Processo a Pino Maniaci: L’ODG siciliano si costituisce parte civile
Era l’anno scorso quando comparve nel sito di “Telejato” , la tv che pino dirige, la scritta «Siamo tutti Pino Maniaci». Fu inserita la dicitura dopo che fu aggredito in pieno giorno da due soggetti uno dei quali era proprio il figlio (ancora minorenne) del boss Vito Vitale
Ogni volta ci viene in mente la stessa frase, anche quando alla fine di marzo si apprese la notizia del suo rinvio a giudizio per esercizio abusivo della professione di giornalista. Secondo la procura di Palermo «con più condotte poste in essere in tempi diversi ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso» Maniaci avrebbe svolto l’attività di giornalista in assenza della speciale abilitazione dello Stato e ha fissato il processo davanti al giudice monocratico di Partinico l’8 maggio prossimo. E pensare che l’«indagato» è stato minacciato di morte dalla mafia e querelato, quasi 200 volte, per le sue inchieste scomode sulle cosche e sull’inquinamento della distilleria Bertolino, una delle più grandi d’Europa.
Maniaci imperterrito continua a condurre il tg di TeleJato, un’emittente locale che copre un territorio di 20 comuni in provincia di Palermo con un bacino di circa 150 mila telespettatori. Da anni porta avanti coraggiose crociate contro le cosche mafiose della zona facendo nel suo telegiornale nomi e cognomi di boss. L’opinione pubblica, sempre di più, gli esprime solidarietà e i vertici dell’Ordine regionale e nazionale che insieme all’Unci (Unione nazionale cronisti italiani) e al Fnsi, gli riconoscono una tessera “ad honorem”. «Questo vorrà pur dire qualcosa» dice Maniaci, il quale spiega come non sia la prima volta che viene colpito da un provvedimento simile: «E’ la seconda volta che mi trovo sotto processo per esercizio abusivo della professione - aggiunge - A luglio sono stato assolto dalla stessa accusa, chiarirò tutto anche questa volta».
Nonostante questi fatti oggi apprendiamo che la sezione siciliana dell’Ordine dei giornalisti ha deciso di costituirsi Parte Civile contro il direttore di Telejato, Pino Maniaci, nel procedimento contro di lui per esercizio abusivo della professione di giornalista.
E dunque? L’affare si complica. Sono passate poche ore dalla notizia e cercheremo di capirne di più. Vogliamo pensare che Pino sia stato vittima di un “tecnicismo burocratico”, vogliamo ben sperare che sia solo e solamente così; una persona che rende onore alla professione giornalistica non può ritrovarsi, alla vigilia del processo che lo vede imputato, con contro chi qualche mese prima, gli ha riconosciuto la tessera “ad honorem”.
Esprimiamo solidarietà a Pino e al suo giornalismo di frontiera, di notizie, secco, sfrontato, spesso ironico… Giornalismo di nomi e cognomi senza piegare la schiena. Lo stesso giornalismo di Impastato e Alfano, a cui l’Ordine riconobbe il tesserino solo dopo la morte. Quel giornalismo che era anche di Giuseppe Fava, lì però il tesserino c’era, allo zelante ordine però sfuggi di esprimere solidarietà alla famiglia e di andare a quel funerale.
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