La Tv fra Fedez e Report

In Rai ci sarà sempre censura fin quando i partiti l’occuperanno – Report ha fatto il proprio dovere: quello d’informare – Una domanda: ma che ci stanno a fare M5S, Pd e Leu in questo governo?

di Adriano Todaro - venerdì 7 maggio 2021 - 1516 letture

Ho seguito, come molti di voi, la vicenda riguardante il cosiddetto rapper-influencer Fedez e la vicenda di Report con il filmato in cui si vede l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, a colloquio, in una piazzuola dell’autostrada, con il dirigente del Dis (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), Marco Mancini. Cominciamo dal caso Fedez. Che siamo messi male è cosa risaputa. Bisognerebbe, però, domandarsi il perché. Perché avvengono così tanti dibattiti e prese di posizione quando un tizio, in genere cantante o attore, prende posizione su questo o quell’argomento o problema? Perché ormai non è più la politica che dice quelle cose, che dovrebbe dire quelle cose, ma un cantante il quale ha criticato, con prove inoppugnabili, l’omofobia della Lega che siede al governo assieme a M5S, Pd, Leu e che non vuole una legge che farebbe solo bene a tutti, non solo ai gay. E questi partiti che fanno? Continuano a starci al governo con la Lega? E il Santo Subito Draghi come la pensa? Non è dato sapere e neppure il “muto di Palermo” che li ha voluti, tutti assieme, nella compagine governativa. Mi sembra un dibattito stucchevole quello innescato da Fedez, diventato per certa sinistra un novello Lev Trockij. E intanto i giornali dedicano al caso paginate intere e pochissime righe ai morti di lavoro in fabbrica. C’è stata da parte della Rai censura? Certo che sì. C’è sempre stata e ci sarà sempre fin quando le segreterie politiche occuperanno la Rai. Non c’è soluzione. L’unico modo per cambiare questo sistema e cacciare i partiti dalla Rai. Ma chi avrà il coraggio di farlo? Dovrebbe essere il Parlamento, quindi i partiti, quindi… Questo assurdo dibattito finirà con una bella trasmissione riparatrice dedicata al caso con i protagonisti in studio, in uno studio neutro e con contradditorio, s’intende, ad esempio dalla signora D’Urso. Poi, a fine trasmissione, tutti felici e contenti: «Se famo du’ spaghi?».

Diversa la situazione di Report, una trasmissione cui dovrebbero andare i ringraziamenti dei dirigenti Rai non solo per gli ascolti, ma per l’alta qualità del prodotto. Invece Report deve lottare continuamente, da sempre, contro personaggi messi in Rai da questo o quel partito, pupazzi, figurine ben nutrite da lauti stipendi. Se io ricevo un filmato non anonimo, ma palese con nome e cognome, io giornalista ho il diritto-dovere di pubblicarlo, salvaguardando la fonte, dopo aver fatto le indispensabili verifiche. È vero che nel filmato si vede chiaramente che uno dei due personaggi che chiacchierano è l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi? Sì, è vero. È vero che l’altro personaggio è Marco Mancini, dirigente del Dis già coinvolto nel sequestro di Abu Omar e Telecom e salvato grazie al Segreto di Stato? Sì, è vero. Ed è normale che un uomo politico, un ex presidente del Consiglio, parli con un dirigente dei Servizi segreti in una piazzola dell’autogrill a Fiano Romano come se fossimo in un poliziesco di serie B? No. Non è normale soprattutto tenendo conto che lo stesso politico aveva fatto cadere il governo Conte proprio per le sue mire sui Servizi segreti. Ecco, allora, che si sono scatenate le fanterie di Renzi con accuse a Report, falsi dossier, fantomatiche fatture pagate in Lussemburgo e così via. Renzi è difeso da Salvini. Ma va? Non avrei mai creduto.

Adesso attendiamo che l’Ordine dei giornalisti dica qualcosa in merito.


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