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La Ruota delle Meraviglie, il nuovo film di Woody Allen

La ruota delle meraviglie sintetizza i motivi di Woody Allen: il destino dell’uomo con i suoi alti e bassi simboleggiati dalla grande ruota panoramica della sua infanzia e dalle giostre.

di Antonio Carollo - mercoledì 10 gennaio 2018 - 7991 letture

Coney Island è il lungomare newyorchese dove Woody Allen ha trascorso parte della sua infanzia; un luogo della luce e della tenerezza, un posto di vacanza, di per sé sinonimo di gioiosa spensieratezza, che in La ruota delle meraviglie fa da sfondo per contrasto alle fosche vicende di vite oppresse da rimpianti, illusioni, frustrazioni, tradimenti, delusioni amorose, spietatezza.

Luoghi, azioni, personaggi ripresi dalla fotografia di un Vittorio Storaro in stato di grazia, che alterna, allo splendore della spiaggia affollata, delle vie, i negozi, il luna park, i colori grigi di un dramma su cui aleggia l’incubo della tragedia. Non è un film senza amore, ce n’è tanto invece, ma lacerato dal dolore per abbandoni e tradimenti, dalla gelosia, dai sogni infranti.

L’azione si svolge intorno a quattro personaggi. Ginny (Kate Winslet), una donna, ex aspirante attrice di teatro, ridotta a fare la cameriera in un ristorante; Humpty (Jim Belushi), il suo attuale marito che lavora nelle giostre; Mickey (Justin Timberlake), un giovane sognatore che per vivere fa il bagnino; Carolina (Juno Temple), la figlia di primo letto di Humpty, che ritorna dal padre per sfuggire alla vendetta del marito gangster da lei tradito.

Su tutti spicca Ginny. Da ragazza ha provato a fare l’attrice di teatro, senza risultati apprezzabili; ha sposato un bravo e innamorato jazzista, ma lei per leggerezza lo ha tradito, spezzando il matrimonio e spingendo il marito sull’orlo del suicidio. Adesso fa la cameriera ed è sposata senza amore col modesto giostraio Humpty. E’ una donna frustrata, insoddisfatta, sconfitta. Si aggrappa a Mickey, un bagnino molto più giovane di lei, ma è un amore a senso unico che si trasformerà in disperata e malefica gelosia.

Carolina presa in una retata della polizia ha confessato tutto quel che sapeva dei misfatti del marito. Adesso è in fuga dai banditi sguinzagliati da lui. Crede di essere al sicuro in casa del padre, Humpty, ma non è così. Cerca di iniziare una nuova vita con un lavoro e un nascente amore, ma la tragedia è sospesa sul suo capo.

Humpty è un ex alcolista, un proletario corposo toccato dalle difficoltà: prima la fuga dell’unica figlia, Carolina, con un gangster, poi la morte della moglie adorata, le tensioni con Ginny, la seconda moglie, le paure per la figlia rientrata ma in pericolo.

Mickey è un il bagnino seduttore e sognatore, al centro dell’amore delle due donne, Ginny e Carolina, che da una vita fatta di piacevoli distrazioni è proiettato nelle spire di un dramma terribile.

Infine Richie, il bambino piromane figlio di Ginny, che appicca incendi dappertutto ma curiosamente ama il cinema al punto da marinare la scuola per infilarsi in una sala, e che con i suoi gesti inspiegabili fa da refrain ironico all’intricato intreccio dei rapporti tra i diversi personaggi.

La ruota delle meraviglie sintetizza i motivi di Woody Allen: il destino dell’uomo con i suoi alti e bassi simboleggiati dalla grande ruota panoramica della sua infanzia e dalle giostre. Lo stesso Allen dice: "Sia che tu sia su una ruota panoramica che gira inesorabilmente in tondo, così come la vita che gira sempre senza senso, o che ti trovi su una giostra e cerchi di afferrare quell’anello di ottone che in realtà non prenderai mai, o che ti lasci andare sulle montagne russe. È facile da capire. La vista è meravigliosa dalla ruota panoramica, ma non stai andando da nessuna parte. In questo c’è qualcosa di romantico, una certa bellezza, ma in fin dei conti c’è soprattutto un senso di inutilità”.

Da sottolineare l’eccezionale interpretazione di Kate Winslet nelle vesti di Ginny. Si è totalmente annullata in un personaggio complesso, è penetrata nel profondo della sua anima dando dolorosa espressione alle irrequietezze, alle tensioni emotive, alla passione, alla gelosia. Il volto della Winslet è una maschera dolente dove si legge l’ansia, l’incertezza, il desiderio di riscatto, il baluginare del male, l’inesorabilità del destino. Jim Belushi dà spessore alla figura di un Humpty che subisce i contraccolpi della bufera abbattutasi sul suo nucleo familiare, senza abdicare alla volontà di andare avanti.

La regia di Woody Allen non si discute, è all’altezza di quelle dei suoi migliori film. Da Oscar Kate Winslet e Vittorio Storaro; quest’ultimo per una fotografia che adegua i colori delle immagini al declinare della drammaticità o meno delle inquadrature. Bravi Justin Timberlake e Juno Temple, rispettivamente Mickey e Carolina.



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