Attacco agli accidiosi

Ripresa la campagna diffamatoria e talvolta, senza cognizione di causa, alla pubblica amministrazione, quasi che l’apparato statale non comprendesse anche ministri, onorevoli, senatori, sindaci, assessori e le varie caste sparse per il paese.
Il ministro Brunetta l’aveva già pronto da tempo, custodito gelosamente dentro il cassetto della sua scrivania, il decreto legge che avrebbe riformato e “migliorato” la funzione pubblica italiana. Ha atteso soltanto la nomina, peraltro prevedibile, per esternarlo alla stampa, prima, e proporlo tempestivamente al Consiglio dei ministri, dopo.
Poi, una buona campagna mediatica sull’argomento, la tristezza e desolazione di Emilio Fede che denunciava pubblicamente il ricevimento di un invito alla festa della Repubblica, da parte di Napolitano, giuntogli dopo dieci giorni, quasi a far credere che il Presidente avesse utilizzato le Poste Italiane per tale scopo, ha rimesso in moto la macchina riformatrice della amministrazione pubblica.
Sull’episodio di Fede, ci siamo ricordati del tentativo di ravvivare il servizio postale italiano che, da un dato statistico del 1994, ci poneva tra gli ultimi posti europei per efficienza, con il nostro 20% di corrispondenza consegnata entro il giorno successivo alla spedizione, rispetto all’80% della Germania.
Ci siamo ricordati del decreto legge 487 del 1993, convertito poi nella legge 71 del 1994, che trasformava l’ente poste in ente pubblico economico, con l’obiettivo di una definitiva metamorfosi in S.p.A., realizzata il 28 febbraio 1998. Un’evoluzione che, a detta di Fede, non ha portato grossi benefici, a parte un taglio drastico di personale, pari a 22.000 tra il 1998 e il 2002.
Un documento inviatoci dalla Federazione RdB/CUB Pubblico Impiego ci ha riassunto, almeno in parte, la situazione attuale (prima dell’entrata in vigore del d.l. Brunetta) nella quale versano i 3.500.000 dipendenti pubblici.
Appare evidente come, il blocco delle assunzioni e del conseguente turn over, iniziato negli anni ’90, ha portato ad una graduale diminuzione del personale da determinare un 80% delle strutture del territorio che lavorano sotto organico. Il taglio dei costi di gestione, che una futura S.p.A. non farà che incrementare, ha dato vita ai famosi casi dell’arte di arrangiarsi, che hanno caratterizzato gli uffici dei Tribunali di Torre Annunziata o di Perugia, per citarne qualcuno, costretti a procurarsi a proprie spese anche la carta per la fotocopiatrice. Per non parlare della penuria di garze e siringhe negli ospedali.
La RdB/CUB pone un quesito davvero interessante. Il documento cita testualmente: quale è il vero obiettivo di questi professionisti della denigrazione del pubblico dipendente, che si autoalimenta anche in termini di guadagni sostanziosi?
La RdB/CUB ci fa notare, inoltre, che l’eventuale denuncia da parte di un dipendente pubblico, sulle condizioni di lavoro della amministrazione pubblica, costituisce ancora un reato per diffamazione e lesione di immagine. Privilegio che un politico (per noi, un dipendente pubblico, in ogni caso) può invece permettersi.
Anche i vari provvedimenti paventati dal ministro Brunetta, per sanzionare l’inefficienza dei dipendenti pubblici, celano intenzioni poco chiare. I regolamenti nazionali, integrati da quelli locali dei singoli enti, prevedono già sanzioni disciplinari, che prevedono sospensioni a tempo dal posto di lavoro, a reddito zero. E’ prevista anche la decurtazione di una percentuale dello stipendio, in caso di gravi inadempienze.
Sanzioni pecuniarie che, siamo volontariamente ripetitivi, non vengono contemplate per coloro che pretendono un’efficienza che, spesso, nel ruolo di politici, non garantiscono senza alcuna conseguenza.
Forse, il vero obiettivo di questa riforma sta nel delegare ai privati i servizi di pubblica utilità che, senza orma di dubbio, saranno trasformati in servizi a pagamento a seguito delle ulteriori privatizzazioni che questo, ma anche il precedente governo, ha messo in cantiere. In attesa di avere risposte più precise, raccogliamo l’invito alla manifestazione indetta per il 20 giugno in tutte le Regioni italiane, organizzata da CUB, COBAS e da SdL.
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Dal suo articolo si evince velatissimamente un interesse di parte. Viene quasi il sospetto che a scriverlo sia stato un impiegato pubblico. Uno dei tanti che quando va all’urbanistica o all’anagrafe e non trova nessuno, ha la calma ed il tempo (grazie al suo impiego) di andare al bar vicino per scambiare due chiacchiere con i suoi colleghi perditempo e magari risolvere la sua pratica. L’impiegato pubblico non si spazientisce mai tanto perchè vive col motto "do ut des", se lascio che non faccia molto lui non faccio molto nemmeno io. Che disgusto la sua difesa di parte Buscemi, è sempre patetico leggere le sue filippiche prive di lucidità critica. Lei indebolisce sempre le cause talvolta giuste per cui si batte. Ci sarebbe voluto poco ad ammettere che in Italia il pubblico impiego ha sviluppato un cancro che ha fatto arrivare alla metastasi l’intero apparato statale, dalle ruberie dei ministri all’ignavia degli uscieri. Sono i biliosi come lei che hanno distrutto la sinistra in Italia, non i nuovi fascistelli che ci governano.
Cordialmente suo, Paolo Aiello
E’ incredibile come la gente possa ignorare del tutto il funzionamento della pubblica amministrazione e pretendere di poter avanzare giudizi ed opinioni. Giustificabile da parte del ministro Brunetta, perchè è noto che, se capiva qualcosa di funzione pubblica, non gli avrebbero di certo dato l’incarico.
A tal proposito: Il neo ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione sta collezionando una serie di gaffe a ripetizione. Il 27 maggio scorso su l’emittente La7 aveva affermato che l’INPS affida ad un service esterno la liquidazione di parte delle pensioni, con una produttività di sei volte superiore a quella dei dipendenti dell’Istituto previdenziale, affermazione assolutamente infondata. Il 10 giugno, intervenendo ad un convegno sull’innovazione, ha annunciato che presto sarà possibile riscuotere le pensioni e versare i contributi presso le tabaccherie, per superare l’inefficienza della pubblica amministrazione. Il ministro Brunetta sembra ignorare che attualmente la riscossione delle prestazioni pensionistiche ed il pagamento dei contributi sono effettuati presso banche ed uffici postali, soggetti privati non appartenenti alla pubblica amministrazione. Nelle intenzioni di Brunetta c’è la costruzione di “reti amiche”, formate da farmacie, carabinieri, tabaccherie ed altri esercizi, per l’erogazione di servizi oggi garantiti dalla pubblica amministrazione, considerata evidentemente inaffidabile. Se pensate ad una riedizione del Dott. Stranamore di Kubrick vi sbagliate di grosso, perché (ahinoi) sono le affermazioni pubbliche di un ministro di questa repubblica. Brunetta, probabilmente, ha sentito parlare vagamente della rete delle pubbliche amministrazioni, un progetto dello scomparso Gianni Billia, e lo ha editato nuovamente a propria immagine e somiglianza, ipotizzando che in futuro le pensioni pubbliche possano essere liquidate dal salumiere e riscosse dal tabaccaio, magari sotto forma di gratta e vinci.
23/06/2008
Oggi il ministro Brunetta ha detto in TV che si sarebbe aspettato il premio Nobel per l’Economia...(trasmissione: Matrix)
Poi ha detto che volentieri ha accettato di fare il ministro, perdendo però tempo prezioso che gli avrebbe fatto perdere il Nobel.
Continuate così e vedrete che ce la faremo!! Mi dispiace deludervi, ma voglio cercare di essere obiettiva.Sono un’impiegata statale e devo dire, ahimè, che in tanti, anzi in troppi uffici pubblici pieni, fra l’altro, di gente incompente che spesso non conosce l’italiano, non ha un titolo di studi adeguato al posto che occupa, ci sono poche persone che lavorano ed altri che non fanno un bel niente, anzi rendono la vita difficile al cittadino, facendolo girare a vuoto nel ginepraio burocratico, diventato tale, anche grazie alla loro spocchia ed imcopetenza.Vincenza