VI INVITIAMO A PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE DI SABATO 12 SETTEMBRE ALLE ORE 18.00 A PRIOLO, PERCHE’ VENGA RISPETTATA LA VOLONTA’ POPOLARE CHE SI E’ ESPRESSA COL REFERENDUM ( 98% di NO al rigassificatore ).

Pubblicato lunedì 7 settembre 2009.

PER LA SICUREZZA DEI CITTADINI, PER LA SALUTE, PER UN MODELLO ECONOMICO EQUILIBRATO, DUREVOLE, che punta al risparmio energetico ed alle energie rinnovabili sicure e pulite e CHE RIFIUTA LA CRESCITA DEI CONSUMI ENERGETICI ALL’ INFINITO, DICIAMO NO AL RIGASSIFICATORE NELLA ZONA INDUSTRIALE PRIOLO-MELILLI-AUGUSTA ed all’ assurdo ed intollerato sviluppismo ad oltranza, indiscriminato ed antieconomico.

NON DIMENTICHIAMO LA STRAGE DI VIAREGGIO IN CUI BRUCIARONO 30 METRI CUBI DI GAS E SONO MORTE 27 PERSONE A CAUSA DELL’INCENDIO. ( Il rigassificatore che vorrebbero costruire qui è di 450.000 METRI CUBI DI GAS DENTRO L’IMPIANTO ERG NORD DOVE INSISTONO MOLTI SERBATOI DI COMBUSTIBILE E FIACCOLE SPESSO IN FIAMME PER I “FUORI SERVIZIO”).

VI INVITIAMO A PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE DI SABATO 12 SETTEMBRE ALLE ORE 18.00 A PRIOLO, PERCHE’ VENGA RISPETTATA LA VOLONTA’ POPOLARE CHE SI E’ ESPRESSA COL REFERENDUM ( 98% di NO al rigassificatore ).

Qui di seguito per chi vuole approfondire le motivazioni ed elenco casistica incidenti:

In Italia sono stati programmati 11 rigassificatori (ripetiamo, contro i 50 esistenti in tutto il mondo) per una produzione aggiuntiva di 90 miliardi di metri cubi di gas entro il 2015, cui andrebbero aggiunte le quantità di gas provenienti dalla Libia e dalla Turchia (progetto blue stream). In pratica, al 2015 avremmo un surplus di gas, rispetto al fabbisogno previsto per la stessa data, di circa 70 miliardi di m3.

E’ evidente che, se tali i progetti venissero tutti realizzati secondo le tempistiche programmate, comporterebbero una situazione di rilevante sovracapacità di importazione con gravi conseguenze per il mercato nazionale, è altresì necessario sottolineare come una situazione in cui il livello degli approvvigionamenti sia costantemente e strutturalmente superiore alla domanda rappresenterebbe un danno per il Paese , determinando rilevanti oneri addizionali per la gestione e il funzionamento del sistema, oneri che si rifletterebbero inevitabilmente in maggiori carichi tariffari sui consumatori e/o in costi incrementali per gli operatori e in generale per il sistema economico italiano…" .

la Sicilia ha bisogno di energia ? Ebbene, dal momento che, come universalmente noto, la Sicilia produce una quantità di energia enormemente superiore a quella che consuma (produciamo il 45% del fabbisogno energetico Nazionale), la risposta è evidente: NON ABBIAMO BISOGNO DI ALTRA ENERGIA, pertanto se altrove serve, si provveda nei siti carenti e non certo qui, ove la martirizzazione di territorî e popolazioni ha prodotto lo sfacelo completo delle nostre ricchezze naturali, una morbilità e mortalità per tumori che non ha pari e un’incidenza di malformazioni neonatali che ha raggiunto il 5,6% contro un 2% dato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come limite massimo accettabile, al di là del quale vanno imperativamente presi provvedimenti ambientali.

Basta consultare Brittle Power (uno studio fatto dal Pentagono - USA – proprio sui pericoli di questi "aggeggini") o il Sandia Report (analogo studio per la Città di Oxnard in California).

PER QUANTO DETTO, PERTANTO:

1) non abbiamo bisogno di altro gas, ma di un uso proprio ed oculato di quello che già abbiamo;

2) le fonti di approvvigionamento sono già ben diversificate dato l’elevato numero di Paesi dai quali riceviamo gas per via gasdotto;

3) gli impianti del petrolchimico possono essere benissimo riforniti col gas della rete nazionale e col singas prodotto in loco dalla Syndial.

4) Col gas otteniamo sempre dipendenza energetica e non sicuramente l’autonomia che otterremmo dall’ autoproduzione dalle biomasse (in Brasile il 30% delle auto viaggia con l’etanolo), o dal solare termodinamico, dall’ eolico, dal fotovoltaico.

5) 20-30 tonnellate di cloro attivo all’anno che necessariamente si dovrebbero scaricare in mare se per disgrazia si dovesse consentire di portare a termine il devastante progetto. Equivale a dire che in breve qualsiasi forma di vita nel nostro mare sarà cancellata

6) Il motivo per cui abbiamo assistito ai ben noti black-out deriva dal fatto che si usano capacità di stoccaggio per finalità diverse da quelle per cui esse erano state conferite; infatti, l’uso illecito delle capacità conferite ha comportato prelievi da stoccaggio, nell’inverno 2004-2005 e nei mesi di novembre e dicembre 2005, superiori a quelli che, in ragione dell’effettivo andamento climatico, sarebbero stati necessari ed assegnati per servire i clienti finali con consumi inferiori a 200.000 mc/anno (tra i quali è ricompresa l’utenza domestica). In pratica si produceva, col nostro gas, energia elettrica che veniva venduta a Germania e Francia, mentre gli Italiani restavano senza corrente e al freddo, venendo, così, preparati ad accettare i rigassificatori che erano già in programma da tempo, ma non perché ve ne fosse bisogno, bensì perché si tenta di fare dell’italia la "centrale del gas d’Europa, con vantaggi incalcolabili per le multinazionali (e per chi prende le loro buste) e col rischio di cancellare intere popolazioni.

Elenco degli incidenti avvenuti negli ultimi 30 anni nella filiera del GNL (in particolare nelle gasiere, le quali servono per rifornire i rigassificatori ) :

Mostafà Ben Bouliad, aprile 1979 (perdita di GNL da una valvola)

Mentre una nave gasiera di GNL con serbatoio di 125.000 metricubi scaricava a Cove Point, una valvola di controllo si ruppe rilasciando una piccola quantità di GNL. Si verificarono crepe sul ponte della nave. Le vibrazioni della nave e del sistema di pompaggio sembrano essere stata la causa del cedimento di un bullone della valvola di sicurezza.

Pollenger, aprile 1979 (perdita di GNL da una valvola)

Mentre la nave stava scaricando il gas nel terminale di Everett in Massachusetts, una perdita di GNL da una valvola fratturò il coperchio di uno dei serbatoi della nave stessa.

Bontang, Indonesia, 1983 (esplosione di uno scambiatore di calore)

Il 14 aprile avvenne una grande esplosione di GNL. La rottura di uno scambiatore di calore in un terminal GNL causò una grave esplosione. La rottura avvenne a causa di una pressione troppo elevata dello scambiatore di calore causata da una valvola chiusa sulla linea di scarico. Tutti i sistemi di sicurezza per la rilevazione della pressione erano connessi a questa linea. La pressione del gas nello scambiatore, che lavora a 250 psig (17 bar circa), raggiunse i 500 psig (34 bar circa) causando la sua rottura. Frammenti e pezzi meccanici furono proiettati a 50 metri dallo scambiatore.

Nevada Test Site, Mercury, NV, 1987 (nube di GNL)

Si verificò l’innesco di una nube di vapore di GNL durante un test a scala reale. Si stava studiando l’efficacia di alcune tecniche per ridurre l’estensione delle dispersioni di nubi di vapori di GNL. La nube si infiammò incidentalmente durante il quinto test causando danni alle apparecchiature utilizzate durante i test.

Bachir Chilani, 1990 (frattura del guscio di un serbatoio)

Si verificò una frattura nel guscio interno di un serbatoio da 130.000 metricubi della nave gasiera. La frattura interna del guscio si presentò in una parte della struttura della nave che è soggetta a grandi sollecitazioni che accompagnano i sovraccarichi sul guscio durante le mareggiate. La frattura della placcatura interna del guscio provocò l’ingresso di acqua di mare nello spazio dietro l’isolamento del carico.

Est dello Stretto di Gibilterra, 2002 (collisione gasiera con sottomarino nucleare)

Collisione tra la Norman Lady, una nave gasiera GNL, e il sottomarino nucleare U.S.S. Oklahoma City. Per fortuna la nave aveva da poco scaricato il carico di GNL a Barcellona in Spagna. I danni ad entrambe le imbarcazioni sono stati limitati e sono stati causati dal periscopio.

Skikda – Algeria, gennaio 2004 (insufficiente manutenzione)

20.1.2004 Skikda, Algeria Esplode impianto GNL: 27 morti - 74 feriti ANSA Esplode petrolchimico - REUTERS LNG explosion kills 27 - Algerian LNG Plant Explosion Il 19 gennaio si è verificata una esplosione di una parte dell’impianto di produzione di GNL, che ha innescato una densa nube di vapore; sono state necessarie 8 ore per estinguere l’incendio. L’esplosione ed il fuoco hanno distrutto una porzione dell’impianto causando la morte di 27 operai, 74 feriti e danni anche molto al di fuori dei confini dell’impianto. L’impianto di Skikda è costituito da sei unità di produzione di GNL detti "treni", da serbatoi di stoccaggio di GNL e da edifici amministrativi. Il fuoco ha distrutto 3 treni di produzione ma non ha danneggiato né i rimanenti 3 treni né i serbatoi di stoccaggio. Inizialmente le cause dell’incidente sono state attribuite al mal funzionamento di una caldaia di produzione di vapore ma successive gli investigazioni hanno ipotizzato una perdita di GNL da una tubazione dovuta ad una insufficiente manutenzione.

VA NOTATO CHE GLI IMPIANTI DI LIQUEFAZIONE SONO MOLTO MENO PERICOLOSI DEI RIGASSIFICATORI (CHE FANNO IL PROCESSO INVERSO) TANT’E’ VERO CHE LE DIRETTIVE SEVESO CITANO, FRA GLI IMPIANTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE, I RIGASSIFICATORI, MA NON I LIQUEFATTORI.

Trinidad Tobago, giugno 2004 (cause ancora da accertare)

Una turbina, utilizzata nell’impianto numero 3 per fornire energia ai compressori necessari alla liquefazione del gas, è esplosa. Le cause dell’incidente sono ancora da accertare.

Belgio, luglio 2004

31.7.2004 Belgio Esplode un gasdotto di GNL: 15 morti - 200 feriti TG3 - "Debris from the initial explosion was found up to four miles away" (BBC video) Un gasdotto di GNL della Fluxy è esploso uccidendo 15 persone in Belgio.

Norvegia, settembre 2004

Una gasiera GNL si è incagliata a nord di Bergen. I motori della nave si erano fermati e le ancore erano inutilizzabili a causa delle condizioni di tempesta. Comunque due rimorchiatori erano riusciti ad agganciare e rimorchiare la nave quando questa era arrivata a solo 30 metri dalle rocce. Erano stati fatti i preparativi per evacuare le 800 persone residenti dell’isola di Fedje, per paura che la nave potesse esplodere nel caso di collisione con le rocce che fu miracolosamente evitata.

USA, marzo 2005

In seguito all’esplosione di una casa nel marzo del 2005, uno studio ha rivelato che l’origine dell’incidente può essere addebitato al GNL. La Washington Gas è arrivata alla conclusione che il GNL ha provocato il restringimento e la perdita delle guarnizioni di gomma all’interno dei raccordi del gas. Uno studio sponsorizzato dall’azienda, avviato dopo l’esplosione di una casa nel marzo del 2005, ha scoperto che le piccolissime variazioni della struttura molecolare del gas naturale liquido importato, che l’Azienda ha iniziato a usare nell’agosto del 2003, provocavano l’essiccazione delle tenute di gomma di vecchi raccordi di metallo che collegano le varie sezioni delle condutture. Ci sono state circa 1400 fughe di gas negli ultimi due anni a causa delle rottura delle guarnizioni. La società ha divuto lanciare un progetto da 144 milioni di dollari per sostituire le parti difettosa degli impianti.

Nigeria, agosto 2005

30.8.2005 Nigeria Esplode un gasdotto di GNL: 11 dispersi, 27 chilometriquadri inghiottiti dall’inferno LNG pipeline explosion Un gasdotto di GNL interrato è esploso a Kalakama, una comunità di pescatori Ogoloma nella regione del Okrika nel Rivers State. L’inferno ha inghiottito 27 chilometriquadri. Undici persone disperse. La fauna, pesci e crostacei tipici dell’ambente delle magrovie, e la flora acquatiche sono andati completamente distrutti. L’esplosione è stata così grande che è stata sentita dagli abitanti dell’isola di Okrika e dall’area di Borikiri di Port Harcourt.

India, settembre 2005

Un vento di 40 nodi ha determinato un incidente al terminal GNL Petronet a Dahej quando i rimorchiatori della gasiera GNL Disha hanno urtato il molo. La gasiera LNG è stata dismessa dopo lo scarico del GNL. Petronet sta valutando i danni.

Savannah, GA, marzo 2006

Near-miss shuts down LNG imports on Elba Una fuoriuscita potenzialmente disastrosa è accaduta quando la gasiera GNL Golar Freeze ha scaricato il gas liquido al terminal GNL Southern presso l’isola Elba Island. La nave ha rotto gli ormeggi ed ha si è allontanata dalla banchina. Il porto è stato chiuso per 36 ore. La Guardia Costiera e i tecnici della FERC (Federal Energy Regulatory Commission) hanno aperto un’inchiesta.

Trinidad & Tobago, maggio e giugno 2006

FIRE AT LNG PLANT Trinidad News, Trinidad and Tobago Un altro incidente è accaduto all’impianto Atlantic GNL a Point Fortin. Lo scoppio e l’incendio è dovuto ad una guarnizione che ha ceduto. L’incidente non ha provocato feriti o danni all’impianto. Secono il rapporto dei Vigili del fuoco, quando la guarnizione ha ceduto è scoppiato l’incendio. Un dipendente ha avvertito un funzionario della sicurezza che ha spento le fiamme. In un altro incidente i dipendenti sono stati evacuati dopo che uno di loro era stato colpito da una connessione che è saltata. Tre giorni prima l’impianto 11 era stato chiuso per 6 ore quando è stata scoperta un perdita di gas da un tubo.

Giordania, luglio 2006

Jordan Liquid-Gas Ship Mishap Injures 19 Una gasiera GNL ha avuto un incendio quando scaricava il GNL a Aqaba. Sono rimaste ferite 12 persone. Quattro di queste persone erano vigili del fuoco. Gli atri feriti erano dell’equipaggio della gasiera. La nave è stata subito evacuata ed è stata trainata dalla banchina ad un porto nel Mar Rosso in quanto aveva scaricato soltanto la metà del suo carico. Le cause del incidente sotto alla base di un inchiesta.

INCIDENTI NELLA ZONA INDUSTRIALE DI SIRACUSA

30 aprile 2006 ore 23:55 dell’11 settembre 2007.

Le fiamme hanno continuato a divorare ossigeno e sputare veleni cancerogeni per l’intera nottata. Secondo una nota della Polimeri Europa il fuori servizio sarebbe avvenuto a seguito della rottura di una valvola di sicurezza dell’impianto etilene

4 settembre 2007: pauroso incendio avvolge la Esso.

ED INOLTRE, USO IMPROPRIO DELLE CAPACITA’ DI STOCCAGGIO::

L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha chiuso le istruttorie formali per uso improprio delle capacità di stoccaggio conferite negli anni termici 2004-2005 e 2005-2006, avviate con deliberazione n. 37/06 nei confronti di dieci società di vendita del gas naturale. In esito alle istruttorie l’Autorità ha irrogato sanzioni amministrative pecuniarie a cinque società: 90 milioni di euro ad Eni (45 milioni per ciascun anno termico); 20 milioni di euro ad Edison (10 milioni per anno); 24 milioni di euro ad Enel Trade (12 milioni per anno); 900.000 euro a Sorgenia (per il solo anno termico 2005-2006); 370.000 euro a Gas Natural Vendita Italia (per il solo anno termico 2004-2005).

I provvedimenti sono pubblicati sul sito www.autorita.energia.it .

CG



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