La politica ha bisogno dei giovani

I politici tendono a chiudersi in casta perdendo i collegamenti con la società. Mentre si moltiplicano i loro problemi i giovani possono rimanere estranei?
I giovani sono piuttosto defilati rispetto ai problemi della politica. Spesso le sezioni locali dei partiti sono rette da vecchie cariatidi che non riescono a liberarsi dall’antico vizio di ridurre l’attività politica alla semplice (ma feroce, a volte) ricerca di vantaggi per sé e per i propri parenti e amici. Questo dato, però, non va generalizzato. C’è sempre una minoranza, anche se esigua, che sente e soffre i problemi non risolti, incancreniti, della comunità.
A queste persone, quasi sempre emarginate, si devono aggiungere quelle che stanno fuori dai partiti perché disgustate da un andazzo che appare loro immodificabile; essi sfogano la loro rabbia in mugugni o in animate discussioni con gli amici e, magari, astenendosi dal voto. Si tratta di un atteggiamento sterile che lascia le cose come stanno.
I giovani rimangono lontani, sullo sfondo di un mondo che sembra appartenere solo agli adulti. Questa è una delle cause del distacco della politica dalla società. I politici, sempre più autoreferenziali, tendono a chiudersi in casta, perdendo i collegamenti con la società. Mentre si moltiplicano in maniera esponenziale proprio i problemi dei giovani, l’educazione, la scuola, la formazione professionale, l’occupazione, lo sviluppo economico, l’imprenditorialità giovanile, la droga, il tempo libero, la violenza, la microcriminalità giovanile, la classe politica appare distratta, immersa nei giochi di potere e nella ricerca del consenso attraverso i vecchi e logori metodi.
E i giovani che fanno? E’ giusto che si dedichino alla loro formazione, ai giochi, agli sport, ai divertimenti, agli amori della loro età, ma possono rimanere estranei e delegare ad altri, totalmente e acriticamente, la gestione della cosa pubblica? C’è bisogno della freschezza di forze nuove, dell’entusiasmo e dello slancio, della purezza d’intenti, di una nuova generazione, non rassegnata e ribelle alle chiusure di una politica lontana dalla realtà. Bisogna partecipare alla vita dei partiti. Non vedo altra strada. Lo so, qualche volta c’è da turarsi il naso. I gruppi dominanti sono difficili da scalzare, ma la forza dei numeri può sovvertire qualsiasi situazione. Nelle moderne democrazie i partiti sono strumenti insostituibili dell’azione politica.
I movimenti, l’associazionismo, le mobilitazioni, le pressioni delle piazze, la forza dell’opinione pubblica, la libertà della comunicazione, sono essenziali (guai se non ci fossero); ma sono i partiti i veicoli del consenso democratico, della partecipazione, i portatori degli orientamenti politici, gli ispiratori degli indirizzi e dei programmi. Al loro interno, in maniera più o meno estesa, si attuano i primi conflitti di interessi o di opinioni, si realizza l’addestramento alla dialettica democratica, si svolge il faticoso lavoro di cucitura e di mediazione delle varie posizioni emerse, si stilano le sintesi che daranno voce al partito nell’arena della competizione politica, nella quale hanno luogo, a loro volta, gli scontri e gli incontri necessari per la formazione delle maggioranze che governeranno le istituzioni democratiche. Senza conflitto (ovviamente non violento) e senza libertà non c’è democrazia.
Le campagne elettorali sono il momento clou delle dialettiche democratiche, la visione plastica di una società viva e responsabile del proprio destino. Purtroppo non tutto si svolge alla luce di queste regole. Spesso si ha notizia di vergognosi mercimoni. Anche su questo versante i giovani possono portare pulizia e correttezza. La democrazia, col suo libero sistema dei partiti, è una palestra dove ogni giovane può esercitare le proprie qualità, conseguire le proprie aspirazioni e ambizioni, contribuire alla elevazione materiale e culturale di tutti i membri della società, allargare gli spazi di espressione, di comunicazione e di libertà.
- Ci sono 1 contributi al forum. - Policy sui Forum -
La politica ha bisogno punto e basta... sono contrario ai "movimenti politici giovanili" o meglio classifichiamo bene i giovani. Ci sono associazioni, partiti, movimenti che si riferiscono alla fascia dai 14 a 35 anni. 35 anni? è assurdo. E’ logico che il Premier debba avere 70 anni se fino a 35 anni sei considerato giovane. Questo mese compio 26 anni, sono sposato ed ho una bambina mi sento giovane e forte ma non ci sto a stare a fare il gioco del giovane. Voglio entrare nel vivo del gioco. Faccio parte di un circolo politico e non ho alcuna intenzione di farmi da parte per stare con i giovani... Io sto nel circolo dei grandi e cerco di diventare leader e tirare avanti come dovrebbero fare i grandi. Quindi per concludere giovani si ma fino ad un certo punto. Diciamo 25 anni dopo è assolutamente assurdo...