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Nucleare, alternativi a quello di Scanzano anche tre siti siciliani

L’allarme nucleare si estende anche alla Sicilia. Il governo è pronto a modificare il decreto che istituisce il sito unico per le scorie nucleari a Scanzano Ionico.

di Cesare Piccitto - venerdì 28 novembre 2003 - 6107 letture

Roma. L’allarme nucleare si estende anche alla Sicilia. Il governo è pronto a modificare il decreto che istituisce il sito unico per le scorie nucleari a Scanzano Ionico. La conferma arriva dal ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, a margine di un’audizione alla Camera. «C’è la disponibilità ademendare il decreto», ha detto il responsabile del dicastero di via Veneto. Marzano ha quindi aggiunto che il ministro dell’Ambiente, Altero Mattioli, riferirà della situazione oggi in Consiglio dei Ministri. «Ne parleremo certamente», ha concluso. Matteoli fa dietro front «Qualche cosa non ha funzionato dal punto di vista dell’informazione e di questo mi assumo la responsabilità». E’ il «mea culpa» del ministro dell’Ambiente Matteoli sul decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri che prevede la costruzione di un sito di stoccaggio di 60 mila metri cubi di scorie nucleari nel Comune di Scanzano Ionico. Matteoli ha spiegato che «le scorie devono trovare una collocazione definitiva e la messa in sicurezza dei siti rappresenta un punto di riferimento importante. Dobbiamo lavorare però per individuare un sito dove fra cinque o sei anni si possano ricoverare le scorie perché vi restino per altri mille anni». I siti alternativi La notizia di un elenco di ulteriori 20 siti tra cui: Assoro-Agira (provincia di Enna), Resuttano (Provincia di Caltanisetta), Salinella (contrada di Enna) e l’area lungo il fiume Neto, nella provincia di Crotone potrebbe fare spostare la protesta dalla Basilicata in altre regioni. I seimila abitanti di Scanzano, sostenuti dai cittadini di altri comuni, hanno infatti attuato undici blocchi stradali (presidi, tra l’altro, sulla Statale 106 Jonica e sulla Salerno-Reggio Calabria) e l’interruzione della circolazione ferroviaria nella stazione di Metaponto che collega Basilicata e Campania. Sit-in e cortei hanno bloccato le attività di ogni giorno, con ripercussioni sulla produzione regionale. I partiti mobilitati. Quaranta senatori dell’opposizione hanno presentato al presidente del Senato, Marcello Pera, la richiesta di sottoporre al voto dell’Assemblea i presupposti di costituzionalità del decreto legge che reca la disposizione sulla composizione delle commissioni per la valutazione di impatto ambientale. Verso un maxiemendamento Il ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia ha assicurato che nel corso del Consiglio dei ministri di oggi «il governo terrà conto delle richieste delle Regioni per arrivare ad una soluzione congrua e condivisa, nell’interesse di tutti». Si prevede un maxiemendamento sulla questione del sito unico nazionale per le scorie radioattive. E - secondo fonti della maggioranza - nella nuova formulazione del testo del provvedimento, scomparirebbe il nome di Scanzano. Pool scienziati-Regioni Diverse le misure - si apprende da fonti parlamentari e governative - sulle quali si sta lavorando. Tra queste - riferiscono le stesse fonti - l’istituzione di una Commissione tecnico-scientifica incaricata di individuare criteri e modalità per pervenire all’identificazione del sito o più siti. Punto qualificante anche il «concerto con le Regioni», dicono le fonti. Tra le misure che il governo dovrebbe varare, la messa in sicurezza immediata delle scorie nei depositi attuali. Per quanto riguarda il nodo Scanzano, secondo le stesse fonti il nome del comune lucano potrebbe «sparire» dal testo del decreto in attesa che il pool di scienziati, di concerto con le Regioni, arrivino a stabilire un percorso che porti a identificare il sito. Intanto è slittato a martedì 2 dicembre il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione ambiente della Camera sul decreto dello stoccaggio delle scorie nucleari. Giancarlo Cologgi

LA SICILIA giovedì 27 novembre 2003


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> Nucleare, alternativi a quello di Scanzano anche tre siti siciliani
28 dicembre 2003, di : sandro |||||| Sito Web: un problema nazionale

UN PROBLEMA NAZIONALE..

Le scorie nucleari. Un problema nazionale.

Poteva sembrare un problema solo lucano, ma il popolo lucano stava solo difendendosi contro una decisione autoritaria priva di ogni base scentifica e di confronto, sia con le istituzioni regionali sia con la stessa popolazione locale composta da 600.000 cittadini ITALIANI(non africani o asiatici). In altre regioni italiane abbiamo inizialmente percepito un tacito egoismo sul genere "da qualche parte devono pur andare", spesso senza nemmeno considerare come veniva presa la decisione (ovvero stoccare per 100.000 anni tutte le scorie nucleari per decreto d’urgenza.(CON L’AGGRAVANTE DI ESPROPIARE DALL’OGGI AL DOMANI LA GENTE PER MILITALIZZARE 3000 ETTARI DI TERRENO)

Vediamo cosa dicono ora le altre regioni dinnanzi al rischio di ospitare il deposito unico.

Sicilia: "La Sicilia non è, e non diventerà mai, la pattumiera nucleare d’Europa."La Sicilia si dichiare denuclearizzata. http://www.guidasicilia.it/ita/main/news/index.jsp?IDNews=9782

Lazio e Roma: "Scorie radioattive, no grazie!" Il sindaco di Roma Walter Veltroni giudica l’ipotesi assurda, infatti sembra del tutto ovvio che un posto come la Casaccia, così vicino a una città di 2 milioni e mezzo di abitanti, sia il sito meno adatto per stoccare scorie nucleari. http://www.nerosubianconews.com/articoli/1103/brac1.html

, Piemonte ed Emilia-Romagna. Cittadini, associazioni e istituzioni si mobilitano. Primo obiettivo i siti di stoccaggio (ecco l’Italia che non vuole il nucleare) http://www.lanuovaecologia.it/inquinamento/nucleare/2576.php

Sardegna e Calabria Fra le Regioni c’è già chi ha messo le mani avanti: la Calabria ha dichiarato denuclearizzato tutto il proprio territorio votato all’agricoltura e al turismo, così come la Sardegna durante l’estate. http://www.gazzettadiparma.it/gazzetta%5Csito%5CArticoli.nsf/ARTHW8b/ce760518724aa64dc1256ded002bdad6?Open

E’ lampante, il deposito unico non lo vuole nessuno. Forse perchè il deposito unico ovunque venga posto penalizzerà una regione per salvare tutte le altre.

Oggi le scorie sono a Caorso come in Basilicata, come in Piemonte (vedi mappa delle scorie). http://www.lanuovaecologia.it/inquinamento/nucleare/2473.php Il vero problema è che non sono poste in condizioni di sicurezza. Fin dal 13 novembre la basilicata afferma di essere contraria al deposito unico semplicemente perchè in Italia non ci sono deserti come nel New Mexico, quindi qualsiasi luogo venga scelto penalizzerà i cittadini italiani.

Il deposito unico tra l’altro non sembra essere utile all’Italia a detta della stessa Europa (la Conferenza di Stoccolma sui rifiuti radioattivi) che impone ai paesi di costruire il deposito unico entro il 2008 ma che ammette anche che questo non deve essere un obbligo laddove non sia presente l’uso di energia nucleare. http://www.gdmland.it/gnotizia.asp?ID_NOTIZIA=111951

Quello che noi proponiamo è di lavorare su un modello di giustizia ed equità sociale che metta in sicurezza le scorie più pericolose (3a categoria) senza accentrarle in un unico deposito. Questa proposta possiamo chiamarla "federalismo delle scorie". Ci sembra equa, ci sembra giusta.

Una curiosità: i siti considerati geologicamente idonei sono quasi tutti nel meridione?come mai? LE SCORIE,PER ARRIVARE IN MERIDIONE DOVREBBERO ATTRAVERSARE TUTTA L’ITALIA METTENDOLA A RISCHIO.QUESTA è UN’ALTRA STRANEZZA....

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www.noalnucleare.com Sandro