Identità in gioco. Sport e società in età contemporanea
E’ in libreria l’ultimo numero della rivista di storia Zapruder. Identità in gioco. Sport e società in età contemporanea, il titolo del numero di maggio-agosto
E’in libreria il numero 4 di Zapruder, rivista di Storieinmovimento, edita da Odradek.
Il tema centrale di questo numero è lo sport, titolo "Identità in gioco. Sport e società in età contemporanea".
Della rivista abbiamo già parlato. Questo numero si presenta particolarmente ricco.
Alcuni titoli dei saggi contenuti nella rivista :Ondina e le altre (Le italiane olimpiche durante il fascismo), Le due Spagne ricucite nel cuoio (Barcellona e Real Madrid: anatomia di un mito)), Il controllo del pallone (Le associazioni calcistiche cattoliche del secondo dopoguerra), Parate di classe (giovani comunisti a Bologna fra manifestazioni di partito e attività sportive)...solo per citare i titoli più eloquenti.
Perché lo sport?
Com’è nell’impostazione di Zapruder, il nucleo centrale di interesse è la storia della conflittualità sociale e lo sport è stato, nella storia contemporanea, un momento in cui questa conflittualità si è espressa, oltre che un formidabile strumento di identità sociale.
"La natura politica dello sport cominciò ad emergere a metà dell’Ottocento, connettendosi fin dal principio a ragioni patriottiche e militari, oltre che a preoccupazioni di carattere pedagogico e sanitario. Benché ancora lontano da forme di coinvolgimento popolare, lo sport legò la propria storia a quella del nazionalismo in un intreccio che, cresciuto in coincidenza della prima guerra mondiale, raggiunse la massima compenetrazione negli anni trenta, quando, tra l’altro, si ebbe una diffusione socialmente universale dello sport, oramai fatto proprio anche dai partiti e dai movimenti della sinistra in una versione solidaristica e antimilitarista. Nella nuova società di massa lo sport divenne uno degli "strumenti" più efficaci al fine di creare, replicare e rafforzare determinati ordini politici e specifici modelli di riferimento culturali." (Dall’editoriale di Carmelo Adagio e Chiara Giorgi)
Dal tema dello sport, passando per l’intervista a Paolo Sollier,(calciatore degli anni settanta che si proclamava anche militante rivoluzionario, aderente ad Avanguardia operaia) si passa ad affrontare altri aspetti di una storia vicina e poco conosciuta e indagata, quella degli anni settanta, appunto.
Per una rivista come Zapruder, un impegno non rimandabile. E infatti, in questo numero, quegli anni occupano gli interventi nelle varie rubriche ("Altre narrazioni", "Voci", "La storia al lavoro") che disegnano la mappa di una storia veramente in movimento, fra analisi di film, testimonianze, ricerche in corso, riflessioni sui metodi e sul linguaggio.
Su Moro: intervista a cura di Margherita Becchetti a Marco Baliani,attore, regista e drammaturgo, sul suo spettacolo "Corpo di stato. Il delitto Moro." (dell’opera teatrale vengono riportati alcuni brani).
Analisi dei film La meglio gioventù e Buongiorno notte nell’articolo di Marco Grispigni "L’eskimo che conoscevi tu".
Sul linguaggio: Eros Francescangeli e Laura Schettini si interrogano su "Le parole per dirlo. Considerazioni sull’uso ideologico di alcune categorie nello studio degli anni settanta".
Ancora sul cinema: Marco Pellegrini: "In principio fu La seconda volta. Le storie della conflittualità armata in Italia al cinema e in tv tra banalizzazione e uso politico".
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