).

Visto film.

Fiere di fumetti.

Tornei di scacchi.

Politiche attive contro le droghe pesanti.

Lotta alle mafie.

Inclusione sociale.

Bevuto.

Fiere editoriali.

E tante altre cose. Tantissime altre cose. Il 99% delle quali assolutamente legali e a costi irrisori. Altrimenti improponibili a spiantati come me. Ovviamente i centri sociali sono illegali. Partono da una occupazione abusiva di posti abbandonati da decenni. Riqualificati facendosi un mazzo grosso così e restituiti al tessuto sociale e alla fruizione di tutti e tutte.

Ci tengo a ricordare che nel nostro paese, oltre agli oratori, i centri sociali sono fra i pochi luoghi di aggregazione giovanile sana. Si, sana. Sebbene la cosa può sembrarvi strana nei centri sociali c’è un discreto rigore. Poi va beh, c’è anche molta libertà.

Per me sono luoghi di enorme importanza e ovviamente, da sempre, un bersagli delle destre.

Adesso un ottimo bersaglio.

Questo articolo è stato pubblicato nello spazio blogger di Ugo, su Facebook.