Lipari, non solo turismo di massa
Un corso principale forse eccessivamente affollato di turisti, ma l’occasione per immergersi in un viaggio emotivo tra le stanze artistiche di un vecchio carcere isolano.
Quando si torna alle Eolie, assale l’ansia dello scatto mancato, dove scatto indica la frenesia di catturare lo scorcio, la roccia, il riflesso e qualsiasi particolare che si ha sempre la sensazione di non aver mai visto in precedenti occasioni.
Con le fotocamere analogiche si era più prudenti e ponderati scegliendo il momento che si pensava fosse il migliore. Ventiquattro o raramente trentasei pose del rullino, non concedevano troppe divagazioni o margini di recupero. La sorpresa la riservava la camera oscura e il laboratorio di fiducia.
Con l’avvento delle digitali il ruolo di fotografo turistico si è notevolmente complicato. Tra telefonini di ultima generazione e fotocamere in grado di catturare qualsiasi immagine e in qualsiasi condizione di luce, la tentazione di farsi venire un indice a "scatto", non solo per problemi di tendinite, è abbastanza frequente.
Le Isole Eolie offrono moltissime di queste tentazioni e anche scegliere a priori su quale isola approdare non è mai scontato. Sicuramente molti si saranno sentiti Nanni Moretti nel suo Caro Diario, film che quest’anno celebrerà i trenta anni dall’uscita nelle sale e ambientato in parte alle Eolie. Un film che tre decenni fa descriveva il disagio provato da un visitatore occasionale (se stesso) che, partendo da Lipari che lo sconvolgerà per il traffico, passando da Salina, Panarea, Stromboli, finirà ad Alicudi, selvaggia e senza acqua corrente ed elettricità.
Abbiamo voluto accettare la sfida e, prendendo spunto dal nostro Sergej che a luglio ci ha deliziati descrivendoci Salina (Salina, un breve reportage, Girodivite 1° agosto 2023), abbiamo scelto Lipari come meta e luogo del test.
A dirla tutta, inizialmente eravamo stati allettati dalla possibilità di raggiungere anche noi Salina e seguire il DocFest che è andato in programma dal 13 al 17 settembre e dal titolo invitante "Donne Oltre Confini". Una voglia poco repressa di mondanità e di rilassatezza che giustificasse il lento reinserimento alle attività quotidiane, dopo la pausa estiva di tutta la redazione, ci ha inchiodati a Lipari senza se e senza ma.
Sembrerebbe scontato poter dire che essere stati alle Eolie voglia dire non avere nuovi stimoli per ripetere l’esperienza, ma la realtà smentisce questa affermazione. A parte i colori delle stagioni che cambiano completamente l’approccio visivo con gli ambienti circostanti, una scelta obbligata per apprezzare meglio quanto Lipari offre ai suoi visitatori, è quella di girarla il più possibile a piedi.
E così sin dalla prima sera, dopo esserci accomodati nelle stanze liberty di un vecchio palazzo sul Marina Lunga, utilizzato nel passato anche come set cinematografico, abbiamo percorso tutto il Corso Vittorio Emanuele che porta a Marina Corta. Il crepuscolo della sera ci ha tolto qualsiasi dubbio sulla scelta di restare a Lipari.
La mattina seguente ci siamo diretti verso la Cittadella, la collinetta sopra il porto d’approdo degli aliscafi e delle navi. Luoghi già visti e rivisti tante altre volte, ma ritrovarsi lì davanti al panorama che si apre sul mare con accanto il palazzo del municipio, non si può considerare mai una sensazione già vissuta.
Sapevamo che da qualche anno l’ex carcere ospitato presso il castello ospita un museo di arte contemporanea e che in questi giorni le celle riqualificate sono state arricchite da una mostra di Alessandra Giovannoni e Tahar Ben Jelloun. Non potevamo mancare. Come non approfittare poi per rivedere il Museo dell’Ossidiana? Per non parlare dell’area archeologica, sempre degna di essere rivisitata tra le chiese presenti e il museo archeologico, tappa imprescindibile per chi viene a Lipari. Una sezione dedicata meriterebbe il Chiostro Normanno.
Un bagno irrinunciabile alla spiaggetta del Porto delle Genti, ridotta ormai a una stuoia di ghiaia da condividere con i pochi che hanno avuto la voglia di farsi la discesa fino all’arenile sapendo che quella discesa al ritorno sarebbe diventata inevitabilmente una salita. E poi come resistere alla tentazione di affittarsi una Panda di almeno dieci anni, giallo zabaione, anche se nel portachiavi i gestori del noleggio hanno avuto il coraggio di scrivere "miele"? Percorrere l’intero periplo della Sp 179, lungo i suoi quasi 30 km, soffermarsi ad abbagliare lo sguardo sulla ormai dismessa Pumex, l’azienda che dal 1958 al 2007 ebbe l’esclusiva della estrazione della pomice dalla cave presenti.
Raggiungere Acquacalda, altra località battuta dai marosi invernali e interessata dall’erosione costiera. Proseguire fino a Quattropani dove ci siamo tornati di sera in cerca di un tramonto indimenticabile che solo in parte ci ha fatto ammirare il sole che affondava lentamente in mare, dietro Salina e Panarea. Quattrocchi, conosciutissimo punto panoramico sui faraglioni tra Lipari e Vulcano. Infine Pianoconte per rientrare lentamente nell’abitato di Lipari.
In questo articolo vi mostreremo solo alcune immagini che descrivono quanto visto nei pochi giorni della nostra visita. Con un dossier fotografico a parte vi mostreremo una raccolta di emozioni che questa isola riesce ancora a suscitare nonostante quel turismo di massa, ancora abbastanza presente anche a settembre, che fece scappare Nanni Moretti trenta anni fa.
- Marina Corta tramonto
- Castello
- Castello panorama
- Mare Eolie
- Mare Eolie3
- Area archeologica
- Mare Eolie4
- Museo archeologico
- Museo dell\’Ossidiana3
- Porticello Cave di Pomice
- Quattrocchi panorama
- Chiostro normanno2
- Chiesa vecchia panorama
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