segnali dalle città invisibili
  Giro92 Il Ponte di Messina: dibattito
5. L'impatto ambientale

In questa parte si avanza una lettura sintetica del sistema degli impatti tratti dalle "Osservazioni al Sia del progetto di attraversamento aereo dello Stretto di Messina", redatte da strutture tecnico-scientifiche di Legambiente ed altre associazioni ambientaliste. (Si rimanda allo stesso studio, per una trattazione più approfondita).

Prima di passare all'osservazione di alcuni dei maggiori elementi di impatto individuati ed esaminati dallo studio, è utile sottolineare le rilevanti carenze di tipo metodologico inerenti l'organizzazione dello studio stesso. "In particolare, nonostante gli ingenti finanziamenti pubblici investiti nell'elaborazione del progetto di massima e del Sia, si rilevano i seguenti elementi critici nella strutturazione del Sia:

a) la mancata distinzione tra le diverse scale d'impatto;

b) il coordinamento carente tra le diverse tematiche affrontate;

c) l'uso di metodi inadeguati per l'analisi e per approfondire e valutare gli effetti ambientali;

d) la lettura degli effetti, realizzata soltanto per gli elementi principali del tracciato;

e) la sottovalutazione degli ecosistemi di pregio presenti nello Stretto e di conseguenza dell'intero ambito;

f) la scarsissima valutazione degli effetti indotti dal sistema di attraversamento aereo e di alcuni effetti pure rilevanti;

g) la sottovalutazione degli impatti legati alla sicurezza e alla dismissione;

h) la sottovalutazione degli impatti del cantiere (in tutto 9 cantieri stradali e 5 ferroviari);

i) la mancata valutazione di tutte le alternative e la scorretta metodologia di comparazione di quelle considerate".

Ancora va considerata la sostanziale assenza di adeguati scenari di riferimento economico-territoriali, tali da fornire un quadro logico per la valutazione di compatibilità del progetto. Per quanto riguarda il merito degli effetti di impatto, va notato che tra le priorità vi sono le trasformazioni paesaggistiche e percettive dello Stretto di Messina , un ambiente la cui unicità è nota a scala mondiale.

Il ponte "renderebbe esplicito, ciò che 'appare', ma viene nello stesso tempo 'negato' dalla frattura e dalla distanza.

Questo è forse il tema emozionalmente più forte dell'ambito paesaggistico in questione: la 'tensione' continua tra le due sponde, l'estrema vicinanza, il guardarsi continuo senza toccarsi, senza cioè realizzare l'oggetto della 'tensione'.

"C'è un riferimento alto nella storia dell'arte che forse può spiegare meglio delle parole questa visione emozionale, la creazione di Adamo di Michelangelo nella Volta della Cappella Sistina: il 'dito della paterna destra' (come canta l'inno sacro, si avvicina a quello del primo uomo, ma non lo tocca e l'Anima, immateriale scintilla, passa nel Corpo di Adamo). Rompere questa 'tensione', annullandola con il collegamento del ponte, stravolgerebbe la percezione attuale dello Stretto".

"L'impatto paesaggistico va proiettato almeno su quattro piani:

a) la modificazione della scena dell'insieme dello Stretto;

b) la trasformazione della geografia e della orografia dei luoghi;

c) la modificazione del paesaggio dei versanti;

d) la nuova percezione dello Stretto e l'impatto soggettivo (emotivo e psicologico) e collettivo (socio-culturale) sulle popolazioni interessate".

In particolare "per quanto riguarda la scena dell'intero ambiente dello Stretto, appare più appropriato parlare di trasformazione che di modificazione. L'effetto dell'attraversamento aereo, caratterizzato all'attacco delle due sponde da un sistema di torri dall'altezza di 376 mt, appoggiate su coppie di pilastri il cui diametro alla fondazione è di 55 e 48 metri, rispettivamente in Calabria e in Sicilia nonchè dei collegamenti ai massicci blocchi di ancoraggio, di 291.000 mc in Sicilia e di 230.000 in Calabria e ancora colossali rampe di accesso, in aggiunta agli elementi dell'attraversamento aereo vero e proprio (ingombro longitudinale della struttura sospesa a campata unica, della lunghezza di 3.300 con impalcato corrente, stradale e ferroviario, della larghezza di 60 metri) è quello del ridisegno radicale dello scenario che assume adesso più i contorni della Baia che quelli dello Stretto. L'ingombro prospettico del sistema torri-reticolare-impalcato interessa una superficie verticale di oltre un milione di metri quadrati (circa il triplo dell'area del "quadro ideale" formato oggi dalla linea superficiale del mare, le massime alture sulle due sponde e l'orizzontale immaginaria tangente alle altezze massime) e disegna una sorta di macroparatia verticale che restituisce l'effetto di rottura della continuità del paesaggio, in cui sarebbero distinguibili, a causa del manufatto, un ambito sud ed un ambito nord. Altri elementi del sistema degli impatti principali, sottovalutati o non considerati dal Sia redatto dal proponente, riguardano:

- gli aspetti idrogeologici e la circolazione idrica sotterranea ("manca uno studio più approfondito della situazione strutturale e idrogeologica delle aree interessate") che investe anche l’area dei laghetti di Ganzirri;

- l'incidenza delle attrezzature di suolo sull'ambiente marino;

- l'estrazione di inerti e la posa dei rifiuti: si calcola che per la realizzazione del ponte occorreranno alcuni milioni di metri cubi di inerte e centinaia di migliaia di metri cubi di acciaio: si è individuata l'area del prelievo nella zona etnea, ma non vi è alcuna analisi di impatto dei siti;

- gli aspetti biologici costieri e marini: "la perenne cantierizzazione di rilevanti tratti di costa sicula e calabra prevederebbe inoltre la sottrazione alla fruizione paesistica di una serie di habitat unici nel mediterraneo", senza contare la distruzione/cancellazione di numerosissimi biotopi;

- gli aspetti direttamente naturalistici: "i due versanti rappresentano infatti due realtà biologiche ben distinte con alcune parziali sovrapposizioni. Ciò è vero soprattutto dal punto di vista faunistico. Tale porzione della costa calabrese ed in generale l'intera provincia di Reggio Calabria...rappresenta il "fondo cieco" della lunga catena appeninica e parallelamente il "collettore" naturale utilizzato per spostamenti migratori da centinaia di specie di uccelli. Tale situazione determina una intrinseca fragilità degli ecosistemi terrestri della estrema punta della punta della penisola italiana, sia per il realizzarsi di condizioni dettate da un accentuato "effetto penisola", sia per il ruolo e la funzione che in due periodi dell'anno, primavera ed autunno, esso si trova a svolgere. Sul versante siciliano è esistente, di contro, una situazione biologica in cui l'insularità, con la presenza di alcuni interessantissimi endemismi, e le caratteristiche generali più spiccatamente mediterranee, sono l'aspetto più peculiare, ma anche più delicato".

A fronte di questi specifici fattori si è rilevata un incompleto inquadramento biogeografico dell'area, con uso di metodologie di indagine inconsistenti, e ancora la mancanza di un'analisi puntuale sulle specie vegetali e faunistiche presenti e dei parametri evolutivi in presenza di una macroalterazione quale il ponte.

Rispetto alla vastità e alla gravità degli impatti talune misure di mitigazione proposte risultano infine di irrisoria inconsistenza.

E’ da notare infine come la società "Ponte sullo Stretto" s.p.a. abbia ritirato il SIA originario, a suo tempo depositato presso l’Ufficio VIA del Ministero dell’Ambiente, riservandosi di produrre un elaborato "migliorato"; riferito però sempre allo stesso progetto.

 

0. Presentazione.
1. Trasformazioni del territorio nazionale, nuovi scenari di mobilità e domanda di infrastrutture al Sud.
2. La lunga vicenda del Ponte sullo Stretto di Messina.
3. Il territorio e l’area dello Stretto
4. Il progetto del Ponte
5. L'impatto ambientale
6. Le critiche degli urbanisti
7. Riferimenti bibliografici e documentali

Il Progetto
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