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Il Viaggio Meraviglioso

Se la chiamano la Perla dello Ionio, un motivo ci sarà di sicuro. Forse è perché ci trovi sempre una nuova sorpresa?

di Piero Buscemi - lunedì 16 luglio 2018 - 7392 letture

E poi ti può capitare di ritrovarti a Taormina in un pomeriggio di scirocco da 37 gradi, alle quattro del pomeriggio, con l’illusione che sarai uno dei pochi folli che, non avendo altro da fare, si faccia catturare dall’idea di farsi due vasche nella Perla dello Ionio.

A dire il vero, noi di Girodivite, qualcosa da fare ce l’avevamo pure. Un salto al Pala Congressi per ritirare gli accrediti della nuova attesa e sofferta edizione del Festival del Cinema, un’occhiata al programma e poi, una pausa di riflessione passeggiando sul corso principale.

Abbiamo scoperto, così, di non essere gli esclusivi della follia estiva che, piuttosto di andare a rinfrescarsi le idee sul primo litorale a disposizione sulla costa, avevano deciso di farsi trascinare dall’inerzia del caldo e percorrere il classico tragitto Porta Messina-Porta Catania, o viceversa, scambiando sorrisi sudati e cenni di intesa con le centinaia di turisti, instancabili affamati di emozioni che ogni angolo di Taormina sa ancora regalare.

Come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, Taormina ha anche la caratteristica che, partendo da un’idea, spesso si finisce per seguire una scia diversa di interesse, senza sapere neanche il perché. Un po’ come entrare in un supermercato con l’intenzione di acquistare una bottiglia d’acqua, e uscirne con un carrello pieno della spesa.

Tra le due divagazioni, sicuramente, preferiamo cadere nel magico canto delle sirene degli scorci taorminesi, ai quali non riusciamo a rinunciare. Se, poi, giunti a Porta Catania, lo sguardo viene catturato da una locandina che ritrae una mostra d’arte a Palazzo Duchi di Santo Stefano, presso la Fondazione Mazzullo, cedere alle tentazioni diventa un’ispirazione Oscarwildiana.

La locandina in questione portava il titolo "Time of Spirit", una mostra dedicata all’artista Tony Nicotra, conosciuto per le sue opere fluorescenti. Istintivamente ci siamo indirizzati verso le scale che portano al piano superiore del Palazzo, dove è ospitata un’ampia sala utilizzata per eventi culturali, tra esposizioni artistiche e presentazioni di libri.

Qui ci ha accolti una hostess, accompagnata da un personaggio curioso. Un soggetto quasi d’altri tempi, un volto che sembrava scolpito sul legno, una barbetta d’artista e due occhi sognanti, nascosti solo in parte da un paio di occhialini da studente universitario.

Entrando nella saletta espositiva a destra, seguendo di buon grado i consigli sul percorso da seguire, indicati dalla hostess, abbiamo giustificato il nostro accostamento con il volto che ci aveva incuriosito all’ingresso e il legno. Delle icone, allestite a riprodurre in miniatura delle scene teatrali, con una cornice di legno lasciato volutamente allo stadio più naturale possibile, rappresentavano il sogno dei sogni della follia umana. Quella che dai libri di scuola, è riuscita a intenerire anche il più sbruffone studente italiano, e non solo, racchiuso in ognuno di noi. La storia delle storie. Quella che ha fatto sognare il principe o il cavaliere errante alle belle del primo banco. Il viaggio meraviglioso dell’eroe carolingio che cede allo sguardo languido di Angelica, disposto a morire per un fine più nobile della gloria conquistata con il sangue del nemico. L’amore.

Nove icone che riassumono i versi dell’Orlando Furioso dell’Ariosto. Brevi cenni del viaggio immaginario dell’Ippogrifo verso la Luna, culla e custodia del senno perduto dal cavaliere. Piccoli gioielli che uniscono la materia, rappresentata dalla pietra lavica, il legno d’ulivo o il corallo, con il fascino intramontabile della storia per eccellenza sull’amore che fa impazzire, con il sottile masochismo di vivere questo disagio emotivo, che vorremmo durasse per sempre.

Salendo al piano superiore, piccoli quadretti appesi ai muri ci accompagnano, gradino dopo gradino, alla dedica che Tao Moda ha voluto dedicare al Borsalino, l’intramontabile cappello che ha racchiuso i contorni di innumerevoli personaggi dagli anni ’20 a oggi, passando da Al Capone, Umberto Eco, Alain Delon, Humphrey Bogart, Federico Fellini, Johnny Depp, tanto per citarne qualcuno.

Una rassegna di interpretazioni artistiche, attraverso i ritratti eseguiti da artisti di tutto il mondo, dove il Borsalino esalta, più che coprire, gli sguardi accattivanti dei vari personaggi disegnati, resi enigmatici e affascinanti da questo accessorio di vanità, riconosciuto da sempre come oggetto di distinzione.

Al terzo piano, alcuni manichini ospitano alcuni modelli esposti durante l’edizione 2018 del Tao Moda. Troppo affascinati e confusi dai due piani sottostanti, abbiamo snobbato questa parte in sommità della mostra. A proposito, siamo usciti dalle sale del Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, rincontrando il bizzarro personaggio barbuto con gli occhialini. Una veloce occhiata alla brochure della mostra dedicata all’Orlando Furioso e la sorpresa di scoprire di esserci trovati di fronte, all’ingresso e all’uscita con l’autore delle icone ammirate: Roberto Intorre, gioielliere per dovere, artista per passione.

E la mostra "Time of Spirit" di Tony Nicotra, che ci aveva convinti a entrare? L’abbiamo lasciata in sospeso. Avremo tempo fino al 31 luglio, salvo proroghe. Un ruffiano motivo per tornare a Taormina e visitare le sale allestite dalla Fondazione Mazzullo.

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