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Schegge di guerra, schegge di poesia

"Schegge" di Abu Manu, racconti in versi tradotti e introdotti da Aban Zerkly, prefazione di Elio Di Piazza, illustrazioni di Salvatore e Stefano Bombaci e Abu Manu. - Edizioni Takwin, 2012.

di Sergej - lunedì 9 luglio 2012 - 4418 letture

Sono "schegge" quelle di Abu Manu, come capita nella poesia novecentesca e successiva - dopo che una unità è stata rotta e a noi non rimangono che le briciole, i frammenti, i simboli. La poesia dalla fine dell’Ottocento a oggi ha questo privilegio: non più cantata o rappresentata, destinata alla lettura individuale - raramente nel gruppo, nel reading. Costretta a cercarsi una individualità offesa di fronte alla protervia degli altri media - le televisioni. A cercare di trasmettere una verità, o brandelli di verità in una realtà che sempre meno accetta certe verità.

abu manu copertina 250 Abu Manu è uno scrittore, pittore, militante palestinese. Vive una parte (certamente) di quella composita realtà che sono le mille realtà palestinesi. Di questa realtà palestinese alle nostre orecchie occidentali e televisive giungono a volte degli echi. Frammenti. Chi si ricorda più cosa sono stati Sabra e Shatila? E, l’altroieri, Vittorio Arrigoni? I droni israeliani bombardano, muri vengono innalzati, ogni tanto l’occidente si sveglia di soprassalto per un minuto di raccoglimento o di indignazione.

Probabilmente è proprio attraverso la poesia, questa cosa strana e così poco letta da noi italiani (del resto lettori scarsi in genere, almeno secondo le statistiche) che può passare - o almeno questa è una delle nostre speranze - una realtà così composita e (paradossalmente) ricca come quella che si è sviluppata nelle terre palestinesi. Una realtà fatta di oppressione, miseria, vigliaccheria, ma anche orgoglio, storia, dignità. Sono le contraddizioni dei popoli vinti ma non domi - forse qualcosa riusciamo a intuire e capire noi popoli meridionali? Qualcosa dice anche a noi questa poesia?

"Morti fruganti l’infinito / perché tornate? / Anche voi addosso / ad ogni passo tanti / da non potersi muovere / Lì non ci sono terre / né predatori / né giardini / né meli in fiore / Dal morbido mare del nulla / perché tornate / a pianger su di noi? / Che importa d’esser vendicati? / Dolore che ti cibi di te stesso / riposa / scorda questa breve illusione / questa azzurra goccia / senza volto" (Perché tornate?, pag. 59-61).

Per Abu Manu c’è un male primigenio, storico ma assoluto, che è il profitto. Da marxista, punta il dito contro questo. La realtà storica - il conflitto tra le tribù israeliane e quelle palestinesi, e quello interno ai due popoli - passa in secondo piano, ma questo non significa che conti poco o meno. Davanti al male, gli uomini si trovano nudi con la propria carne, la propria sofferenza - le immagini che accompagnano il testo, con i disegni di Stefano e Salvatore Bombaci e dello stesso Abu Manu, sottolineano molto bene questo aspetto. In una lingua secca e asciutta, Abu Manu parla della realtà dei campi, dell’amore e della morte, della guerra e delle sue ombre nere e minacciose. Il "secondo piano" c’è. Così come c’era la storia in Pasolini o in Ezra Pound. Ma in primo piano c’è l’umanità. Senza "quella" storia la scrittura e il motivo della scrittura di Abu Manu non sarebbero possibili, e nello stesso tempo è grazie all’umanità che vive in quella storia, e nonostante quella storia, che la poesia di Abu Manu riesce ad attraversare i fili spinati e a raggiungerci.


"Schegge" di Abu Manu, racconti in versi tradotti e introdotti da Aban Zerkly, prefazione di Elio Di Piazza, illustrazioni di Salvatore e Stefano Bombaci e Abu Manu. - Edizioni Takwin, 2012.

Il libro è stato presentato nella sede di Ddisa, centro studi territoriali, l’8 luglio 2012 a Lentini (in via Lanfranco 8). Per chi è interessato può rivolgersi a ddisa [at] girodivite.it

Abu Manu è stato edito dalle Edizioni della Battaglia: "Pietre" (1996), "Racconti medio-orientali, sussurri dalla barricata" (1997). Una mostra di dipinti è stata curata e allestita a Palermo, nel maggio 2012 (presso l’Associazione per le Arti Visive ARVIS) a cura di Letizia Battaglia e Elio Di Piazza, e dell’associazione Kura.


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