Fede e ragione
C’è chi dice che Fede e Ragione non sono contrapposte, niente di più falso. Non c’è molto da dire, bastano poche e semplici parole, due righe, ma per una volta voglio essere puntiglioso e fare una dimostrazione "passo passo".
C’è chi dice che Fede e Ragione non sono contrapposte, niente di più falso.
Non c’è molto da dire, bastano poche e semplici parole, due righe, ma per una volta voglio essere puntiglioso e fare una dimostrazione "passo passo".
Prendiamo la logica, strumento principe della Ragione. Se qualcosa è contro la logica è anche contro la Ragione, su questo assioma fondamentale non credo ci siano dubbi. Nella logica esiste un errore comune, detto "Ricorso all’autorità" eccone la definizione come riportata dal Nikzor project (un sito che tratta di errori logici sia in italiano che in inglese).
Descrizione di Ricorso all’autorità
Un Ricorso all’autorità è un errore con la seguente forma:
1. La persona A è (o si afferma che sia) un’autorità sull’argomento S.
2. La persona A fa l’affermazione C sull’argomento S.
3. Quindi, C è vero.
[...]
Quando una persona cade preda di questo errore, sta accettando una tesi come vera senza che ci siano adeguate prove per farlo. Più specificamente, sta accettando la tesi perchè crede che la persona che fa l’affermazione sia un vero esperto e che quindi sia ragionevole accettare l’affermazione. Dato che la gente tende a credere alle autorità (e ci sono, infatti, buone ragioni per accettare alcune affermazioni fatte dalle autorità) questo errore è piuttosto comune.
In pratica è un errore il ritenere vera una affermazione in base all’autorità della fonte di questa affermazione.
In logica, palesemente, è anche un errore prendere per vera una affermazione in maniera arbitraria, in base ad un proprio convincimento.
Ecco invece la definizione di FEDE, in ambito religioso, secondo il dizionario di Sapere.it:
féde
s. f.
credenza ferma e certa che si fonda su un interiore convincimento o su un’adesione all’autorità di altri, senza bisogno di prove di fatto o di dimostrazioni logiche
Insomma per la logica dato che "ritenere vera una affermazione in base alla sola autorità altrui" o "in base alla sola propria arbitraria volontà" è un errore e per definizione aver Fede è esattamente questo, ciò vuol dire che per la Ragione aver Fede è un errore.
Quindi abbiamo dimostrato che la Ragione è contro la Fede.
Dal punto di vista della Fede invece si possono avere diversi casi:
O il fedele ritiene di essere irrazionale o il fedele ritiene di essere razionale.
Se ritiene di essere irrazionale, è automaticamente vero che nel suo caso non si può aver Fede e Ragione contemporaneamente, per propria ammissione.
Se invece ritiene di essere razionale, allora ritiene anche che la sua situazione non è una contraddizione, perchè se sapesse di essere in contraddizione ammetterebbe di essere irrazionale e quindi rientrerebbe nel caso precedente.
Dato che come abbiamo dimostrato nella prima parte essere razionali significa anche considerare la Fede un errore allora se si ha Fede e si è razionali si deve anche considerare un errore la Fede il che è una contraddizione! A questo punto o il fedele ritiene di essere irrazionale e torna al primo caso, o decide di accettare la contraddizione e pretendere contemporaneamente di essere razionale. Ma ammettere di accettare una contraddizione è come ammettere di rifiutare una regola fondamentale della logica, il principio di non-contraddizione. Quindi equivale a rifiutare la Ragione. In conclusione per ognuno dei casi esaminati in cui si ha Fede (altri casi non esistono) non si può avere anche Ragione, quindi possiamo anche dire che la Fede è contro la Ragione.
Quindi in base a quanto detto Fede e Ragione non possono coesistere.
Questo vale per le persone dotate di Ragione, le persone dotate di Fede decideranno o che possono fare a meno della Ragione o, in base ad un loro "interiore convincimento", che questa dimostrazione logica è sbagliata, per Fede appunto, ma così facendo andrà contro la Ragione.
- Ci sono 3 contributi al forum. - Policy sui Forum -
In pratica è un errore il ritenere vera una affermazione in base all’autorità della fonte di questa affermazione.
In logica, palesemente, è anche un errore prendere per vera una affermazione in maniera arbitraria, in base ad un proprio convincimento.
Ecco invece la definizione di FEDE, in ambito religioso, secondo il dizionario di Sapere.it:....
================================
Allora ti chiedo:
la definizione di fede che riporti e’ ritenuta vera in base all’autorita’ della fonte oppure in base ad un tuo proprio convincimento!
Se la definizione fosse falsa (come io penso) quale sarebbe la conseguenza logica che dovresti trarre?
Per darti un termine di paragone ti invito a sfogliare il "riassunto di 2000 anni di esperienza di fede" http://www.vatican.va/archive/catechism_it/index_it.htm
Saluti e pace
Allora, prima di rispondere, ti dico che sono andato a fare un giretto sul link con cui ti firmi (almeno mettere un nick, che diamine). La cosa più vicina ad una definizione che ho trovato è "La fede è la risposta dell’uomo a Dio che gli si rivela e gli si dona, apportando nello stesso tempo una luce sovrabbondante all’uomo in cerca del senso ultimo della vita."
Seguito da:"Con la fede l’uomo sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la propria volontà. Con tutto il suo essere l’uomo dà il proprio assenso a Dio rivelatore. La Sacra Scrittura chiama « obbedienza della fede » questa risposta dell’uomo a Dio che rivela."
Traduco in termini più comprensibili:"la fede è il non capire un tubo dell’uomo davanti a dio" seguito da:"Con la fede l’uomo soccombe in tutto e per tutto a dio [o chi per lui....]. Accetta per vero tutto quello che dio gli rivela."
Passando alla risposta, in termini di logica cruda ogni sistema logico parte da dei postulati, degli assiomi fondamentali. Questi assiomi sono la base della costruzione logica che si crea e vanno decisi prima di iniziare qualsivoglia sillogismo.
Nel nostro caso si assume come assioma fondamentale l’esistenza di una codifica, detta "lingua italiana" atto a veicolare i concetti, le idee. Qui la palla passa alla linguistica. Una codifica è definita, in termini formali, come una correlazione tra uno o più significati ed un significante. Se stessimo creando una codifica potremmo decidere arbitrariamente a quali significanti attribuire i codici disponibili (ad es. i codici ascii e unicode con i quali sono codificate le lettere dei file di testo).
Nel caso della lingua italiana la questione diventa più complessa: il codice non è stato creato con un preciso progetto ma vive in continua evoluzione con continuità dal latino. Per una situazione del genere nessuno può avere autonomamente pretesa di dare arbitrariamente definizione di un termine. La lingua infatti non è che una convenzione che nessuno ha il potere di accettare o rifiutare.
Essendo una convenzione ci si deve attenere a tale convenzione, e per farlo si utilizzano quegli strumenti di decodifica conosciuti come "dizionrari". Ad oggi ne ho consultati tre diversi, il Gabrielli, il dizionario di Sapere.it (quello citato nell’articolo) e il De Mauro Paravia : concordano tutti e tre con il link che mi hai dato.
Per come l’ho tradotto io almeno...
La definizione di sapere.it afferma che la fede è senza "prove di fatto" o "dimostrazioni logiche". Già questo,però solo se si considera corretta tale definizione, permette di concludere che la fede è senza ragione(non necessariamente contro)non appoggiandosi a "dimostrazioni logiche" o "prove di fatto".E senza logica o "prove di fatto" non può esserci ragione.
In realtà la fede è uno strumento di conoscenza. Il 90% delle scelte che compiamo ogni giorno, sono basate sulla fede, sulla fiducia, sull’affidamento che facciamo nell’altrui autorevolezza : forse che chiedi all’autista del tram se ha la patente? o ti fidi che sia stato selezionato come abile a condurre il tram?.Altro esempio: bevi il latte che compri facendo affidamento sulla marca e sul market che lo vende, non stai a sindacare se sia o no commestibile. Tutta la cultura, la storia e le innovazioni tecnologiche, scientifiche, mediche, eccetera, si basano sulla trasmissione dalle precedenti generazioni, fondando sul principio dell’AUTOREVOLEZZA: ci serviamo della ragione per ritenere RAGIONEVOLE fidarci di ciò che ci viene via via proposto e quindi fare una scelta basata sulla FEDE. Gli strumenti di cui siamo dotati per fare scelte ragionevoli sono tanto più numerosi , quanto più ricca è la nostra umanità : fede, ragione, istinto, tutti tesi a valutare l’attendibilità del TESTIMONE che ci fa accettare una scelta senza che siamo costretti ogni volta a sperimentarla con l’esperienza diretta. Stella