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Chagall & Missoni a Noto

Due artisti che hanno fatto della policromia, uno stile di vita.

di Piero Buscemi - mercoledì 17 maggio 2017 - 11011 letture

Ci eravamo già occupati di Marc Chagall, sulle nostre pagine, quando parlammo dell’opera La caduta dell’angelo (Girodivite, 5 novembre 2014), all’interno della nostra rubrica "Il quadro della settimana, di Orazio Leotta". Ottavio Missoni, invece, rappresenta una nostra prima volta.

Dobbiamo questa nostra particolare iniziazione alla mostra che si sta tenendo in questi giorni a Noto, la capitale del barocco siciliano che, ancora una volta, ha aperto le stanze dei suoi palazzi barocchi per donare ai visitatori un’altra occasione di arte.

La mostra, che sarà visitabile fino al prossimo 1° ottobre, ma non escludiamo una eventuale proroga, è infatti ospitata nei saloni dell’ex Convitto Ragusa, una location che ha spesso ospitato eventi di tale levatura, non ultimo quello dedicato ad Andy Warhol nel 2016. Una cornice architettonica che ben unisce la creatività policromatica del duo Chagall-Missoni con la ricostruzione barocca della cittadina, considerando che la struttura risale al 1698, cinque anni dopo il devastante terremoto della Val di Noto del 1693.

La passeggiata preventiva sul Corso Vittorio Emanuele è stata da preludio su un percorso storico che, docilmente, ci ha accompagnati lungo i secoli della Storia, abbagliati da tufo dorato delle chiese e dei palazzi nobiliari che rendono questa città unica. L’ingresso nell’atrio del Convitto è stato accolto da una gigantesca giara colorata da geometrie ispirate a Missoni. La scalinata in pietra, annunciata da un arco sulla cui facciata è incisa la data 1698, ci ha condotto ai piani superiori e alle sale che ospitano la mostra.

Si viene accolti da un ampio ambiente, al cui centro, delle giare di dimensione più contenute sfoggiano dalle ampie bocche delle matasse dai colori pastello che solo una didascalia di ammonimento, ci impedisce di allungare le mani per sodalizzare un contatto con quella materia in attesa di trasformarsi in arte.

Le cornici che riempiono le pareti, spaziando tra i bozzetti delle trame geometriche di Missoni alle opere del pittore russo, ci distraggono da ulteriori tentazioni. E’ uno smarrimento volontario, un abbandono mentale tra i volti e i luoghi che la semplicità di Chagall ha saputo mettere su tela. Piccole immagini di una Parigi bohémien si mescolano ai tratti colorati, combinando sue concezioni apparentemente diverse per manifestare l’arte. Racchiuse in un unico viaggio surreale di colori e parole non dette.

Gli arazzi di Missoni, che addobbano gli spazi vuoti delle pareti, ci conducono in una saletta più piccola dove al centro una colonna cilindrica completamente rivestita dalla fantasia dello stilista, padroneggia il nostro sguardo visitatore. Alcune opere di Chagall raffiguranti scene bibliche, fanno da anticamera ad un’altra ampia sala che un sapiente allestimento basato su una profondità di campo, quasi fotografica, ci trascina verso l’opera di maggiore importanza ospitata dalla mostra, Les Amoureux sur fond jaune, un olio su carta intelata del 1960, che raffigura una coppia di sposi, disegnati con una semplicità quasi infantile, che rasenta le raffigurazioni fumettiste, tipiche dell’artista franco-bielorusso.

La mostra, curata dalla Fondazione Ottavio e Rosita Missoni, sotto le mani esperte di Luca Missoni ed il patrocinio dello stesso Comune di Noto, arricchisce di fascino e mistero questa splendida cittadina siciliana che, nelle settimane successive, ospiterà la classica Infiorata dal 19 al 21 e il Corteo Barocco che prevede una sfilata in costume d’epoca. Due buoni motivi per raggiungere quest’angolo di Sicilia.

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