Sei all'interno di >> :.: Primo Piano | Comunicazione |

L’indipendenza del Web

di paskal007r - giovedì 1 febbraio 2007 - 5511 letture

La rete, internet, sta aprendo le porte ad un nuovo modello di comunicazione.

È una cosa che viene comunemente insegnata nei corsi universitari riguardanti "teoria e metodo dei mass media": si tratta di una rivoluzione che non ha pari nella storia, ben più importante per esempio dell’invenzione di Gutemberg della stampa a caratteri mobili.

La comunicazione naturale, a viva voce, è una comunicazione che da 1 persona ne raggiunge 1 è la comunicazione dello stato primordiale della società, la condizione che rendeva inesistente il 4° potere che Wells ha immortalato migliaia di anni dopo.

La scrittura è una forma di comunicazione innovativa, che ha sconvolto le società, portando il rapporto in ragione di 1 a 10-50, garantendo grandi poteri ai detentori della scrittura, in genere nobili e sacerdoti. Lo stesso per il libro, che ha portato il rapporto verso l’ 1 a 1.000, creando per la prima volta la forma della comunicazione di massa, non più appannaggio esclusivo di una restrittissima elite, ma nemmeno adatta al "volgo".

Risultato fu il crollo del potere dell’aristocrazia in favore, guardacaso, delle nuove classi che avevano acquisito la possibilità di fruire di questa invenzione, finanziando la stampa di libri.

I giornali, le radio e i mass-media in generale hanno portato il rapporto ad 1 a 1’000’000, conferendo un potere immenso a quei pochissimi che riuscivano a controllare la fonte, è l’apice del 4° potere. Internet, per la prima volta nella storia umana ha aumentato non il numero di destinatari, ma il numero di fonti, che così riguadagna la parità, come era nella comunicazione orale, ma con il vantaggio di essere dotata di una suprema diffusione. Il rapporto è diventato 1.000.000 a 1.000.000, ne consegue la distruzione di quell’esclusività, di quel potere che era unicamente appannaggio di chi controllava l’unica fonte. È incalcolabile la portata di questa rivoluzione, è come se si passasse dalla prima lampadina al pc ultimo modello in una generazione, un aumento in progressione esponenziale delle possibilità di sviluppo della società. Eppure questa rivoluzione può essere uccisa sul nascere.

La rivoluzione è resa possibile dalla totale indipendenza della rete: nessuno ha il controllo sulla comunicazione, tutti sono allo stesso piano, ed è solo in virtù di questa eguaglianza tecnica che è possibile l’eguaglianza a tutti gli altri livelli.

Ci sono due gangli cardine, due bandoli di questa immensa matassa che però possono essere tirati per eliminare l’uguaglianza. Il primo sono i sistemi di ricerca e indicizzazione, l’occhio dell’utente sulla rete. Google per esempio ha esercitato questa sua facoltà censoria di recente sul sito di informazione Uruknet.info (uno dei più critici siti di controinformazione sull’Iraq occupato) eliminandolo dal servizio Google News senza alcuna ragione tecnica né alcun preavviso. Semplicemente è stato cancellato, questo in concomitanza con numerosi attacchi informatici che sono stati diretti da "soliti igNOTI".

Il secondo è la neutralità della rete, la voce dell’utente, che è distribuita in maniera equa tra tutti i fruitori dei servizi, in quanto al gestore non è concesso fare contratti discriminatori in base ai contenuti che passano per i suoi sistemi. La discriminazione non è da intendersi al singolo utente che da casa riceve i suoi dati, ma alla fonte di questi dati. È impossibile per esempio che il sistema possa discriminare tra il video che state guardando dal blog di un vostro amico magari su un server personale e quello che state guardando dai server di MTV o You Tube. Eppure le ultime polemiche tese alla deregolamentazione stanno minando la neutralità della rete, in Italia. Già in passato è stato fatto un primo tentativo in questo senso da parte di Telecom Italia con “Rossoalice”, tuttavia grazie all’intervento dell’Associazione Italiana Internet Provider che tramite un esposto notificò la situazione alla DG Concorrenza a Bruxelles, è stata imposta la cessazione di questa pratica discriminatoria. Ora la battaglia è portata avanti attraverso il sito www.regoleperiptv.it .

Negli USA si è invece già arrivati ad una rete a 2 velocità che penalizza il fruitore di servizi costringendolo a non poter sfruttare appieno la propria banda per tutti i servizi a disposizione ma solo per quelli "autorizzati".

Paradossalmente anche le grandi aziende che usufruirebbero dei servizi di fascia alta, come Microsoft, in questa battaglia sono schierati a favore dei clienti in quanto una situazione del genere costringerebbe i colossi a scegliere tra tutti i contratti quelli più costosi per rimanere competitivi cosa che significherebbe un aumento dei costi per le aziende. Per creare questa situazione di limitazione su base censoria (intendendo in base al "census" latino, il grado di ricchezza) si adoperano invece i fornitori di banda che potranno offrire contratti per loro più lucrativi incuranti del danno mortale inferto alla democrazia.


- Ci sono 5 contributi al forum. - Policy sui Forum -
L’indipendenza del Web
2 febbraio 2007

L’indipendenza del web?

Liberi cittadini di internet votiamo plebiscitariamente una costituzione democratica!

E poi? Poi cosa succederà? Che vantaggi abbiamo ad essere liberi ed indipendenti dentro il web?

Non è forse questa una forma di libertà vigilata? La verità sta fuori da qui!

E’ comodo disquisire su tutte le tematiche di questo mondo nascondendosi nel web: un luogo virtuale in cui persino le guerre sono virtuali, in cui il dolore esiste solo a parole.

Non ho letto il tuo articolo! Mi basta afferrare il concetto di libertà del web per capire che l’argomento non mi interessa, se non per destrutturarlo.

Vi stanno, ci stanno, scavando la fossa! Qui siamo liberi di esprimere le nostre idee: altrove sembra che non sia più possibile. Perchè altrove, fuori dal web, ci sono gli uomini in carne ed ossa: quelli che non ci ascoltano e non vogliono ascoltarci.

Stiamo diventando, noi stessi, parti del web: elementi votati ad una bioelettronica in cui i nostri sensi si perdono irrimediabilmente nell’oblio.

A nulla vale il nostro sforzo di essere veri, se poi siamo solamente le nostre stesse parole.

R.R.

    L’indipendenza del Web
    2 febbraio 2007, di : Paskal007r |||||| Sito Web: Divide et impera

    Non ho letto il tuo articolo!

    E SI NOTA!

    Se l’avessi fatto avresti notato che non parlo ASSOLUTAMENTE di quello che scrivi.

    Parlo del concetto di NEUTRALITA’ della rete rispetto a chi la utilizza, una questione puramente legata ad aspetti TECNICI di internet che però può influire pesantemente sulle limitazioni al suo utilizzo che in un futuro non troppo lontano potrebbero esserci imposte.

    La prossima volta, non fermarti al titolo, eviterai figuracce...

    P.S. Cmq sono daccordo con quello che scrivi, il web è un ottimo strumento ma se diventa un fine, se ci chiudiamo nella nostra nicchia, diventa totalmente inutile, anzi dannoso.

L’indipendenza del Web
4 febbraio 2007

Il P.S. lo accolgo come una verità.

Il titolo degli articoli è la cosa più importante.

A scuola ci davano un tema partendo da un titolo, se andavamo fuori tema ci mettevano 3.

Quando scegliamo noi di scrivere liberamente su un dato tema e poi titoliamo il tutto con un titolo errato, mandiamo fuori tema il lettore.

Il voto dattelo tu, perchè io parlo solo a tuo vantaggio, a vantaggio della chiarezza di ciò che scrivi.

    L’indipendenza del Web
    5 febbraio 2007, di : Paskal007r |||||| Sito Web: Divide et impera

    Lamentati con la lingua italiana:

    dal de-mauri in|di|pen|dèn|za s.f. AU 1 condizione di autonomia personale, economica, spirituale rispetto ad altri: raggiungere l’i., essere fiero della propria i. 2 condizione politica di un paese non soggetto a dominazione straniera: lottare per l’i., ottenere l’i.

    Io ho scritto pensando al significato 1, tu hai letto pensando al significato 2... Capita. ^____°

L’indipendenza del Web
4 febbraio 2007

Dichiarazione di indipendenza dal Web.

Sto preparando una bozza di petizione per ottenere la liberazione degli ergastolani del Web. Qualcuno vuole contribuire con suoi spunti personali?

George B. Washington

L’indipendenza del Web
5 febbraio 2007

Torno adesso dallo psicologo. Mi ha detto che ho ragione in tutto, persino nel dire che la società è fatta di persone folli.

Poi voleva prescrivermi una cura farmacologica per tornare ad essere un imbecille forzato.

Gli ho detto che non ho intenzione alcuna di riadattarmi al mondo dei falsi.

Ci incontreremo di tanto in tanto: giusto per metterlo un poco in crisi.

W il Web tutto attorno a noi!

L’indipendenza del Web (Oltre Ogni Tema)
7 febbraio 2007

tanto per restare nel tema del fuori tema..

LA RETE già esisteva.. c’erano i telefoni per scambiarsi le idee.

Internet è indubbiamente una maxi rete.

Ma a cosa può servire?

Tale mezzo porta al qualunquismo più spinto. Non troveremo mai in codesto mezzo un metodo per imparare ad imparare.

LA RETE allora, a cosa può servire?

A comunicarci lo standard giusto di ignoranza?

..................

In un mondo lontano.. In un futuro remoto anche per i fu:

Immaginare che internet sia lo stato di grazia definito?

La spiritualità elettronica alternativa? (SEA)

SCass

    L’indipendenza del Web (Oltre Ogni Tema)
    8 febbraio 2007, di : Paskal007r |||||| Sito Web: Divide et impera

    i telefoni non rendevano un individuo in grado di comunicare con altri mille contemporaneamente, è una differenza importante

    Dici che la rete non ha un "controllo qualità"? Non è vero, il controllo è insito nella capacità di giudizio dei lettori: oggi con la tv chi sta sopra decide quali schifezze rifilarci (pensare a programmi del calibro di distraction o a qualsiasi reality)..

    Esempi di idiozia libera li troviamo ad ogni livello, al cinema ci sono i fortunatissimi "vacanze di natale", nei libri troviamo gli "Harmony", per i fumetti ci sono quelli tipo "winx", per la musica ci sono le sgallettate sciacquette pop "alla britney". L’idiozia è standard, la differenza la fa la presenza in grande quantità di materiale di ottima qualità.

    Quanto all’ imparare a imparare non è da cercare nè in internet nè altrove. E’ una nozione, e in quanto tale non è propria di nessun mezzo.