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Ho visto L’Aquila

Mi chiamo Andrea Gattinoni, questo è il testo della lettera che ho scritto a mia moglie ieri notte.

di Enzo Maddaloni - mercoledì 10 giugno 2009 - 4927 letture

Ho visto l´Aquila. Un silenzio spettrale, una pace irreale, le case distrutte, il gelo fra le rovine. Cani randagi abbandonati al loro destino. Un militare a fare da guardia ciascuno agli accessi alla zona rossa, quella off limits. Camionette, ruspe, case sventrate. Tendopoli.

Ho mangiato nell´unico posto aperto, dove vanno tutti, la gente, dai militari alla protezione civile. Bellissimo. Ho mangiato gli arrosticini e la mozzarella e i pomodori e gli affettati. Siamo andati mentre in una tenda duecento persone stavano guardando "Si Può Fare" .

Eravamo io, Pietro, Michele, Natasha, Cecilia, AnnaMaria, Franco e la sua donna. Poi siamo tornati quando il film stava per finire. La gente piangeva. Avevo il microfono e mi hanno chiesto come si fa a non impazzire, cosa ho imparato da Robby e dalla follia di Robby, se non avevo paura di diventare pazzo quando recitavo.

Ho parlato con i ragazzi, tutti trentenni da fitta al cuore. Chi ha perso la fidanzata, chi i genitori, chi il vicino di casa. F…. stanno malissimo. Sono riusciti ad ottenere solo ieri che quelli della protezione civile non potessero piombargli nelle tende all´improvviso, anche nel cuore della notte, per CONTROLLARE.

Gli anziani stanno impazzendo. Hanno anche vietato internet nelle tendopoli perché dicono che non gli serve. Gli hanno vietato persino di distribuire volantini nei campi, con la scusa che nel testo di quello che avevano scritto c´era la parola `cazzeggio´.

A venti chilometri dall´Aquila il tom tom è oscurato. La città è completamente militarizzata. Sono schiacciati da tutto, nelle tendopoli ogni giorno dilagano episodi di follia e di violenza inauditi, ieri hanno accoltellato uno.

Nel frattempo tutte le zone e i boschi sopra la città sono sempre più gremiti di militari, che controllano ogni albero e ogni roccia in previsione del G8. Ti rendi conto di cosa succederà a questa gente quando arriveranno con i loro elicotteri e le loro auto blindate? Lì ?

Per entrare in ciascuna delle tendopoli bisogna subire una serie di perquisizioni umilianti, un terzo grado sconcertante, manco fossero delinquenti, anche solo per poter salutare un amico o un parente. Non hanno niente, gli serve tutto. (Hanno) rifiutato ogni aiuto internazionale e loro hanno bisogno anche solo di tute, di scarpe da ginnastica. Per far fare la messa a Ratzinger, il governo ha speso duecentomila euro per trasportare una chiesa di legno da Cinecittà a L´Aquila.

Poi c´è il tempo che non passa mai, gli anziani che impazziscono. Le tendopoli sono imbottite di droga. I militari hanno fatto entrare qualunque cosa, eroina, ecstasy, cannabis, tutto. E´ come se avessero voluto isolarli da tutto e da tutti, e preferiscano lasciarli a stordirsi di qualunque cosa, l´importante è che all´esterno non trapeli nulla.

Berlusconi si è presentato, GIURO, con il banchetto della Presidenza del Consiglio. Il ragazzo che me l´ha raccontato mi ha detto che sembrava un venditore di pentole. Qua i media dicono che lì va tutto benissimo. Quel ragazzo che mi ha raccontato le cose che ti ho detto, insieme ad altri ragazzi adulti, a qualche anziano, mi ha detto che "quello che il Governo sta facendo sulla loro pelle è un gigantesco banco di prova per vedere come si fa a tenere prigioniera l´intera popolazione di una città, senza che al di fuori possa trapelare niente".

Mi ha anche spiegato che la lotta più grande per tutti lì è proprio non impazzire. In tutto questo ci sono i lutti, le case che non ci sono più, il lavoro che non c´è più, tutto perduto.

Prima di mangiare in quel posto abbiamo fatto a piedi più di tre chilometri in cerca di un ristorante, ma erano tutti già chiusi perché i proprietari devono rientrare nelle tendopoli per la sera. C´era un silenzio terrificante, sembrava una città di zombie in un film di zombie.

E poi quest´umanità all´improvviso di cuori palpitanti e di persone non dignitose, di più, che ti ringraziano piangendo per essere andato lì. Ci voglio tornare. Con quella luna gigantesca che mi guardava nella notte in fondo alla strada quando siamo partiti e io pensavo a te e a quanto avrei voluto buttarmi al tuo collo per dirti che non ti lascerò mai, mai, mai.

Dentro al ristoro privato (una specie di rosticceria) in cui abbiamo mangiato, mentre ci preparavano la roba e ci facevano lo scontrino e fuori c´erano i tavoli nel vento della sera, un commesso dietro al bancone ha porto un arrosticino a Michele, dicendogli `Assaggi, assaggi´.

Michele gli ha detto di no, che li stavamo già comprando insieme alle altre cose, ma quello ha insistito finché Michele non l´ha preso, e quello gli ha detto sorridendogli: "Non bisogna perdere le buone abitudini". Domani scriverò cose su internet a proposito di questo, la gente deve sapere.

Anzi metto in rete questa mia lettera per te. (*) Andrea Gattinoni, 11 maggio notte.

(*) Andrea Gattinoni è tra i protagonisti del film "Si può fare" di Giulio Manfredonia, film corale sull’apertura dei manicomi dopo la legge Basaglia e presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma 2008. L’intero cast del film si è aggiudicato la Menzione Speciale del Premio Libera Associazione Rappresentanza di Artisti (L.A.R.A.), premio assegnato al miglior interprete italiano tra i film in concorso in tutte le sezioni del Festival Internazionale del Film di Roma.

La lettera qui pubblicata è stata scritta da Andrea Gattinoni, si trovava a L´Aquila per presentare il film. Le parole sono dirette a sua moglie ma rappresentano un´efficace testimonianza per tutti quelli che a L´Aquila non ci sono ancora stati.

Ops ....dimenticavo di dirvi che mentre stavo in missione in Abruzzo ogni tanto mi arrivavano dei "dispacci ansia" lunghissimi e tra questi anche questa lettera via email che ho ricevuto autorizzazione a pubblicare.

E, si per la seconda volta dal 29 al 31 maggio, insieme ad altri otto clown dottori siamo stati nel campo di Filetto, frazione dell’Aquila a 1070 mt. per costruire un "Ambulatorio di Coccole".

Il campo li è gestito bene dalla sede locale della Protezione Civile supportata dai volontari di Flumeri e Forino. Una buona impressione ci ha fatto anche la gestione del campo di Paganica, visitato sia a Pasqua che sabato 30 maggio.

In verità, nel campo di Camarica, altra frazione dell’Aquila, a differenza della prima missione di Pasqua abbiamo trovato una situazione molto più "militarizzata" .......tre capitani dell’esercito ci hanno bloccato all’ingresso .........e.....

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2009/06/2-missione-sorriso-in-abruzzo.html

ops...non ci fate caso per i fax e i contatti di rete noi utilizzavamo i wc...da campo.


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