CORTEO /FIACCOLATA DI SOLIDARIETA’: “ALLEARSI CON ALI’, PER UNA CITTA’ SOLIDALE” Messina, Domenica 22 Aprile, Piazza Antonello, ore 18.30

Pubblicato giovedì 19 aprile 2012.

CORTEO /FIACCOLATA DI SOLIDARIETA’: “ALLEARSI CON ALI’, PER UNA CITTA’ SOLIDALE”

Messina, Domenica 22 Aprile, Piazza Antonello, ore 18.30. (Il percorso del corteo verrà comunicato in seguitO)

N.B.: Ognuno è pregato di munirsi di candela :)

Raccolta fondi per Alì: per donazioni, Codice Poste Pay 4023 6006 0300 0037 il nome dell’intestatario è Fulvia Lo Cascio - contatto diretto

https://www.facebook.com/profile.php?id=1288127374

Gruppi di solidarietà per Alì.

1. Sosteniamo Concretamente Alì: https://www.facebook.com/groups/397037810330252/

2. Per Alì https://www.facebook.com/groups/372140052829588/

3. Solidarietà ad Alì https://www.facebook.com/groups/294651337277294/

COMUNICATO DI INDIZIONE CORTEO

Non ha alcun significato che l’aggressione nei confronti di Alì porti con sé o no l’odio esplicito verso una razza diversa. Zappia si è introdotto in un dispositivo che lo ha legittimato, un dispositivo che colloca Alì tra quelli a più basso grado di protezione, che li costringe ad un surplus di simpatia e laboriosità per poter essere accettati. Alì fa parte di quella “razza” di discriminati ai quali è più facile fare del male, quelli che più facilmente mettiamo da parte e releghiamo ai margini della vita sociale. Nel contesto di questa crisi, in questi anni in cui gli annunci e la propaganda neo-razzista e xenofoba è ritornata ad ingombrare il dibattito pubblico, derubricare l’aggressione ad Alì a vile violenza significa non riconoscere la trama dei segni dentro la quale sono gettate le nostre azioni quotidiane. L’autore dell’atto, forse senza rendersene nemmeno conto, incarna un modo di vivere, un modo di pensare ed un modo di agire che nella nostra società lungi dall’essere raro e sporadico è ben presente e diffuso. L’idea che picchiare un nero, un rom, un barbone, un gay, sia in fondo plausibile, c’è chi lo pensa davvero.

La sola pietà umana è, in questo caso, insufficiente per portare sollievo ad un corpo martoriato. Il sentirsi solidali è un atteggiamento necessario ma impossibilitato a dare una risposta utile a quanto accaduto. Solo l’atto politico e l’aiuto concreto, insieme ad una rinnovata capacità di decifrare i codici culturali della discriminazione sociale possono ribaltare quella gerarchia di segni, quei dispositivi relazionali che rendono possibili questi atti.

Scendiamo in piazza anche perché pensiamo che la convivenza non sia un problema di ordine pubblico, ma sentirsi partecipi di un divenire comune. Difendere Alì oggi vuol dire porre le condizioni per difendere i deboli e gli emarginati domani. Per evitare che la barbara violenza si riversi nuovamente su qualche povero disgraziato.

"RETE ANTIRAZZISTA"



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