Internet? Un luogo di condivisione

Abbiamo scelto internet. Quindi la risposta ad una recente domanda che ci siamo posti non può che essere affermativa: dal Web alle coscienze è un itinerario possibile!
Abbiamo scelto internet. Quindi la risposta ad una recente domanda che ci siamo posti non può che essere affermativa: dal Web alle coscienze è un itinerario possibile!
Internet è un medim di massa diverso da quelli che fino ad oggi abbiamo conosciuto. La sua diversità risiede nella libertà di accesso al mezzo stesso: a differenza della televisione, della radio o dei giornali, tutti quelli che hanno accesso ad un collegamento possono aprire un sito internet e così dire la loro, fare musica o improvvisarsi videomaker. Pasolini riferendosi alla televisione diceva che il medium di massa non può che mercificarci e alienarci. Egli metteva in luce il rapporto gerarchico e non partecipato che una qualunque persona ha con il medium televisione: nel momento in cui qualcuno ci ascolta dal video, ha verso di noi un rapporto da inferiore a superiore, che è un rapporto spaventosamente antidemocratico.[1] Ovviamente questo rapporto non partecipato lo si può riscontrare anche con la radio e i giornali. E se vogliamo anche su internet, ma con alcune differenze che non possono essere taciute.
Internet permette la condivisione contemporanea della notizia a tutti gli utenti interessati; e per condivisione si intende una condivisione totale esplicitata in luoghi (per esempio i forum o le semplici e-mail) nei quali si discute la notizia. Ciò non può accadere negli altri medium di massa in cui la notizia o il commento sono dati una volta per tutte. Ovviamente dietro un auspicio di condivisione e partecipazione ci deve essere la volontà della persona; dalla persona dovrà partire l’input per il ritorno ad una dimensione locale della vita, e paradossalmente questa opportunità ci viene offerta da un mezzo di comunicazione di per sé globale: internet. La comunicazione globale ci aiuterà ad uscire dal silenzio locale in cui siamo piombati, e se lo vogliamo ci permetterà di tornare ad una comunicazione locale. Internet infatti non ci mette in comunicazione solo con il più lontano, ma anche con il più vicino.
Abbiamo scelto internet in quanto luogo di condivisione partecipata e quindi luogo di coscienza.
La strada metapolitica non può fare a meno di un mezzo come questo: nel mondo delle reti, nella rete per definizione, la creazione di reti che corrono lungo le forme d’arti, l’associazionismo, il volontariato, potrà rivelarsi incubatoio per un ritorno alla politica. Questo ritorno evidentemente è di là da venire per quel che ci riguarda, e forse nemmeno riusciremo a vedere e toccare i frutti dei nostri sforzi. Siamo comunque convinti che la strada sia questa, dal web alle coscienze.
NOTE [1] Pasolini intervistato da Enzo Biagi, fonte rai.it
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Non condivido nemmeno un pò quello che Lei ha scritto.
Internet si è rivelato una grande autostrada, dalla quale bisogna tenersi sempre a debita distanza.
In internet troveremo solo la superficie della conoscenza. In un certo senso è un monumento all’omologazione, e un modo per rapportarsi con altri individui cercando di essere il più simili a chi ai lati ci osserva.
Forse bisognerebbe tornare alle origini di tale fenomeno, cercando di scoprire quali erano i proponimenti iniziali, e se trattasi di cosa culturale ed etica.
Quindi una storia più circostanziata delle iniziative di Gates e company.
In ciò mi sento di sottolineare il carattere sperimentale di tale evento, e la criticabile condizione di quella persona che, avendo molti mezzi oltre a quelli di natura creativa, ha cambiato il corso della Storia, e questo a prescindere dal valore istituzionale mai assunto e conferitogli dalla politica e da altre persone giuridiche.
In se, saper "navigare" o usare un computer nel modo oggi convenzionale, ci crea un antefatto fastidioso che ci mette nella condizione insuperabile di inferiorità verso una tecnologia che resta ai più, nascosta. E quindi un rischio potenziale per l’intelletto e la coscienza di chi è appunto tenuto all’oscuro da segreti anche industriali che stanno alla base di tale business.
Tengo invece a sottolineare che internet è solo un ipermercato, dove puoi trovare qualunque merce.
Quindi, non cerchiamo di farlo somigliare a quello che non può essere per le linee di progetto.
Il controllo di quello che asserisco è nel fatto che molte persone pur passando molto tempo in internet, non migliorano la loro cultura o abilità, perchè non vi è scambio tra gli utenti di tali nozioni.
Dire che internet farà progredire l’umanità corrisponde all’incirca a dire che una mandria di bufali africani riuscirà a non farsi mangiare dai leoni solo perchè ha trovato un grosso lago. Anzi sono certo che i leoni non moriranno più di fame.. E questo non invertirà alcun ruolo..
La Scuola, ha ben altri argomenti, ma internet entrerebbe nelle scuole per sostituire gli insegnanti..
Il computer è una bella cosa, ma dovrebbe essere sottomesso.. Tale eccezione sarebbe possibile in assenza di una rete che rende il problema dell’ordine pubblico informatico impossiblie (furto dei programmi e di altre opere d’autore, diffusione di documenti pornografici o non soggetti a garanzia morale).
In tale ottica vedo solo i fiori del caos venir fuori dal marasma, un modo per affermare che nessuno ha ragione, e quindi l’anarchia a cui oggi troppi si sono rassegnati. Anche perchè la cultura scientifica con quella letteraria sono in antitesi..
Per me non esiste la mezza cultura (perchè oggi ancora fallisce, anche con internet). Il sistema che funzionerà nel futuro sarà quello gerarchico.
E meno male che ci sono molti individui che hanno un istinto innato contro l’omologazione.
Un ritorno al lavoro sottopagato? si, ma anche al riconoscimento della sua efficacia.
E questo, lo dobbiamo solo a qualche miope utopia.. (e anche ad altro).
Per chiudere farei un paragone: un ragazzo che realizza un videogioco, e ne diventa autore..Immaginiamo tale individuo, ora perdersi in giocate infinite col suo games..
E’ una cosa credibile? dunque il computer mostra il suo vero volto: quello di garantire ancora una comoda ignoranza a molti individui.
E gli altri? cosa si deve pensare noi che si tentava di accedere all’assembler dei primi "386"?
(Cioè quelli che si conosce la stupidità di codesta macchina?)
A cosa serve oggi il computer?
a sostituire la scuola?
Il computer è un calcolatore che nacque per risolvere grossi problemi di matematica.
Oggi è invece usato per risolvere i problemi economici di chi li fabbrica!
I problemi dell’umanità si amplificano, ormai non c’è bisogno di elencarli.
Nessun programma informatico potrà salvarci dall’effetto serra, eppure tutti sono ancora d’accordo che non c’è un rimedio.
Questo perchè la nostra tecnologia di punta è l’informatica, l’altra scienza è relegata a ruoli ridicoli. La gente pensa di essere un puntino che si muove nello schermo.. non conta più nulla di quello che uno pensa e può risolvere..
Quindi il computer non serve quasi a nulla per la formazione degli individui. In realtà può solo aiutare la ricerca scientifica, e lo scambio delle merci.
Cosa può fare un computer? oggi quasi nessuno lo sa! per questo manca un certo rigetto e una selezione dei realativi e discutibili usi..
(es.: a Scuola un corso di musica col computer! che stupidaggine!)
La musica? è forse la chiave di tutto questo mistero!