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La Pecora Nera

Regia di Ascanio Celestini. Drammatico. (Italia, 2010, 93 min.) Con Ascanio Celestini, Maya Sansa, Giorgio Tirabassi, Luisa De Santis.

di Orazio Leotta - venerdì 3 settembre 2010 - 4659 letture

“La pecora nera”, fra le opere di Ascanio Celestini, è sicuramente quella che meglio delle altre poteva essere trasposta sul grande schermo. Anche se a tratti l’impostazione è teatrale, anche se non è sbagliato parlare di un non-film, tuttavia il prodotto finale è validissimo: un film diverso, che non rispecchia nessun genere in particolare.

Sorprendente, inconsueto, una scommessa da parte dell’autore e dei Ascanio Celestiniproduttori sicuramente vinta. Celestini, in questo film, non si tradisce, la stesura è molto simile a quella del libro, con le sue affabulazioni e col suo mondo immaginario.

Il tema è quello del disagio e dunque dei manicomi che si occupano dei disagiati. Manicomio come consolazione in quanto toglie responsabilità all’individuo riducendo un adulto alla condizione di un bambino. Manicomio, come diceva la Merini, luogo dove regna una certa pietas, una richiesta immensa di umanità, intrisa di una carica emotiva non indifferente. Celestini non racconta la parte peggiore dei manicomi e dunque il suo non appare come un film di denuncia, ma egli tende a raccontare il meglio dei manicomi, non il bello, ma il meglio di un’istituzione di per sé terrificante, alienante, come lo è d’altronde gran parte della società. Il parallelismo col supermercato, luogo altrettanto alienante, nella parte finale del film è emblematico, segno di una società malata. Se una speranza c’è questa è nell’individuo e non nella società.

Celestini si conferma personaggio diverso, un po’ come lo è Saviano, al quale lo accomunano la ricerca sul campo e la volontà di manifestarsi in prima persona; un personaggio che in fondo diverte nonostante il suo linguaggio talora sporco e imprevedibile. Maya Sansa


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