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Del paesaggio sonoro e del rumore come fenomeni sociali

Il paesaggio e il rumore sono fenomeni sociali che emergono dall’interazione tra dimensione fisica e costruzione culturale. Entrambi modellati da dinamiche di potere, processi economici e pratiche sociali...

di Massimo Stefano Russo - sabato 1 febbraio 2025 - 446 letture

Devo a Silvia Zambrini che nel lontano 1999 mi propose una tesi di laurea sul rumore inteso come fenomeno sociale il mio interesse a questo tema e soprattutto a quello del paesaggio sonoro. All’epoca ero del tutto ignorante in materia e chiarii sin da subito alla candidata che potevo seguirla esclusivamente sul piano metodologico. Perché accettavo di fare da relatore su una problematica a me distante e oscura? L’argomento mi incuriosiva soprattutto per l’originalità del tema che mi consentiva di esplorare un territorio a me estraneo. La decisione si è poi rivelata una scelta indovinata.

Negli anni ho seguito l’attività della Zambrini impegnata a lottare contro la dittatura della musica assordante che inquina gli spazi pubblici e aperti al pubblico: "La città in concerto. Eterofonia e conflitto nella metropoli contemporanea" (2004); "L’erosione del neutro. Viaggio nella dimensione urbana dei sensi" (2006); "La nuova sordità. Riflessione attorno ai sintomi di una società distratta" (2009); "La misura della qualità di vita nei luoghi e nell’ambiente. Metodologia e criteri di valutazione" (2012).

Grazie a Silvia Zambrini ho conosciuto Roberto Barbanti, Pierre Mariétan, Albert Mayr. Fu quest’ultimo - di cui ho un vivo ricordo - a parlarmi dell’associazione FKL (Forum Klanglandschaft, Forum per il paesaggio sonoro) e del lavoro di ricerca che portavano avanti, invitandomi a partecipare attivamente alle attività che svolgevano. Ho partecipato così a seminari e incontri nazionali e internazionali, in un confronto appassionato e diretto con ricercatori e studiosi di valore. Il paesaggio sonoro è diventato un argomento significativo del mio campo di studi e ricerca.

Con uno gruppo di docenti dell’Università di Urbino Alessandra Calanchi, Mario Corsi, Ivo Klavier ci siamo occupati dei paesaggi sonori con seminari, convegni e pubblicazioni specifiche: un lavoro che ritengo prezioso su più piani, non ultimo quello della salvaguardia armonica dell’ambiente e del territorio. Nel 2022 in Urbino assieme all’Associazione FKL e all’Associazione CSMDB (Centro Studi Maurizio Di Benedetto), abbiamo ospitato l’Incontro Nazionale I SAPERI DALL’ASCOLTO PER CHI SUONA IL PAESAGGIO.

Perché diventa alquanto importante e significativo riflettere sul paesaggio sonoro e sul rumore?

Bisogna tenere presente che il paesaggio e il rumore sono due elementi della realtà quotidiana spesso percepiti come fenomeni naturali o accidentali, ma entrambi profondamente influenzati dalle dinamiche sociali e culturali. Il paesaggio e il rumore oltre a presentarsi come componenti fisici dell’ambiente rappresentano anche costruzioni sociali che riflettono e influenzano le relazioni umane, le pratiche economiche e le stesse strutture di potere. Il paesaggio, quale costruzione sociale e simbolica, concetto specifico, modellato dalle percezioni, dalle pratiche e dalle rappresentazioni collettive di una società.

La “geografia culturale” vede il paesaggio come il risultato dell’interazione tra l’ambiente naturale e l’azione umana. In tal senso, il paesaggio si presenta come entità fisica e costrutto sociale che riflette valori, ideologie e identità. Le “Politiche del Paesaggio”, le decisioni urbanistiche, agricole e ambientali plasmano il paesaggio secondo interessi economici e politici. Valorizzare turisticamente un’area rurale porta a trasformare il paesaggio, per saper rispondere alle esigenze del mercato, si arriva così a modificare il significato e l’accessibilità degli spazi per le comunità locali. Il rumore, come il paesaggio, esprime un fenomeno che trascende la sua dimensione fisica per assumere un carattere sociale e politico, con la percezione del rumore che varia in base a fattori culturali e contestuali: ciò che in un contesto può essere considerato un suono desiderabile, in un altro può essere percepito come un’intrusione o una forma di inquinamento acustico.

Come controllare il rumore? Il rumore spesso viene regolato da normative che riflettono rapporti di potere e le Gerarchie Sociali. Le classi sociali più abbienti hanno maggiore capacità di controllare il proprio ambiente sonoro, vivendo in aree più silenziose o dotate di regolamentazioni più severe. Al contrario, le classi meno abbienti sono più esposte a inquinamento acustico derivante da traffico, industrie e attività urbane. Il paesaggio e il rumore sono fenomeni sociali che emergono dall’interazione tra dimensione fisica e costruzione culturale. Entrambi modellati da dinamiche di potere, processi economici e pratiche sociali, rendendo necessaria un’analisi critica che superi una visione meramente naturalistica. Lo studio di questi fenomeni consente di comprendere meglio le disuguaglianze e i conflitti legati all’uso e alla percezione dello spazio e del suono nella società contemporanea.

Giovedì 30 gennaio ho partecipato a un webinar organizzato dall’ASSOEDILIZIA SERVIZI SRL di Milano - “MILANO CITTA’ RUMOROSA” - che ha posto al centro della riflessione il rumore nell’area metropolitana e la necessità di sviluppare attenzione e sensibilizzazione su un fenomeno ritenuto marginale se non irrilevante, ma che oggi acquista sempre più rilevanza e genera conflitti e contenziosi. Gli organizzatori nel prospettare l’opportunità di un convegno nazionale tra esperti dei vari settori e operatori pubblici hanno lanciato lo slogan: “Meno Rumore Per Tutti”.


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