L’insostenibile leggerezza del “Cosa vuoi che sia”
Un tifoso molesta una giornalista in diretta TV, ma per molti uomini (e donne) è solo una bravata.
Si sentono smarriti i maschi in ufficio, nei bar, per le strade, si guardano tra loro interrogandosi, meravigliati e increduli. Un uomo ha appena molestato in diretta nazionale una giornalista di Toscana TV, Greta Beccaglia, dopo la partita Empoli-Fiorentina di sabato 27 novembre, piantandole una mano sul sedere, non senza prima averla lubrificata col suo sputo testosteronico, mentre altri lo seguivano a ruota rivolgendole frasi oscene, scatenando una indignazione (più o meno) generale, alla quale mariti, compagni, fratelli, amici ancora non sanno dare una spiegazione, incapaci di percepire la gravità del gesto.
“Che succede? Che accade? Cos’è questo clamore??” : “Hanno sfiorato il culo a una donna, e che sarà mai!”, gli risponde il collega in ufficio, per il quale è ordinaria amministrazione palpare la collega, sfiorare una commessa, allungare la mano su una ragazzina che sale sul bus, un diritto acquisito dalla nascita in quanto portatori di pene, una sorta di ius sanguinis trasmesso da padre in figlio già dal Pleistocene, dunque così antico che più antico non si può.
Tanto radicato che sbuffano anche le donne, ultime vestali della mascolinità tossica, ben incastonate nella cultura patriarcale :“Che storie, è solo una toccatina!”, vero, mica l’ha gettata a terra stuprandola: perché sottilizzare?
Un diritto, mica una molestia, un gesto divertente su cui ridere fra maschi, tra una gomitata complice e un rutto libero con ravanata di palle d’ordinanza, mica un reato. Fioriscono disquisizioni sulla intensità della palpata a misurarne la gravità, come se non fosse il solo gesto in sé di sfiorare il corpo di una donna una materia da diritto penale. Lo dice anche il rodato Micheletti quell’insopportabile ‘cosa vuoi che sia’, che da studio assiste alla rivoltante molestia senza scomporsi, senza il minimo guizzo di indignazione, invitando per ben tre volte la signora Beccaglia, ancora sconvolta benché elegantemente controllata, a non prendersela, col tono paterno di chi invita alla calma la figlia seienne a cui hanno appena sottratto un pennarello.
“Non te la prendere”, perché non è successo nulla
“Non te la prendere”, perché lo abbiamo sempre fatto
“Non te la prendere”, non fare la difficile
Micheletti verrà prontamente sospeso e se la prenderà parecchio. Andrea Serrani verrà denunciato per violenza sessuale e frignerà tramutando il poderoso machismo in candore da debuttante: “Sono un uomo perbene, io, ho moglie e figlia”: applausi.
Quella telecamera ha inchiodato tutti gli Andrea, i Luca, Marco, Fabrizio, Giorgio, Alessandro e tutti i milioni di maschi le cui molestie passano silenziose e impunite nella nostra quotidianità senza testimoni.
Ancora troppo poco, tuttavia, per smontare la leggerezza di quel “cosa vuoi che sia” che spesso vede nella molestia un gesto di cui, incredibilmente, le donne dovrebbero sentirsi lusingate; è la convinzione malata del ‘Signora, ha goduto?”, rivolto a Franca Rame, violentando ancora la vittima nell’anima, preparando la strada a sentenze assolutorie che indulgono sulle esigenze ormonali del carnefice, scatenate dalla stessa vittima che…‘con quei jeans stretti fuori dallo stadio, te la sei cercata, Greta!’
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