Radiodervish a Scicli(RG) per il Basole di Luce Festival

Pubblicato mercoledì 2 agosto 2006.

Basole di Luce Festival

I RADIODERVISH A SCICLI IL 5 AGOSTO PER LA NOTTE BIANCA

A partire dalle 23 lo spettacolo di apertura di Basole di Luce Festival

Basole di Luce Festival quest’anno apre con uno spettacolo nel solco dell’atmosfera e della tradizione: i Radiodervish. Il gruppo, secondo quanto rende noto l’assessore alle politiche di promozione e sviluppo Giovanni Savà, si esibirà in piazza Italia, a partire dalle ore 23, aprendo la Notte Bianca organizzata dai commercianti della città.

Volano alto i Radiodervish. Così alto che la loro musica sa dare vertigini. Incontenibili. Sarà per le lezioni ricevute dai maestri di equilibrismo (Noa, Nicola Piovani, Jovanotti), Nabil Salameh e Michele Lobaccaro planano con la grazia di un rapace, apparentemente inoffensivo, ma pronto ad attaccare. La nostra sensibilità. Il loro è un sorvolo sulle macerie della persa ragione o del cinico sopravvivere, delle incomprensioni, e delle divisioni, barriere che si frappongono, ma per incanto si frangono. E il duo italo palestinese non poteva non continuare a cantare l’ideale ’esperanto’ che unisce più che dividere. Uguali, sì. Diversi, sempre.

La musica dei Radiodervish è fatta di percorsi, vie di fuga, nel labirinto dell’esistenza. Nell’incontenibile ricerca della pietra filosofale, del nocciolo, del senso, Nabil e Michele sono un’oasi a sé, un miraggio nel deserto, un rivolo d’acqua per gli assetati, un rifugio per i profughi, passati e presenti. Un guscio, la loro musica, che si spinge al di là della cruda attualità di un freddo bollettino di guerra.

È così che gli intrecci linguistici della title track, la gioiosa melodia ai bouzuki di Erevan, cantata in arabo da Salameh, il delicato incedere de “L’esigenza” (qui Battiato è vicinissimo), le venature lievemente techno di Acid Baby, l’eleganza di Ya Le Temps, rappresentano un viaggio multietnico sui sentieri della speranza. Irriducibile. Un viaggio quello dei ’visitatori di porte’, sospeso tra terra e cielo. Parafrasando un loro album, tra “centro del mondo” e centro del cuore.


TR



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