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La sottile linea d’ombra che porta al buio

Fin qui tutto bene...

di Sergej - sabato 17 ottobre 2009 - 1823 letture

Scrive Wittgenstein (Luca Sofri):

"Niente è più intollerabile in questo paese, intanto. Ogni giorno sposta l’asticella più su. Pensavo che la delegittimazione della Corte Costituzionale da parte del Presidente del Consiglio avesse segnato di fatto la fine della Repubblica come la conosciamo. Non per ragioni simboliche o di democrazia, ma banalmente formali: se abolisci il senso dell’organo che stabilisce cosa sia giusto e cosa sbagliato, abolisci il giusto e lo sbagliato. D’ora in poi lo decidi tu. Se abolisci chi decide cosa dica la Costituzione, abolisci la Costituzione. Poi magari il paese funzionerà lo stesso, ma è un altro sistema politico. Non è più la Repubblica fondata sulla Costituzione. Ok? Ve lo siete segnato? Adesso potete tornare alle vostre occupazioni."

La linea d’ombra avanza, un po’ come la metafora del vuoto che tutto inghiotte del libro di Ende (La storia infinita). Ricordava Furio Colombo in una vecchia intervista come i suoi genitori conservassero, rilegati, i giornali degli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale. Scorrendoli si poteva vedere come giorno dopo giorno il fascismo avanzasse. "Fin qui tutto bene", dice il protagonista di un film francese di qualche anno fa. Stiamo precipitando, fin qui tutto bene...

PS: "È la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani... A ogni piano, mentre cade, l’uomo non smette di ripetere: "Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene". Questo per dire che l’importante non è la caduta ma l’atterraggio". La frase iniziale del film di Hubert Koundé, L’Odio (La haine), 1995.


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