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Dio è morto

Lascia molto perplessi la crudeltà e la mancanza di compassione dei preti e delle suore, in questi luoghi i più deboli, gli emarginati della società, dovrebbero trovare riparo, invece da qui inizia la loro discesa agli inferi

di Fabrizio Cirnigliaro - mercoledì 27 maggio 2009 - 2397 letture

Nel 2002 Magdalene, diretto dallo scozzese Peter Mullan, è stato premiato con il Leone d’Oro a Venezia. Il film è ambientato nel 1964, in Irlanda. Racconta la storia di 4 ragazze, rinchiuse dai propri familiari a espiare i loro peccati in un convento Magdalene, gestito da Madre Bridget. Alcune di queste giovani donne (Rose e Cristina) sono delle ragazze madri, allontanate dalle proprie famiglie, separate dai loro figli.

Margaret invece ha subito una violenza sessuale da parte di un suo cugino durante una festa familiare, ma invece di punire lo stupratore, la famiglia decide di allontanare il corpo su cui il crimine è stato commesso. La quarta ragazza è Bernadette, che non ha commesso nessun peccato, la sua unica colpa è di essere troppo bella, suscitando quindi l’interesse dei ragazzi.

Le regole del convento/carcere sono molto rigide, viene evitato ogni contatto con il mondo esterno, le ragazze lavorano come lavandaie tutti i giorni della settimana senza percepire un compenso, vengono picchiate se non ubbidiscano alle suore, le più sfortunate sono anche costrette a prestare dei servigi sessuali al prete. Sorella Bridget (che tiene sulla scrivania una foto dell’irlandese cattolico più famoso al mondo, J.F.K.) gestisce il convento come una spietata e avida amministratrice di una lavanderia, e sarà proprio la sua avidità a rendere possibile la fuga di 2 delle 4 ragazze.

Purtroppo il film è tratto da una storia vera, e le autorità religiose che commettono questi soprusi non sono i talebani. Ma l’odio verso le donne è lo stesso, per loro rappresentano la vanità, il male, il peccato! Agiscono consapevoli del fatto che non dovranno rispondere mai a nessuno del loro operato. Ma 9 anni fa l’allora primo ministro irlandese Bertie Ahern, ha istituito una commissione di inchiesta sugli abusi sessuali ai danni di bambini e adolescenti in orfanotrofi, riformatori e in tutti gli istituti gestiti da ordini religiosi cattolici irlandesi.

Lo scopo di questa commissione era di fare luce su questi scandali, pochi giorni fa è stato concluso questo lavoro di indagine e il rapporto suscita orrore e rabbia. Ci sono le testimonianze di 2500 vittime, uomini e donne che hanno raccontato di essere stati picchiati e stuprati a lungo in questi istituti. Le vittime erano spesso giovani madri, disabili, orfani, allontanati e abbandonati dalla società. Il fatto che questo orrore sia venuto alla luce grazie ad un’iniziativa del governo dimostra quanto sia cambiata negli ultimi decenni l’Irlanda (qualcuno qui in Italia ricorderà della commissione d’inchiesta promessa dal precedente governo sui fatti del G8 di Genova: a che punto siamo?).

Magdalene non è una pellicola molto conosciuta in Italia, nonostante abbia vinto il Leone d’Oro. Meglio identificare il “nemico” nelle opere di Dan Brawn, perchè agli italiani piace l’idea del complotto, della congiura. Nel film di Peter Mullan invece si racconta la verità, è un forte atto di accusa contro la Chiesa cattolica irlandese. Delle donne “sopravvissute” all’esperienza in conventi Magdalene hanno dichiarato che la realtà di questi conventi era peggiore rispetto a quello che si vede nel film.“

In quegli anni, in Irlanda la Chiesa Cattolica dettava la legge su tutto quello che riguardava la moralità, la Chiesa era la ragione assoluta, la Chiesa aveva sempre ragione”. La scena della festa in cui avviene lo stupro con cui si apre il film è stata volutamente girata senza dialogo, non si sentono voci, per rendere più internazionale questo film, non si tratta solo dell’Irlanda. Lascia molto perplessi la crudeltà e la mancanza di compassione dei preti e delle suore, in questi luoghi i più deboli, gli emarginati della società, dovrebbero trovare riparo, invece da qui inizia la loro discesa agli inferi.

Come diceva Charles Bowen:

‘Piove sul giusto e sull’ingiusto ma soprattutto sul giusto, perchè l’ingiusto ha preso l’ombrello del giusto.’


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