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Flavio Bucci, attore

Si è spento all’età di 72 anni uno dei più emozionanti attori italiani.

di Piero Buscemi - mercoledì 19 febbraio 2020 - 1796 letture

Forse i connotati stessi identificavano l’origine meridionale di Flavio Bucci. Un volto che recitava anche rimanendo in silenzio, come nella migliore tradizione di chi non ha bisogno di parole se ha un messaggio chiaro da trasmettere agli altri. È per questa sua caratteristica che Salvatore Nocita lo volle nello sceneggiato televisivo Ligabue. Se il pittore naif parlava con i colori dei suoi quadri, Flavio Bucci parlava con il suo viso, molto vicino ad una maschera di teatro.

Ed è nel teatro che forse ha dato il meglio di sé. Le sue interpretazioni pirandelliane in Uno, Nessuno e Centomila nel 1998 e per la regia di Marco Mattolini o Il fu Mattia Pascal dello stesso regista nel 1993. Una indimenticabile interpretazione quella del Riccardo III per la regia di Nucci Ladogana, che dimostrò la capacità dell’artista di passare nei panni di un personaggio all’altro regalando sempre al pubblico la sua spontanea e naturale indole recitativa.

Il cinema lo pretese, a partire da Elio Petri che nel 1971 lo inserì nel cast del film La classe operaia va in paradiso, indimenticabile pellicola che ha visto tra gli interpreti Gian Maria Volenté. La sua versalità gli consentì di recitare in ruoli tipicamente drammatici a quelli della commedia. Come non dimenticare il coreografo dei locali porno di Amsterdam nell’episodio Italian Superman per la regia di Nanni Loy e con interprete principale Paolo Villaggio, tratto dal film ad episodi Quelle strane occasioni del 1976. Da Salvatores (Sogno di una notte d’estate, 1983) a Monicelli (Le due vite di Mattia Pascal, 1985); da Luigi Magni (Secondo Ponzio Pilato, 1987) a Vincenzo Salemme (Volesse il cielo, 2002). Doveroso ricordare Caterina va in città di Paolo Virzì del 2003, con Margherita Buy e Sergio Castellitto e Il Divo di Paolo Sorrentino del 2008, con Toni Servillo, dove Flavio Bucci interpreta la parte di Franco Evangelisti, politico democristiano della prima repubblica e presidente dell’A.S. Roma.

Si è spenta una delle figure più sincere della recitazione italiana, un attore che troppo spesso è stato relegato al personaggio di Ligabue, interpretato maniacalmente dall’attore, ma che rappresentando il suo biglietto da visita, forse gli ha impedito di arricchire maggiormente un’indimenticabile carriera. Vogliamo ricordarlo con la sua battuta più realistica e caratteristica del suo repertorio, quella recitata ne Il Marchese del Grillo del 1981, per la regia di Mario Monicelli, nelle vesti del prete brigante don Bastiano. L’epitaffio migliore per collocarlo tra i grandi del cinema italiano:

“Adesso, pure io posso perdonare chi mi ha fatto male: in primis, al Papa, che si crede il padrone del cielo, in secundis, a Napulioune, che si crede il padrone della Terra, e per ultimo al boia, qua, che si crede il padrone della morte, ma soprattutto, posso perdonare a voi, figli miei, che non siete padroni di un cazzo!”

Flavio Bucci era nato a Torino il 25 maggio 1947, da una famiglia di origine molisana-pugliese. È morto a Passoscuro, una frazione di Fiumicino il 18 febbraio 2020 a 72 anni.

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Flavio Bucci in Il fu Mattia Pascal


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