Luttazzi torna in tv

Pubblicato domenica 4 novembre 2007.

Critiche e ironia a 360 gradi nel ritorno in televisione del comico Daniele Luttazzi nella trasmissione Decameron in onda ieri sera su La Sette.

Daniele Luttazzi riparte dall’ ’Editto bulgaro’ e da un affondo contro il governo Prodi. Le prime immagini del programma sono state infatti quelle dell’aprile 2002, con cui l’allora premier, Silvio Berlusconi accuso’ lo stesso Luttazzi, insieme a Biagi e a Santoro, di "uso criminoso" della tv, di fatto poi causandone l’allontanamento dagli schermi Rai. Una pernacchia ha suggellato il filmato.

Subito dopo, la sigla del programma e un monologo al vetriolo dell’attore, in piedi su un enorme tavolo di plexiglas. "Pensate - ha esordito Luttazzi - e’ gia’ passato un minuto e siamo ancora in onda. Chi l’avrebbe detto? In questi anni mi sono chiesto perche’ sia rimasto lontano dalla tv. Poi l’ho scoperto: la colpa era del mio agente, Bin Laden. Chissa’ perche’ in questi anni Bin Laden e’ andato in video, io no". Della Rai, ha aggiunto, "l’unica cosa che mi manca sono i grattini di Lilli Gruber sulla schiena".

Se ’politica, sesso, religione e morte’ e’ il sottotitolo del programma, il primo affondo di Luttazzi e’ stato contro il governo Prodi. "Mi chiedono perche’ ho votato centrosinistra: perche’ avevo ben presente la squallida alternativa". Poi la lunga lista di "tutte le cose che non mi piacciono per niente del governo in carica: innanzitutto non ha cancellato la legge 30, che ha generato il fenomeno enorme della precarieta’... Non e’ democrazia se non te la puoi permettere. Ragazzi, datevi da fare, perche’ con la balla della flessibilita’ ve lo stanno mettendo nel c...".

Al governo Luttazzi ha rimproverato anche "di non aver cancellato tutte le leggi vergogna di Berlusconi. Ora vogliono ripristinare il reato di falso in bilancio, ma e’ come dire: ’Berlusconi e’ uscito dal recinto, chiudi pure’. Non c’e’ ancora - ha aggiunto l’attore - una legge sul conflitto di interessi: c’e’ la proposta di Violante, ma se sara’ approvata Berlusconi potra’ tranquillamente venire eletto ancora e poi decidere se rinunciare all’incarico o affidare le proprie aziende a un blind trust o, ma evidentemente non ci hanno pensato, farsi una legge che cancella la legge Violante".

Nel mirino di Luttazzi, anche il disegno di legge Gentiloni di riforma della tv: "Non mi piace perche’ non permettera’ la nascita di un terzo polo generalista e per l’ennesima volta lascera’ intatto l’esistente". Poi l’affondo contro il ministro della Giustizia Clemente Mastella: "Se lo avessero detto prima delle elezioni che lo avrebbero fatto Guardasigilli, vinceva Berlusconi". Le critiche dell’attore hanno colpito in particolare la legge sull’indulto: "piuttosto - ha detto - tiriamo fuori i tossicodipendenti, legalizziamo le droghe e facciamo nuove carceri che siano davvero luoghi di recupero".

Nell’elenco di Luttazzi anche "la legge razzista Bossi-Fini, con i centri di permanenza temporanea che sono luoghi disumani e vanno chiusi" e il recente pacchetto sicurezza, "che in parte obbedisce a una logica repressiva e penalizza i piu’ deboli senza risolvere il problema. Quella accaduta a Roma - ha aggiunto, riferendosi all’omicidio di Giovanna Reggiani - e’ stata una tragedia insensata e straziante. Ai familiari va il nostro cordoglio e il ringraziamento per aver dato un grande esempio di civilta’ con la richiesta di evitare strumentalizzazioni. In Italia il 75% dei delitti contro le donne e’ compiuto da italiani. Conosco albanesi, macedoni e romeni che sono persone squisite".

Gli strali di Luttazzi si sono poi abbattuti sulla Rai: "Da cinque anni non fa piu’ programmi di satira e la qualita’ si e’ decisamente abbassata. Ora i programmi Rai che si vedono sono quelli che sceglie il cane pestando il telecomando. Dire che la Rai e’ in crisi e’ come dire che sul Titanic c’era un rubinetto che perdeva". Poi uno sketch in cui Luttazzi ha invitato un finto presidente di viale Mazzini Claudio Petruccioli, impersonato da un bambino con tanto di barba. "Che novita’ ci sono nel palinsesto Rai?" gli ha chiesto. E la risposta e’ stata: "Conosco solo i programmi fino alle 21.30 perche’ poi devo andare a letto".

Altro bersaglio il Vaticano, al centro di una scenetta ambientata nell’antica Grecia, in un immaginario dialogo tra sofisti: "I preti che molestano i bambini vanno all’inferno? No, vanno a Los Angeles, dove la diocesi ha sborsato 660 milioni di dollari per risarcire le vittime. Il Vaticano e’ quello che non paga le tasse, la Chiesa cattolica e’ quella che incassa l’8 per mille. La pedofilia tocca solo alle chiese locali".

Daniele Luttazzi aveva aperto con l’ ’Editto bulgaro’ e ha chiuso il programma tornando sulla vicenda della sua ’epurazione’ legata in particolare a un’intervista a Marco Travaglio sul libro ’L’odore dei soldi’, andata in onda nel maggio 2001 nell’ambito del programma Satyricon: "Berlusconi, Mediaset, Fininvest e Forza Italia - ha ricordato l’attore - volevano 41 miliardi di danni, ma ho vinto io. Vaffa... Per la Magistratura le mie domande erano continenti e le risposte di Travaglio basate su fatti veri e documentati. Ho fatto semplicemente delle domande e in democrazia le domande sono lecite. Piuttosto e’ grave magari nascondere le risposte. Quell’intervista potrebbe essere ritrasmessa cosi’ com’e’ dalla Rai, ma col cavolo che lo fanno".

Fonte: RaiNews24.it



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