Il paesaggio e la questione eolica

Linea di contrasto intransigente contro gli impianti eolici nel convegno di Palermo.

di Antonio Carollo - lunedì 6 aprile 2009 - 2311 letture

Nei giorni scorsi si è svolto a Palermo, a Villa Malfitano, un convegno internazionale dal titolo: "L’attacco al paesaggio. La questione eolica", organizzato da Italia Nostra. Da osservatore alla lontana mi permetto qualche notazione. Nessuna divergenza tra i relatori; qualche frecciatina verso Legambiente. Linea di contrasto intransigente contro gli impianti eolici. Vittorio Sgarbi ha invocato l’intervento di Napolitano per fare rispettare l’articolo 9 della Costituzione ove è detto che l’Italia tutela il paesaggio. Raffaele Lombardo ha approfittato per far conoscere il piano energetico ed ambientale della Regione Sicilia. Valery Giscard D’Estaing, presidente emerito della Repubblica Francese, ha condannato senza appello le pale eoliche, che devastano il paesaggio, ed ha indicato nell’energia solare l’obbiettivo da perseguire; nel frattempo bisogna pensare al nucleare (ha detto da buon francese che fa gli interessi del suo paese, aggiungo io). Le conclusioni del convegno mi trovano d’accordo. E’ vero che l’installazione di questi impianti sta assumendo una dimensione affaristica preponderante, con evidenti infiltrazioni di carattere malavitoso. Il pericolo dell’alterazione irreversibile del paesaggio è piuttosto evidente. Legambiente dice che bisogna pianificare oculatamente e creare dei parchi eolici in luoghi prescelti ecocompatibili. Ma siamo in Italia. Chi si fida? Meglio dire di no fin dapprincipio. Tanto più che la quantità di energia eolica prodotta sarebbe alquanto modesta rispetto al fabbisogno nazionale. Andrebbe intrapresa una grossa campagna di ricerca per l’utilizzo dell’energia solare e dell’idrogeno. Da questo orecchio però il governo non ci sente. Ha preferito impegnarsi sul nucleare, discutibile e controverso, siglando un accordo con Sarkozy. Francamente non ho capito questa disinvoltura. Con quale autorità ha potuto impegnarsi? Col consenso ottenuto in campagna elettorale? Mi sembra che si semplifichi troppo. Il popolo italiano si è pronunciato solennemente contro il nucleare. Buona regola democratica vuole che sia lo stesso popolo a cambiare eventualmente opinione. Ma è inutile discutere; è tempo perso; qui non conta più neanche il Parlamento. Ritornando al convegno m’é sembrato un po’ monocorde, a senso unico; si è parlato di paesaggio, ma solo a proposito dei guasti causati dalle pale eoliche. D’accordo, il tema era quello, ma se di paesaggio parli perché non dire (almeno accennare) del pericolo maggiore costituito dalla cementificazione, dall’invasione delle seconde case? In questo la Regione ha colpe incontestabili. Il presidente Lombardo sarebbe stato più credibile se avesse accennato alla terribile devastazione delle fasce costiere siciliane. Invece niente. Gran vanto per il suo piano energetco e ambientale, che io approvo, beninteso, nessun impegno per la tutela globale, contro gli attacchi provenienti da ogni parte, del paesaggio.


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