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IV Edizione del Festival del Garda

Lungometraggi di qualità e cortometraggi, differenti per tematica, ma che hanno interessato il pubblico sia per le novità proposte che per le tematiche sociali affrontate.

di Orazio Leotta - mercoledì 15 dicembre 2010 - 5327 letture

Si è conclusa la IV edizione del Festival del Garda, svoltasi dall’8 al 12 Dicembre al Vittoriale Il_Vittoriale.Interno degli Italiani a Gardone Riviera. I direttori artistici Umberto Soncina e Veronica Maffizzoli, avvalendosi di uno staff di prim’ordine, fra cui occorre assolutamente menzionare Tania Avigo (assistente alla direzione) e Nicola Falcinella (che ha curato la retrospettiva su Agnès Varda), hanno fatto centro, riuscendo a coinvolgere il pubblico locale ( più di tremila persone durante le giornate della kermesse) con proposte insolite e film che altrimenti difficilmente si sarebbero potuti vedere nelle nostre sale.

Lungometraggi di qualità e cortometraggi, differenti per tematica, ma che hanno interessato il pubblico sia per le novità proposte che per le tematiche sociali affrontate. Daniele_Segre,_la_Maffizzoli_e_Morando_Morandini La IV edizione del FilmFestival del Garda ha voluto rendere omaggio ad Agnès Varda, una grande protagonista della storia del cinema e anticipatrice della Nouvelle Vague. Una regista attiva dal 1954 che ha frequentato con pari passione e impegno il lungometraggio di finzione, il documentario e il cortometraggio, trattando temi sociali (la guerra, il femminismo, i diritti civili) e intimi e dedicando ben tre film al marito Jacques Demy dopo la sua scomparsa.

Vincitrice del Leone d’Oro a Venezia con “Senza tetto né legge” nel 1985 e di numerosi altri premi. Il suo lavoro più recente è “Le plages d’Agnès” presentato come evento speciale alla Mostra di Venezia del 2008, film che ha aperto la rassegna gardesana con una proiezione al cinema Eden di Brescia, mentre un altro film della Varda è stato scelto come film di chiusura della rassegna ( “Cleo de 5 a 7”). Una_sequenza_del_film_vincitore_Akadimia_Platonos Fra i lungometraggi internazionali in concorso, il film greco “Akadimia Platonos” di Filippos Tsitos ha vinto il Ricciolo d’Oro, una commedia agrodolce che ha per protagonista Stavros (l’attore Antonis Kaftzoupulos, premiato al Festival di Locarno nel 2009), proprietario di un chiosco nella periferia. Un giorno la sua vita regolare fatta di lavoro e discussioni con gli amici viene turbata dalla comparsa di un immigrato che parla in albanese con la sua anziana madre.

E’ l’inizio di un percorso alla scoperta di qualcosa che non conosceva del suo passato, alla ridefinizione della propria identità rispetto agli altri e al superamento di tanti pregiudizi. La giuria, presieduta dal critico Pier Maria Bocchi e composta dall’attrice bresciana Camilla Filippi, dalla produttrice australiana Milanka Comfort e i critici Luca Malavasi e Una_sequenza_di_Cleo_de_5_a_7Giancarlo Beltrame ha poi assegnato una menzione speciale alla coproduzione messicano-spagnola “Norteado”, secondo film di Rigoberto Perezcano. La storia è quella di Andrès, che una volta raggiunto il confine messicano tenta di oltrepassarlo per arrivare negli States. Tutte le volte che verrà respinto troverà protezione e ospitalità presso due donne con le quali instaurerà un rapporto affettivo. Un film intenso e attuale. Tra i cortometraggi la vittoria finale è andata a “Terminal” del tedesco Jorg Wagner con una menzione speciale a “Terre al margine” di Alessandra Ondeggia, presente alla serata conclusiva del festival.

La manifestazione ha dato spazio, nella sezione Gardaciak, alla Centomiglia, storica regata velica del Garda, la cui prima edizione risale al 1951: è stato emozionante ripercorrere sessanta anni di gare, rivivere le sfide fra Clandesteam, Wild Lady e Avant Garde; venire a conoscenza che il quattro volte campione olimpico nella classe Soling, lo svedese Hellstroem, ha partecipato nel 1970 alla regata e che il vento del Garda si chiama Peler, a volte elemento determinante come quella volta nel 1996….Fuori concorso, da segnalare “Fili di Memoria” di Ivana Trevisani, film-documentario sulle donne lavoratrici del gardesano negli anni ‘50, in particolare quelle dei cotonifici De Angeli-Frua, costrette a fare chilometri a piedi o in bicicletta per raggiungere il posto di lavoro, lavoro duro, ma anche tanta allegria e svariati aneddoti divertenti raccontati. Presentati nel corso della rassegna anche i libri: “Sessant’anni di Centomiglia”, “Agnès Varda.

La_direttrice_del_festival_Veronica_Maffizzoli_con_Orazio_LeottaCinema senza tetto né legge” a cura di Nicola Falcinella, “Cinema Italiano Ottanta” di Alberto Pesce e “Dispersi. Guida ai film che non vi fanno vedere”. Il Festival del Garda, patrocinato fra gli altri dalla Regione Lombardia, dal CINIT-Cineforum Italiano e dal Comune di Gardone Riviera, può ormai a buon diritto ritenersi un fiore all’occhiello non soltanto del panorama culturale del territorio gardesano, ma si può considerare un appuntamento fisso per appassionati di cinema e addetti ai lavori. Uno fra tutti ad esempio il regista Daniele Segre che ha presentato per l’occasione “Je m’appelle Morando. Alfabeto Morandini”, 53 minuti dedicati al critico Morando Morandini, autore del noto dizionario, ed entrambi presenti al Vittoriale, lieti di rispondere simpaticamente alle domande, anche “impertinenti”, del pubblico presente in sala.


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