Ispica, l’antica Spaccaforno

Una passeggiata marzaiola in uno dei tanti siti del barocco siciliano
Ispica fa parte di quei 45 centri distrutti dal terremoto che colpì la Sicilia orientale nel 1693. Di quel periodo, conserva i resti e la storia. Contaminata. Da quella speculazione edilizia che, in maniera ciclica e con il benestare dei vari amministratori, ha modificato la bellezza naturale di questi luoghi, arricchita dall’architettura barocca che, da un evento tragico come lo fu il terremoto, seppe far rinascere nello splendore queste località.
Visitare questi luoghi vuol dire fare i conti con i monumenti e le chiese ricostruiti nei secoli e la concezione moderna di edificare, senza alcun gusto particolare del bello, né la saggezza di lasciare invariato lo stile architettonico che, nonostante tutto, invidiano alla Sicilia nel resto d’Italia. Queste considerazioni non sono legate soltanto alla triste constatazione di edifici, spesso gestiti da strutture private quali banche di tiratura internazionale o da cittadini che hanno ottenuto misteriose concessioni edilizie, che fanno "bella" mostra accanto a palazzi storici e di contrastante concezione moderna. Valgono anche per le coste marine di competenza dei singoli paesi, già da decenni violentate e modificate della loro naturale caratteristica. Noi di Girodivite, una decina di anni fa ci occupammo del presunto abusivismo perpetrato nei confronti della costa Cirica presso la quale, furono autorizzate le costruzioni di villette private in una località famosa per la sua zona umida, approdo per diverse specie di uccelli migratori e dall’interesse storico e archeologico essendo la zona dove nell’antichità sorgeva la città di Apollinare.
Non si può non citare gli spettacoli indecorosi che, lungo le strade che dai centri abitati portano verso le zone di mare, danno la peggiore immagine di inciviltà, tra sacchetti della spazzatura abbandonati e oggetti di varia natura malcelati tra la macchia mediterranea ai bordi della stradine ancora sterrate che conducono nei più bei siti della Sicilia orientale che, sottolineiamo, dovrebbero essere incontaminati. Abbiamo potuto vedere accatastati mobili vecchi, materassi e elettrodomestici dismessi. L’avvento della raccolta differenziata, tralasciando volutamente qualsiasi congettura sull’efficacia e sulla correttezza dei sistemi utilizzati, ha in parte creato un alibi all’inciviltà. La mancanza di raccoglitori distribuiti sul territorio, come in altre occasioni dimostrato, non ha fatto altro che impedire ai visitatori occasionali, quelli del fine settimana per intenderci, di smaltire i rifiuti prodotti negli appositi contenitori. Dimostrato che nessun turista della domenica si sognerà mai di riportare al proprio luogo d’origine i residui della scampagnata, non trovando dove deporli, sceglierà la via più facile di smaltimento. Quella di abbandonarli lungo la strada del ritorno, creando delle vere e proprie discariche a cielo aperto improvvisate.
Da questa contraddizione, quindi, non è esente Ispica che, della su menzionata costa, da molti definita un vero paradiso terrestre con le sue spiagge i suoi faraglioni, ne è l’ente locale competente. Passeggiare tra le vie di questo antico paese, crea l’occasione per verificare di persona gli esempi di contrasto che, nello spirito di un inutile ammodernamento urbanistico, hanno sgraziato questo enorme patrimonio artistico, dotato di uno splendore sugli stessi livelli che si possono ammirare in altre località più blasonate, come la vicina Noto.
Chi si è accorto di quanto Ispica offrisse al visitatore, è il mondo della settima arte. Sono stati diversi i registi che, delle sue piazze, dei suoi corsi, dei suoi angoli, hanno saputo sfruttare l’unicità e la scenografia naturale di svariati set cinematografici che questa località ha offerto alla loro fantasia per arricchire le loro storie filmate.
Ci ricorderemo sicuramente del Divorzio all’italiana di Pietro Germi, girato nel 1960 ad Ispica, di Kaos del 1984 dei Fratelli Taviani. Si potrebbe citare anche qualche puntata de Il Commissario Montalbano, in epoca più recente e sicuramente più noto tanto da aver fatto porre all’ingresso del paese il cartello "Terre di Montalbano". Vogliamo ricordare anche il film di Franco Battiato, Perdutoamor del 2002, che utilizzò il loggiato di Santa Maria Maggiore per alcune scene, e Ficarra e Picone che nel 2014, utilizzarono alcuni angoli della cittadina per il loro Andiamo a quel paese.
Vogliamo ricordare anche la stupenda foto del maestro fotografo, amico di Girodivite, Armando Rotoletti, che ha immortalato con un suo scatto il Loggiato del Sinatra, foto contenuta nel suo libro Sicilia in Piazza. Occasioni per rilanciare al grande pubblico la curiosità di visitare Ispica e, anche, per constatare la progressione involutiva che, aiutati anche dal bianco e nero del film di Germi, ha stravolto parzialmente e, forse, irrimediabilmente, quanto il passato e la creatività degli architetti e degli artisti dei secoli scorsi ci hanno saputo consegnare.
Per giungere ad Ispica, consigliamo ai lettori di indirizzarsi verso la costa, uscendo dall’autostrada Catania-Siracusa all’altezza di Noto. Seguendo le indicazioni per Pachino, Portopalo, Ragusa, dopo alcune rotonde, molto in voga negli ultimi tempi da queste parti, si può scegliere di indirizzarsi dapprima verso la già menzionata Noto e ammirare quella che è considerata la capitale del barocco siciliano. In alternativa, seguire la SP 19, passando dalla Riserva Naturale di Vendicari, che merita sicuramente una sosta. Proseguendo, una visita a Marzamemi è doverosa, per ammirare l’antica tonnara e l’Isolotto Brancati che ospita la residenza fatta costruire in mezzo al mare dallo scrittore Vitaliano Brancati.
Da Marzamemi, ripercorrendo a ritroso dal mare le stradine che conducono al borgo, si potrà seguire l’indicazione verso l’autostrada sulla SP 26 fino a Rosolini, dove anche qui si potranno ammirare alcuni angoli barocchi di estrema bellezza. Da Rosolini, seguendo le indicazione verso Ragusa-Pozzallo, ci troveremo ad un bivio che conduce al Parco archeologico della Forza, dove si possono visitare i ruderi dell’antico abitato di Spaccaforno. Adiacente al parco, si giungerà infine ad Ispica.
Un breve itinerario naturalistico ed architettonico che, tra palazzi in minaccia di crollo, invasioni di cemento armato e lo scarso senso civico di chi ci abita e di chi ci passa solo da turista della domenica, offre ancora motivi per essere percorso. E’ per questo motivo che, umilmente, abbiamo deciso di donare ai nostri lettori alcune immagini di Ispica, dei suoi monumenti, dei suoi palazzi e delle sue chiese. Un modo per monitorare e provare a fermare eventuali altre "modifiche" che qualche amministratore dovesse partorire dalla sua stravagante immaginazione.
- Arco del Loggiato di Santa Maria Maggiore
- Loggiato Santa Maria Maggiore
- Basilica SS Annunziata
- Corso Garibaldi
- Campanile della SS Annunziata
- Palazzo Bruno di Belmonte
- Piazza Unità d’Italia con Torre dell’Orologio
- Piazza Unità d’Italia
- Torre dell’Orologio allo specchio
- Il barocco siciliano
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