Creare due, tre molti Vietnam
"È l’ora dei forni e non si deve vedere altro che luce" (José Martí)
In questo momento di "guerra mondiale a pezzi" (come dice Bergoglio papa), ovvero "la guerra grande" (copyright Limes e Lucio Caracciolo), "guerra mondiale diffusa" ecc_ sovviene il titolo di un vecchio opuscolo, pubblicato dalla Libreria Feltrinelli nel 1967. Si intitolava appunto: "Creare due, tre molti Viet-Nam". Viet-Nam con il trattino. Di lì a poco sarebbe diventato nell’uso comune Vietnam senza trattino, come si usa ancora oggi a distanza di decenni [1]. L’autore era un certo Ernesto Che Guevara. L’opuscolo, di una sessantina di pagine, usciva assieme a un altro articolo di Che Guevara: "Il socialismo e l’uomo a Cuba" [2].
In una breve nota dell’opuscolo si spiegava:
"Il comandante Che Guevara ha scritto questo articolo per la nuova rivista Tricontinental, il cui primo numero è previsto per il prossimo giugno. Data l’importanza fondamentale del testo, però, il Segretariato Esecutivo dell’OSPAAAL (Organizzazione di Solidarietà dei Popoli d’Africa, d’Asia e d’America Latina) ha deciso di pubblicare a sé lo straordinario messaggio del leggendario combattente rivoluzionario, diretto ai popoli di tutto il mondo, senza attendere l’uscita della rivista".
Per inciso, il testo era pubblicato in traduzione dallo spagnolo da Tilde Riva. L’opuscolo costava 150 lire (più o meno equivalenti a 1,52 euro di oggi [3]).
Poco dopo, mentre il testo di Che Guevara circolava in varie forme tra i giovani dell’epoca, nel 1968 era Ivan Della Mea a incidere una canzone, intitolata appunto "Creare due tre molti Vietnam". Il testo era questo:
A chi mi aspetta in buona o mala fede
a chi mi chiede «A Cuba cos’hai visto?»
risponderò
«La rivoluzione».
Amico ho visto la rivoluzione
da L’Avana a Santiago nella gente
giorno per giorno la rivoluzione
uomo per uomo la rivoluzione
come lotta continua nel presente.
A chi mi aspetta in buona o mala fede
a chi mi chiede «Fidel tu l’hai visto?»
risponderò
«Amico si l’ho visto
sette milioni ho visto di Fidel
da L’Avana a Santiago nella gente
giorno per giorno sempre con Fidel
uomo per uomo sempre con Fidel
nella lotta continua col presente»
A chi mi aspetta in buona o mala fede
a chi mi chiede «Fidel ti ha parlato»
io urlerò
«Cuba mi ha parlato».
Il dovere del rivoluzionario
è solo fare la rivoluzione
e sola via è la lotta armata
è la guerriglia nel Vietnam
come in Bolivia come nel Vietnam.
A chi aspetta in sola malafede
e ancora chiede «Fidel ti ha parlato»
io urlerò
«Cuba mi ha parlato»
io urlerò
«Cuba mi ha parlato».
Creare due tre molti Vietnam
Creare due tre molti Vietnam
Creare due tre molti Vietnam.
Anche di te Cuba mi ha parlato
anche per te Cuba mi ha parlato
contro di te Cuba mi ha parlato
è nella tua fabbrica il tuo Vietnam
nel tuo padrone il tuo Vietnam
nella tua scuola il tuo Vietnam
nella carica della polizia il tuo Vietnam.
Creare due tre molti Vietnam
Creare due tre molti Vietnam
Creare due tre molti Vietnam.
Giorno per giorno sei nel Vietnam
ora per ora sei nel Vietnam
contro di te Cuba mi ha parlato
contro di te Cuba mi ha parlato
contro di te Cuba mi ha parlato.
Creare due tre molti Vietnam
Creare due tre molti Vietnam
Creare due tre molti Vietnam.
Una specie di mantra rivoluzionario. L’idea di una espansione della rivoluzione, il sollevamento di tutti i popoli oppressi contro il nemico capitalistico.
Deve essere accaduto qualcosa nel frattempo. Ah, sì, i ricchi hanno vinto. E hanno scatenato loro la "loro" rivoluzione - chiamata "neoliberista" e spacciandola come una cosa buona. D’altra parte loro hanno i comandi del marketing e sono in grado di imbonire per buona qualsiasi cosa. E così sono loro che stanno facendo i "vietnam". Prima con le "primavere arabe" e poi con le "guerre intelligenti" quelle che esportano la "democrazia". Fino al momento attuale che vede il blocco anglo-americano appicciare fuochi dappertutto, dove può - Ucraina, Moldavia, Romania, Georgia, Siria, Sahel, Yemen, Taiwan... -, soprattutto attorno alla cortina che separa "l’occidente" dal blocco orientale (Cina e Russia). Mille focolai di guerra tutto attorno a sé nel tentativo di isolarsi dal “contagio” del resto del mondo ovvero nel tentativo di dividerlo e bruciarlo. La dottrina dell’isolamento. Come quando nell’Inghilterra ottocentesca si guardava la costa dell’Europa invisibile per la nebbia e si diceva: "l’Europa è isolata".
(È come se quelle classi sociali che avevano subito nel periodo precedente l’offensiva delle classi antagoniste, nel periodo successivo - di reazione o di riflusso - si siano sentite in dovere di utilizzare le stesse "tattiche" e a volte anche le stesse parole d’ordine ma cambiate di segno, del nemico baldanzosamente esibitosi nel periodo precedente e ora in ribasso. Magari, semplicemente, nel tempo nuovo quelle classi al potere stanno semplicemente utilizzando quelli che prima remavano contro e che ora invece - per età o per convenienza - hanno maturato l’idea che dopotutto uno stipendio è meglio che niente e sono passati al servizio dei potenti... Come si dice: hacker da giovani, addetti stampa da vecchi; ovvero rivoluzionari da giovani, pompieri da vecchi... Ma chissà)
Chi di fuoco ferisce di fuoco perisce, si diceva una volta. Chi sarà che alla fine del giro rimarrà con il cerino spento in mano?
Due link sotto, finché saranno attivi, alla versione di Ivan della Mea:
(Come sta nel frattempo Cuba? Male. Noi, speriamo che noi ce la caviamo e che Cuba sopravviva).
- Copertina di Creare due, tre molti Viet-Nam, di Ernesto Che Guevara
[1] Ad es_ l’edizione del 1996 di Baldini & Castoldi ha come titolo: "Creare due, tre molti Vietnam". Questa edizione ha 28 pagine e 21 cm di altezza.
[2] Esiste una edizione con il solo testo sul Viet-nam, ma uscito con puntine metalliche, nello stesso anno. Il titolo era: Creare due, tre, molti Viet-Nam: è la parola d’ordine. 29 pagine, formato colori e copertina per il resto simili, altezza costola 18 cm.
[3] Oggi un prodotto di questo formato non potrebbe essere venduto a meno di 5-6 euro, visti i costi della filiera.
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