L’altra metà dei diritti. Voci dalla tratta

Pubblicato venerdì 2 novembre 2007.

Sabato 10 novembre alle 10 nell’Aula magna della facoltà di Scienze politiche (Catania), parla Isoke Aikpitanyi sul tema dell’emancipazione dallo sfruttamento sessuale.

Sabato 10 novembre alle 10 nell’Aula magna della facoltà di Scienze politiche, via Vittorio Emanuele II, 49, si terrà una conferenza sul tema L’altra metà dei diritti - Voci dalla tratta, organizzata dalla Facoltà di Scienze politiche, dal Comitato pari opportunità, dai Circuiti culturali dell’Università di Catania e da Amnesty International Circoscrizione Sicilia.

Saranno presenti Isoke Aikpitanyi, vittima nigeriana della tratta che offrirà la sua testimonianza sul tema dell’emancipazione dallo sfruttamento sessuale e Laura Maragnani, coautrice del libro Le ragazze di Benin City. La tratta delle nuove schiave dalla Nigeria ai marciapiedi d’Italia (Melampo). Intervengono il prof. Federico Cresti, docente di Storia dell’Africa (facoltà di Scienze politiche) sul tema Africa e schiavitù e Simonetta Cormaci, responsabile di Gruppo Italia 72 - Amnesty International Catania. Modera la prof.ssa Rita Palidda, presidente del Comitato pari Opportunità dell’Università di Catania.

L’incontro è organizzato in collaborazione con "Cosmica" - Centro per gli studi sul mondo islamico contemporaneo e l’Africa, il Dottorato in "Tutela dei Diritti umani" e il Dipartimento Studi politici.


LE RAGAZZE DI BENIN CITY di Laura Maragnani e Isoke Aikpitanyi: il libro è nato dalla strettissima e felice collaborazione tra Laura Maragnani, giornalista di Panorama, già fortunata autrice di “Nero Padano”, che si occupa da sempre di diritti civili, emarginazione e minoranze, e Isoke Aikpitanyi, che ha vissuto sulla sua pelle la schiavitù della tratta e che oggi sta creando la prima casa di accoglienza per le ragazze nigeriane di strada.

“La prima volta che vai sulla strada per lavorare sei nel panico. Io ricordo la strada. Ricordo il marciapiede. Ricordo la mia vergogna di stare lì, con dei vestiti assurdi. E l’attesa. Ricordo l’attesa che qualcuno arrivasse e mi facesse un segno dal finestrino abbassato, che dicesse vieni, che dicesse quanto. Ricordo ancora la voce dei primi che mi hanno chiamato, e la mia voce che rispondeva no, no, no”.

Ma “Le ragazze di Benin City” non racconta solo la storia di Isoke, ma quella sempre uguale e sempre diversa di tante tra quelle ragazze bellissime, nere, statuarie che arrivano in Europa attratte da una promessa di lavoro e poi finiscono a “sbattere” sui marciapiedi, costrette a pagare un debito interminabile.

Il libro punta il dito su questa realtà terrificante, svela la vita incredibilmente crudele che le ragazze sopportano, sempre su “quei tacchi ridicoli e la carne di fuori”.

Ma non tutte sopravvivono, e chi ci riesce lo fa ad un prezzo altissimo: “più alto del marciapiede e delle botte, dell’umiliazione e della solitudine e della vergogna: sono vive perché accettano l’inaccettabile. Sono state zitte quando hanno detto loro di tacere, e mentito quando c’era da mentire. Hanno visto le amiche sanguinare a morte, e non sono andate alla polizia per paura o per viltà”.



Ultime news


 
Eventi_in_giro Eventi in giro
:.: Gli ultimi 10 articoli pubblicati